Novembre 2006


Provo a spiegarmi un po’ meglio sull’idea della società che venga in aiuto di quegli sciagurati che stanno passando giornate pesantissime a causa dell’occupazione della stazione del luglio scorso.
Già definendo sciagurati i protagonisti della vicenda credo di aver dato il mio parere, con la precisazione che il significato del temine sciagurati deve essere completo.
Voglio dire che molto se la sono voluta, perchè i rischi a cui andavano incontro li ho “urlati” più volte nella diretta nel Pentasport e li ha paventati sul posto Sartoni del Collettivo insieme ai capi del Gruppo Storico.
Ma è anche vero che questi sciagurati sono stati presi a caso tra le centinaia di dimostranti tra cui c’erano anche giornalisti o ex della mia redazione, di cui taccio il nome per evitare loro possibili guai.
Ora io penso che la Fiorentina, con molta discrezione e senza dare il minimo risalto alla cosa, possa aiutare questi 21 sciagurati (credo siano 21, ma non ne sono certo) mettendo a loro disposizione avvocati con i cosiddetti attributi.
Mi risulta infatti che la maggior parte di loro non si possa permettere che il legale d’ufficio mentre qui invece c’è bisogno di professionisti che attenuino al massimo le conseguenze della bravata di luglio.
Con questo però sono totalmente contrario a chi pensa che i Della Valle abbiano istigato con il loro atteggiamento intransigente verso la FIGC gli sciagurati a fare quello che hanno fatto.
Non scherziamo: data per certa la fede viola e l’amore per la Fiorentina, io credo che da quando si ha l’età della ragione si dovrebbe, appunto, ragionare sulle conseguenze dei nostri gesti.

P.S. A Roma sarà durissima e così ad occhio mi sarebbe piaciuto vedere in campo Pazzini invece di Reginaldo.
Lo dico prima, sperando con tutto il cuore di fare brutta figura domani.

Ho l’amaro in bocca perché sono abbastanza rancoroso di carattere e non sopporto i torti.
Figuriamoci quindi quanto mi può piacere prendere ingiustamente 15 punti di penalizzazione e non aver giocato la Champions per tre/quattro telefonate da cui non è venuto fuori niente di concreto.
Però alla fine dico che è stata presa la decisione giusta, la meno cruenta per ripartire, una decisione che era nell’aria fin da venerdì scorso, solo che si aspettava di ascoltare squadra, Prandelli e città.
Siamo in credito con il mondo del calcio, penso che lo sappiano tutti, però bisognerà essere molto abili per riscuoterlo questo credito.
Visto che è andata a finire così, se fossi la società io mi interesserei con discrezione alla sorte di quei tifosi che sciaguratamente hanno occupato la stazione e che ora stanno correndo guai seri con la giustizia.
Sono stato degli incoscienti e a nulla sono valsi i vari appelli lanciati nel corso del Pentasport di quel lunedì di luglio.
Però, senza farlo sapere in giro, si potrebbe trovare avvocati che limitino al massimo i danni, sperando che con la giustizia a loro vada meglio di quanto non sia andata alla Fiorentina.

RAGAZZI (E RAGAZZE), SCUSATE, MA IN QUESTI GIORNI E’ UN PROBLEMA RISPONDERE AD EVENTUALI VOSTRE DOMANDE.
CERCHERO’ DI RECUPERARE DOMATTINA

Meno male che c’è Prandelli, perché io da questo rebus tattico non saprei davvero come uscirne.
Riepiloghiamo: Montolivo nelle ultime due partite è stato il migliore del centrocampo viola, eppure rischia seriamente di restare fuori domenica sera a Roma per un motivo tattico rilevante.
Sto parlando dell’ipotesi sinceramente azzardata di mettere in campo contemporaneamente lui, Liverani, Santana, Mutu e Toni.
L’alternativa sarebbe tenere fuori Santana e riprovare (oltretutto a destra) Jorgensen.
Comunque la si metta, o rischiamo davvero tanto o giochiamo la partita con la sgradevole sensazione di lasciare fuori un talento (Montolivo o, appunto, Santana).
Alla fine sono dei bei problemi, perché vuol dire che abbiamo una qualità eccellente nella rosa, però io davvero non saprei come risolverli.

Magari un giorno Batustuta verrà a Radio Blu e faremo insieme un Pentasport, intervallato dall’audio dei suoi gol e sarebbe bellissimo perché per me è stato il più grande giocatore della storia viola.
Oppure Antognoni potrebbe diventare una presenza fissa, chi lo può mai sapere?
Nell’attesa ieri mi sono preso una grande soddisfazione perché sono riuscito ad avere in diretta dal Brasile con Carlos Dunga, uno che non le mandava certo a dire dietro e con cui non parlavo da più di quattordici anni.
Nei giorni di Lazaroni abbiamo avuto un discreto scontro, acuito nella stagione successiva perché a me pareva che il gruppo Dunga/Borgonovo/Salvatori/Orlando facesse un po’ la guerra proprio a Bati, appena arrivato.
Comunque sia, il tempo diluisce tutto e colora di rosa i ricordi passati, anche quelli un po’ più aspri.
Dunga è stato un grande giocatore, penalizzato dall’aver giocato nel Pisa e nella Fiorentina, e forse deve aver capito anche lui come me che le cose è meglio non prenderle mai troppo di punta, sempre facendo salva la buonafede della controparte.
Del resto era già avvenuto con Malesani, con cui sfiorammo lo scontro fisico nel 1998, salvo poi essere ospitato nella sua bella casa di Verona sei anni più tardi per un’intervista verità.
E’ così che vanno le cose: tornassi indietro nella mia professione cambierei certamente qualcosa, ma poi alla fine, se sei onesto con te stesso e con gli altri i conti tornano quasi sempre.

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