Fiorentina


Come sta veramente Matri?
E’ in grado fisicamente e psicologicamente di giocare una finale di Coppa Italia?
No, perché un attaccante, spuntato e sfigato (in questo campionato) quanto si vuole, noi ce l’avremmo pure e quindi non riesco ad entusiasmarmi all’idea di Borja Valero falso centravanti e vero centrocampista di grandissimo valore, sottratto in questo modo al suo ruolo naturale.
Semmai mi parrebbe più adatto Ilicic, ma la questione di fondo è proprio quella di andare in campo sabato senza punte.
Certo, se Montella non “vede” Matri, e con Matos ancora acerbo per un impegno del genere, mi arrendo e mi metto a sperare nelle incursioni di Aquilani e/o Borja o in un numero da fuochi d’artificio di Joaquin o Ilicic.

E lo saremmo anche noi al posto loro, pensando di affrontare una formazione senza i tre giocatori chiave dell’attacco.
Questo è quello che racconta l’ottimo Sardelli da Napoli (a proposito, stasera, dopo Toldo, proponiamo un’intervista speciale, da lucciconi) e questo è anche un ottimo punto di partenza per la sfide dell’Olimpico
Non è certo il classico caso della squadra, la Fiorentina, che non ha nulla da perdere, perchè non vincere la Coppa Italia sarebbe bruciante, però è vero che il peso del pronostico alla fine in qualche modo pesa.
E’ curiosa e al tempo stesso interessante la strategia della comunicazione viola, che fa parlare nella stessa settimana Borja Valero e Gonzalo Rodriguez, cioè due big in pochi giorni, dopo aver centellinato per mesi la presenza dei giocatori in sala stampa.
Una sfida come quella di sabato si prepara a tutti i livelli nei minimi dettagli e anche in questo la Fiorentina pare essere cresciuta, se poi ci facessero sapere qualcosa in più su Gomez saremmo tutti più contenti.

Un’ottima prova di maturità dopo un inizio un po’ strano, in cui sembrava che non ce ne importasse molto di giocare e vincere la partita.
Ma poi è venuta fuori la Fiorentina, che per quanto acciaccata in attacco vale molto di più di un Bologna senza capo né coda e destinato alla serie B.
Il pensiero comune è: ci mancano i tre fortissimi dell’attacco, come diavolo facciamo a fare gol al Napoli?
Beh, proviamo a fare come negli scacchi: avanziamo gli altri, vediamo se qualche inserimento di Borja (ancora un po’ giù a dire il vero) e di Aquilani (molto tonico dal punto di vista. atletico) fa la differenza.
E poi abbiamo sempre la variabile della luna, cioè se sarà storta oppure dritta, e mi riferisco in parte a Joaquin e soprattutto a Ilicic: come si alzeranno la mattina del 3 maggio?
Saranno ispirati oppure nocivi per la Fiorentina?
Su quelle cose non può operare neanche Montella, dipende tutto dall’estro.
Su Rossi non dico più niente, a me pare impossibile che possa giocare anche solo uno spezzone di gara, ma siamo tutti qui pronti a farci sorprendere.

Spinto dall’amore verso la Fiorentina, ad un certo punto, diciamo a metà di questa settimana, ho cominciato anch’io a credere nel miracolo Rossi.
Gomez no, sulla gestione dell’infortunio avevo lo stesso atteggiamento mentale mostrato oggi da Montella: non avrebbe mai recuperato e i motivi sarebbe bene che ci venissero spiegati con dovizia di particolari perché a Napoli eravamo tutti convinti che sarebbe rientrato nel giro di un mese, cioè in questi giorni.
Ma se Pepito non va neanche a Bologna come convocato, mi dite come si fa a pensarlo disponibile per la finale a quattro mesi dall’infortunio col Livorno e senza aver mai toccato il campo?
Poi possiamo continuare a distrarci e farci del male sperando nel gran finale all’americana, ma a ma pare che forse fin da domani sera dovremmo entrare tutti in partita nel modo più assoluto, perché siamo senza attacco e il Napoli (con noi senza attacco) è più forte.
Mi sono accorto che ho parlato solo della finale e non della gara di domani, su cui ogni pensiero è possibile: bisognerebbe non considerarlo “solo” un allenamento importante, ma capisco bene come sia un esercizio mentale di grande difficoltà.

Angelo Giorgetti è una di quelle persone a cui darei le chiavi di casa sicuro che ritroverei tutto meglio di prima, una cosa che ho già scritto per Saverio Pestuggia e non è un caso che ci siano delle similitudini tra i due (Giorgetti scrive meglio, Pestuggia è un asso del web).
Faccio la premessa per dire della sua onestà culturale, che è assolutamente fuori discussione.
Succede quindi che con la sua ottima penna Angelo scriva un pezzo elogiativo di Bernardeschi, il nuovo enfant prodige viola utilizzando un espediente: virgoletta cose risapute e assolutamente innocue al solo scopo di rendere più scorrevole la prosa.
Bernardeschi, che mi era sempre sembrato molto disponibile grazie anche all’intercessione del Crotone, ha un padre che fa l’avvocato e che scrive addirittura a La Nazione pretendendo una rettifica ufficiale perché quelle cose (che tra l’altro non si capiscono neanche bene) il figlio a Giorgetti non le aveva mai dette.
La Nazione (che non è il mio giornale) e Giorgetti (che non è un nostro opinionista) sono costretti a rettificare.
Bene, anzi benissimo: la famiglia Bernardeschi è soddisfatta, ma se continua così il calcio finisce entro poco tempo, è matematico.
E se ci prendessimo tutti un po’ meno sul serio?

Prendo atto con senso democratico che non siete d’accordo sul mio disaccordo, pazienza, è il bello del confronto

Se Rossi e Gomez non rientrano nel gruppo oggi, o al massimo domani, io riporrei ogni ragionevole pensiero di averli a disposizione anche solo per un tempo tra undici giorni a Roma.
Le finali di competizioni importanti sono purtroppo piene di grandi giocatori non in grado di essere all’altezza del compito a loro assegnato: basterà ricordare Baggio nel 1994 in America o Ronaldo quattro anni dopo in Francia e a me sembra inutile e anche limitativo puntare le nostre carte sui due campioni che non ci sono e, soprattutto uno, ci sono stati davvero poche volte.
Vediamo cosa succede in queste ventiquattro ore e poi per favore smettiamo di farci del male da soli, anche solo pensando a quello che potrebbe essere e, molto probabilmente, non sarà.
Se poi recuperano, io sarò felicissimo, ma ci credo veramente poco.

La vera domanda al termine di una serata molto grigia è questa: con chi giochiamo in attacco all’Olimpico?
Ok, ci dicono che martedì Rossi riprenderà con gli altri a pieno regime (ma non era Gomez quello più avanti?), ma intanto voglio la conferma della notizia e poi non riesco a convincermi del tutto della possibilità di mettere Pepito dentro fin dall’inizio con così pochi giorni alle spalle di contrasti veri.
Matri è stata una delusione totale, l’ennesima.
In più non giocherà a Bologna e allora bisognerà andare alla cieca, tirare la monetina e sperare che uno tra lui e Matos faccia il centravanti per una sera.
Il ragazzino si è involuto, va a cercare le fasce perché a stare là davanti, per giunta da solo perché Ilicic è un simulacro di giocatore, ancora non ce la fa, però intanto tra una settimana gioca lui e si spera che finalmente si sblocchi perché ora i minuti messi alle spalle in serie A senza lo straccio di un gol cominciano ad essere tanti.
Sulla partita poco da dire: sono più forti e hanno vinto.
Noi c’eravamo poco, il problema è che adesso c’è l’Inter a 2 punti e in vantaggio nei confronti diretti: cerchiamo di non sciupare tutto in questo ultimo appassionante mese.
Buona Pasqua a tutti.

Farei giocare Matri per vedere se esiste un minimo di possibilità di recuperarlo in vista della finale di Roma.
Matos ha avuto le sue occasioni, ne avrà altre perché è un ragazzo sveglio e bravo tecnicamente, ma purtroppo nel calcio bisogna metterla dentro ed essendo ancora a quota zero in campionato mi pare che non sia scattata quella scintilla che avrebbe acceso i motori per la gara contro il Napoli.
Credo pochissimo al recupero di Rossi e Gomez: credo che ci si voglia fare abbastanza del male nel prospettare scenari rosei secondo i quali in dieci giorni si recupera una condizione che oggi è abbondantemente sotto il 50%.
E poiché Montella è molto più saggio di tanti sognatori, e vuole giustamente uomini in grado di garantire una condizione atletica accettabile, a me pare che siamo parecchio aggrappati a Matri e ai suoi gol.
Non si hanno invece più notizie di Rebic, neanche per sbaglio: ormai è considerato, tecnicamente parlando, un disperso ed è un vero peccato perché su di lui la Fiorentina ha investito una somma ragguardevole per l’età del ragazzo.

Vista la disponibilità di Borja Valero, io cinque minuti li troverei per fargli firmare il nuovo contratto, magari la prossima settimana, prima della finale di Coppa Italia.
Qualche mese fa scrissi che mi sembrava un po’ presto per parlarne, ma di fronte alla manifesta volontà dello spagnolo (e anche di Gonzalo), se non ci sono richieste folli di aumento di ingaggio, io darei un bel segnale mediatico e pure tecnico, perchè Borja e Firenze sembrano nati per stare insieme e non mi stupirei di una sua permanenza definitiva in città.
E anche se capisco che in questi momenti non è facile trovare il tempo per fare tutto, io mi ritaglierei un altro po’ di spazio e troverei altri cinque minuti per far firmare (finalmente!) il rinnovo a Pradé, meglio ancora se per due stagioni, per avere il tempo di programmare.

Se avessimo Messi con un nonno italiano, lo capirei perché si farebbe, come si dice, di necessità virtù, ma così no, proprio no.
Non è per fare il nazionalista a tutti i costi, ma già Camoranesi nel 2006 mi sembrava una forzatura ed era, mi pare, piuttosto bravo (poi piazzarono Semioli al suo posto e si vide la differenza).
Ma che la Nazionale italiana debba mettere dentro con la maglia azzurra giocatori assolutamente normali come Romulo, Thiago Motta (ancora!) e Paletta mi pare senza senso: possibile che non esistano in Italia difensori e centrocampisti al loro livello?
Stavolta non sono assolutamente d’accordo con Prandelli e non parlo di scelte tecniche, ma di criteri di scelta: va bene la globalizzazione ed il mondo senza frontiere, però giocano le rappresentative dei rispettivi Paesi e un minimo di appartenenza ci dovrà pur essere, o no?

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