Fiorentina


E realista.
Andrea Della Valle è stato onesto: “farò di tutto per trattenere Cuadrado, ma è una trattativa difficile anche se abbiamo l’esperienza necessaria per gestirla”.
Credo che non si possano fare previsioni e torno a ribadire che dipenderà al 50% dall’offerta e al 50% da quello che vuole fare il giocatore.
Intanto la madre del giocatore ha smentito la lettera in cui parlava della volontà di voler rimanere a Firenze: corretta e onesta pure lei, perché Cuadrado non è un ragazzino, ma un giovane uomo di 26 anni che mi pare (al contrario di altri) di avere la testa sulle spalle.
Lasciamole stare le mamme da questa storia.

Lo so, ragazze e ragazzi, che sarebbe molto più popolare salire su un’ideale balaustra mediatica e urlare ai quattro venti “Cuadrado va tenuto a tutti i costi”.
Ma siccome non ho mai preso in giro nessuno e spesso, magari sbagliando, mi inerpicato su tortuosi sentieri che mi portano sempre a duire quello che penso e che magari mi hanno pure causato qualche problemuccio (vedi alla voce Heysel), ecco che provo a fare un ragionamento più di testa che di pancia.
Se davvero qualcuno offre 40 milioni per il cartellino del giocatore che più ci mette in apprensione, è quasi certo che a lui propongono come minimo 3 milioni e mezzo netti di ingaggio per poi salire nelle successive tre, quattro stagioni.
E noi quei soldi non li possiamo spendere, anche perché è perlomeno fantasioso pensare di dare per esempio a Borja Valero un terzo dello stipendio di Cuadrado (Mario Gomez è un’altra cosa, lui quei soldi li prendeva già al Bayern e lo sapevano tutti).
Se davvero arrivano a 40 milioni, la Fiorentina fa una plusvalenza di oltre venti milioni, ammortamento compreso, ed elabora un po’ meglio il lutto calcistico, che pure resta fortissimo.
Alla fine, purtroppo, è tutta una questione di quattrini.

Scusate, per tutti quelli che si indignano e si arrabbiano con me perché avrei fatto una valutazione misera di “appena” 40 milioni: ma pensate che a Udine siano completamente idioti?
Se ci hanno venduto la metà di Cuadrado a 15 milioni, quale credete che sia la valutazione che loro hanno dato al giocatore?
Premesso che per ora la Colombia ha fatto ottime partite e Cuadrado è stato da 7,5, quanto credete che possa valere un Mondiale giocato alla grande, sempre ammesso che la Colombia vada lontanissimo e il nostro uomo sfoderi grandi gare conto gli squadroni?
Dieci milioni possono bastare?
Ma lo sapete quanto sono “lunghi” nel calcio e nel mondo di oggi dieci milioni di euro?
A me sembra che molti di voi parlino e scrivano solo per vedere l’effetto che fa…
Detto naturalmente col massimo affetto.
Comunque se ADV a 40 non lo vende, io sono felicissimo e se ce ne offrono 50 va benissimo, chiaro?

Dove eravamo rimasti?
Ah sì, che avrebbe rinnovato quasi certamente, che però gli sarebbe piaciuto tornare in Cile, che però non è detto…
Tra undici giorni gli scade il contratto e si sono perse le tracce di trattative e certezze.
Rimane?
Lo snodo tecnico-tattico è importante quasi come quello di Cuadrado (a proposito, domani alle 20 scadono le comproprietà…) perché se si decide di non affidarsi ancora alla sua regia, bisognerà pensare ad un’altra Fiorentina, con altri schemi e altri uomini.
Strano comunque il silenzio calato sull’intera faccenda che solo una ventina di giorni fa sembrava essere per tutti di primaria importanza.

Di solito sono molto freddo sull’esigenza di tenere i giocatori a tutti i costi.
Baggio fu lo spartiacque: ci credevo tantissimo, mi battei, feci quello che potevo nel mio piccolo e andò male.
Poi su Roberto ne ho sentite di tutti i colori, ma io preferisco conservare il ricordo di un sogno finito male.
Bati, il più grande, fu un’altra cosa: lui voleva andare via e fu conveniente per tutti, anche se poi sputtanarono i 70 miliardi di lire presi per un giocatore di 31 anni.
Chi vuole andare, si accomodi, a cominciare da Jovetic, ma Cuadrado è un’altra cosa.
E’ un giocatore non classificabile, che non si sa dove possa arrivare e che ha un prezzo indefinito, ma il calcio non è solo quattrini, ma fantasia, voglia di beffare il potere.
Per questo, come tutti, tra oggi e domani io aspetto il regalo di Andrea Della Valle, perché di questo si tratta: uno sfizio, la voglia di dire no a chi è economicamente più forte.
E poi, naturalmente, bisogna avere la forza di trattenerlo.

In tutte queste triangolazioni per capire meglio il futuro di Cuadrado, e quindi anche del mercato viola prossimo venturo, ci siamo dimenticati dell’attore più importante, il giocatore.
Non ha certo gli odiosi mal di pancia degli ultimi diciotto mesi di Jovetic, ma non l’ho neanche mai sentito urlare al mondo che vuole restare a Firenze in tutti i modi.
Insomma, qualcosa che assomigli anche vagamente alle dichiarazioni d’amore più volte ascoltate da Borja Valero.
Attenzione: non ho scritto che se ne vuole andare, solo che mi sembra strano non considerare la variabile disponibilità del colombiano, per esempio se è disposto a rinunciare ad una partecipazione alla Champions.
Senza contare l’aspetto economico, se è vero che gli sono stati prospettati guadagni quadrupli rispetto agli attuali emolumenti fiorentini.
Bisognerà quindi agire di fioretto per arrivare in fondo e ottenere l’unico risultato che ci interessa: tenere Cuadrado a Firenze.

Ma si può?
Ho appena finito di rivedere su Sky il 4 a 2 contro la Juve e, solo in casa, mi sono alzato in piedi dal divano a braccia levate.
No via, non sono normale.
Oppure è giusto conservare dei sani anticorpi infantili contro il logorio della vita moderna, chi lo sa…

Quando morì Enrico Berlinguer, e domani saranno trent’anni esatti, io ero in Puglia ad aspettare che la Fiorentina si facesse buttare fuori in Coppa Italia dal Bari che stava in serie C.
Quello che provavo in quei giorni (si era sentito male il 7 giugno) è splendidamente sintetizzato da Gaber in “Qualcuno era comunista”: “perché Berlinguer era una brava persona” (e “Andreotti non era una brava persona”, ma questo è un altro discorso).
Con tutta la ruvidezza dei miei vent’anni o poco più riuscivo a capire che era successo qualcosa di gravemente importante, che se ne era andato un gigante, anche se non era mai passato dal terribile test di dover governare, perché stare all’opposizione è sempre molto più semplice.
Io ero uno di quelli che pur non avendo niente a che spartire con la dottrina comunista, per cui provavo una sincera idiosincrasia, votavo PCI proprio perché c’era Berlinguer, e con lui sceglievo uomini e donne (poche, pochissime, ad essere sinceri) di cui sentivo di potermi fidare.
Per una forma di pigrizia mentale, ed avendo avuto “il peggior partito socialista d’Europa”, ho continuato a dare il mio voto ai successori di Berlinguer, che spesso neanche lo meritavano.
Quella morte fu uno spartiacque: a rendere omaggio alla salma venne pure Giorgio Almirante, il nemico di una vita, un fascista che avrebbe fatto certamente fucilare Berlinguer quaranta anni prima a Salò, ma che nel 1984, dopo decenni di battaglie politiche, ne riconosceva la grandezza morale.
Dopo sarebbe arrivata Tangentopoli, che c’era anche prima, Berlusconi e tutto il circo che ci siamo meritati e Berlinguer ci manca ancora di più di trent’anni fa.

Continua la maledizione della Primavera, l’ultimo scudetto è del 1983, un po’ tanto per quella che è sempre stata considerata una grande scuola a livello giovanile.
Ieri sera ho sperato che ce la facesseroad arrivare a giocarsi la finale per il tricolore, ho ascoltato la giovane e ottima accoppiata Zoccolini-Rossi e guardato la partita: ci sono andati vicini, ma non conta.
Credo che Semplici e i ragazzi viola meritino lo stesso l’applauso generale, pur constatando che non mi pare ci siano giocatori già pronti per Montella in quello che dovrebbe poi essere lo scopo fondamentale delle giovanili: creare valore aggiunto, mettendo dentro un titolare almeno ogni due anni.
Ci siamo fatti rimontare due volte con l’uomo in più, è vero, ma a 18 anni non si può pensare di avere la capacità e la malizia per saper gestire un risultato.
Vediamo adesso cosa succederà con Semplici, se sarà confermato per il quarto anno oppure no: se succedesse, sarebbe un piccolo record.

Lo dico io prima che lo scriva David…
E s’era preso pure Higuain!

Eh, lo so: stavo per vincere il premio Nobel per la letteratura, poi è successo qualcosa che ancora non riesco a spiegarmi, ma giuro che era quasi mio…

David Pizarro è un giocatore straordinario come tecnica, ma condiziona la squadra, nel senso che se c’è lui siamo obbligati a giocare in un certo modo, alla fine inevitabilmente imprevedibile.
In tutta onestà a me pare che la sua stagione sia stata da 6,5, tra l’altro segna pochissimo, però è vero che quando è mancato sembravamo un’altra squadra proprio perché abituati da sempre a cercarlo come unico punto di riferimento per far ripartire il gioco.
Comincerei a pensare seriamente ad una Fiorentina senza di lui perché nessuno, neanche Pizarro, può sfidare le leggi della natura e se dal primo al secondo campionato il rendimento è sensibilmente calato mi pare difficile immaginare a 35 anni un’inversione di tendenza.
Ci si potrebbe quindi lasciare col sorriso sulle labbra e senza troppi veleni: la Fiorentina ha dato a Pizarro e Pizarro ha dato alla Fiorentina, il rapporto mi pare equo, anche al netto delle stucchevoli polemiche dell’estate 2013.
Mi sbaglierò, ma Montella ci sta seriamente pensando ad una formazione senza il cileno, poi può darsi che lo voglia di nuovo a tutti i costi, ma io non mi dispererei se per caso non dovesse tornare a Firenze.

Qui si sta esagerando con Prandelli ed io non riesco a capire, ma forse è un mio problema perché non riesco a sintonizzarmi con la parte più arrabbiata di voi.
Ha sbagliato a non chiamare Rossi, la vicenda è stata gestita molto male, ma a me paiono fuori luogo anche le esternazioni del nonno di Rossi e anche, a dirla tutta, andare ad intervistare il nonno di Rossi.
Resta comunque il quesito per me senza risposta: ma che vi ha fatto Prandelli di male?
Sento in giro cose asssurde, gente che gli dà di gobbo, che lo accusa di non aver vinto l’Europa League (come se in panchina fino alle semifinali fosse andato un altro tecnico), di essere stato un male per la Fiorentina.
Io da tutto questo prendo le distanze: Prandelli è un ottimo allenatore e, per come ho avuto modo di conoscere, vale molto anche come uomo.
Poi sbaglia come me, come voi, come tutti, ma tutti questi veleni mi sembrano davvero fuori luogo.

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