Magari un giorno Batustuta verrà a Radio Blu e faremo insieme un Pentasport, intervallato dall’audio dei suoi gol e sarebbe bellissimo perché per me è stato il più grande giocatore della storia viola.
Oppure Antognoni potrebbe diventare una presenza fissa, chi lo può mai sapere?
Nell’attesa ieri mi sono preso una grande soddisfazione perché sono riuscito ad avere in diretta dal Brasile con Carlos Dunga, uno che non le mandava certo a dire dietro e con cui non parlavo da più di quattordici anni.
Nei giorni di Lazaroni abbiamo avuto un discreto scontro, acuito nella stagione successiva perché a me pareva che il gruppo Dunga/Borgonovo/Salvatori/Orlando facesse un po’ la guerra proprio a Bati, appena arrivato.
Comunque sia, il tempo diluisce tutto e colora di rosa i ricordi passati, anche quelli un po’ più aspri.
Dunga è stato un grande giocatore, penalizzato dall’aver giocato nel Pisa e nella Fiorentina, e forse deve aver capito anche lui come me che le cose è meglio non prenderle mai troppo di punta, sempre facendo salva la buonafede della controparte.
Del resto era già avvenuto con Malesani, con cui sfiorammo lo scontro fisico nel 1998, salvo poi essere ospitato nella sua bella casa di Verona sei anni più tardi per un’intervista verità.
E’ così che vanno le cose: tornassi indietro nella mia professione cambierei certamente qualcosa, ma poi alla fine, se sei onesto con te stesso e con gli altri i conti tornano quasi sempre.