Fiorentina


Tutto perfetto, sì, a cominciare dal ripristino del gemellaggio, a cui personalmente tengo tantissimo.
L’eroico Paolino Biagiotti ha rischiato l’incolumità fisica andando da bravo segugio a scoprire dove stava avvenendo il pranzo della totale riconciliazione.
I tifosi del Toro hanno pessimi rapporti con la stampa e non hanno proprio gradito l’intrusione, un grazie a nome della redazione a chi dei nostri ultra ha riconosciuto Biagiotti e ha certificato sulla sua totale buonafede (viola).
A vederla ora è andata benissimo anche l’assenza di Toni, che tanto ci aveva preoccupato dalle 18 in poi. Reginaldo ha fatto il suo dovere e a me è parso che si sia giocato tatticamente e mentalmente come l’anno scorso: meno possesso palla e tanta tecnica e cinismo nel rovesciare le situazione tattiche.
Poco da aggiungere su Prandelli e una volta tanto posso dire di averlo detto e scritto ad agosto: fidiamoci di lui, pensavo, perché é l’unico in Italia che può portarci fuori da una situazione del genere.
Lo sta facendo ed è sempre più grande.

Questo blog serve a qualcosa.
Per esempio a farmi ragionare sul livello di imbecillità che raggiungo quando (per fortuna molto raramente) mi scappa un’imprecazione/bestemmia allorché qualcosa vada per traverso o provi un dolore fisico improvviso.
Bestemmiare è da idioti, non ci sono altri commenti da fare: non aggiunge nulla a chi pronuncia quelle parole e offende la sensibilità delle persone che credono in Dio esattamente come è da idioti provocare il popolo islamico con vignette e magliette che sbeffeggiano Maometto.
Chi lo fa scientificamente mi fa venire in mente la fase fecale dei bambini, quando cioè i piccoli per darsi un tono cominciano a dire parolacce a volontà. Parole ascoltate dai grandi e di cui spesso non conoscono il significato.
Se poi a bestemmiare è una curva intera, una delle mie due curve, è doveroso prendere le distanze da questo atteggiamento offensivo, sperando vivamente che non si debba assistere a penosi bis.
Noi fiorentini sappiamo fare molto, ma molto di meglio che offendere la sensibilità di tante persone che vengono alla stadio solo per tifare viola.

P.S. Mentre rispondevo ai vostri post mi è venuto in mente un fatto paradossale: sbaglio o questa volta, nonostante il coro incivile con bestemmia, non abbiamo beccato la solita multa?
Cioè: se insulti Carraro o Matarrese con uno striscione paghi cinquemila Euro, se insulti Dio vai liscio?
Splendidio, non vi pare?

Siamo partiti/4 mi sembrava un po’ limitativo, meglio “Stiamo arrivando”, rende di più l’idea.
Sta andando come nello scorso campionato: sembrano tutte partite facili, poi leggi il tabellone di giornata e scopri che il Catania battuto bene tre settimane fa ha strapazzato la Lazio, magari la Reggina, dopo aver sconfitto la Roma, torna mercoledì al successo.
Ci stiamo innamorando di Mutu, a me piace anche per come rincorre l’avversario, non speculando mai sulla sua classe.
In questo è più Rui Costa che Edmundo.
Blasi ci conforta, Santana ci intriga, Ufo è in netta ripresa.
Saremmo terzi in classifica, senza Palazzi e Sandulli.
In settimana aspettiamo i gol di Montagna, Morbidelli e Bruni nell’arbitrato.

Ho pensato alle pressioni che deve sentirsi addosso Prandelli per questa storia di Montolivo e Liverani insieme.
E’ vero che c’è di peggio nella vita, ma proviamo ad immaginare al diametro crescente degli attributi del tecnico ogni volta che viene in sala stampa o va al bar sotto casa e uno di noi gli chiede: “scusa, ma perché non giocano in coppia?”.
Io sono dell’idea che Montolivo sia ancora un po’ troppo “ragazzo” (nel senso tattico del termine) per un azzardo del genere epperò non esiste gara più adatta di quella con la Reggina per toglierci lo sfizio.
Ho sentito e letto le tabelle più astruse sui punti fatti con l’uno o l’altro, con i due o senza i due, dimenticando un fatto fondamentale: il calcio non è il basket, i numeri contano e non contano e proprio per questo rimane incomparabilmente lo sport più bello del mondo.
Voglio dire che ci stanno tutte le teorie: magari Montolivo e Liverani insieme fanno bella figura perché spesso giocano quando c’è solo l’obbligo di attaccare e con la Fiorentina in svantaggio, a questo non ci ha pensato nessuno?
Comunque sia, proviamoli, perché anche a me piacerebbe vedere sempre in campo quelli che sanno giocare meglio degli altri.
Purtroppo però il calcio è anche un insieme di delicati equilibri, non si spiegherebbe altrimenti come mai alla fine dei conti per la vittoria del Mondiale Gattuso sia stato più importante di Totti.

Bellissima vittoria, per come è arrivata e per chi ha segnato.
Io dico però che da questa gara escono meglio di tutti Dainelli e Blasi, cioè la classe operaia che magari non andrà in paradiso, ma che può aiutarci tanto a non finire all’inferno.
Vittoria giusta, costruita con un secondo tempo stile Udine, dove non ha affatto brillato Montolivo e comunque ora in molti diranno che in coppia con Liverani si va meglio.
Forse con la Reggina, non certamente (almeno per ora) in trasferta.
Sorprendente Santana, meglio nella ripresa che nel primo tempo, quasi avesse bisogno di carburare.
Ci siamo, stiamo ritrovando lo spirito e la squadra dell’anno scorso.

Nel febbraio del 2001, alle 21 circa, squillò il mio cellulare, Valentina corse per rispondere, ma l’anticipai, forse presagendo qualcosa.
Era il giorno dopo la lite tra Antognoni e Sconcerti a Canale Dieci, una trasmissione che diressi molto male, ma con imparzialità.
“Ti sei messo contro chi non ti dovevo mettere, attento che ti spezziamo le gambe”, mi fu detto da un tizio probabilmente giovane, sicuramente con accento fiorentino.
Rimasi scioccato, ma sorrisi a Valentina (sei anni), dicendo che avevano sbagliato numero.
Il lunedì successivo Antognoni, che già in televisione mi aveva etichettato come appartenente al “Clan dei marsigliesi” dichiarò a Lady Radio che io puntavo a diventare l’addetto stampa della Fiorentina e che comunque di me non si occupava troppo perché “non gli interessavano i pesci piccoli”.
Fecero uno striscione a Bari con scritto “Guetta circonciso”: più stupidi che offensivi.
Mi arrivarono a casa due lettere: in una c’erano tre svastiche e varie offese antisemite, nell’altra ancora la minaccia di spezzarmi le gambe.
Feci denuncia contro ignoti ai Carabinieri di Grassina, dopo sei mesi mi chiamarono e mi dissero che il pubblico ministero aveva deciso di archiviare tutto.
Oggi sono soddisfatto di sapere che almeno a Roma c’è qualcuno che si è mosso contro questi bastardi che abitano in ogni città, che fanno della violenza un mestiere e che prosperano nell’illegalità facendo finta di amare una squadra di calcio.

Vorrei sommessamente ricordare a tutti voi che il blog è divertimento ed impegno insieme, ma non un obbligo.
Lo scrivo perché qualcuno si arrabbia per la mancanza di interventi su alcuni fatti accaduti nelle ultime 48 ore.
Sono giorni di grande fervore a Radio Blu e con l’anno nuovo scoprirete probabilmente il perché: può darsi che ci siano novità nella programmazione…
Andiamo per ordine: l’arbitrato.
Non capisco perché ora ci si debba arrovellare tanto sul ricorso al Tar.
L’arbitrato è una sentenza che potrebbe renderci dei punti, ma non è che se Della Valle annuncia o non annuncia il suo ricorso al Tar cambia qualcosa nel giudizio di uomini che si presume essere preparati e seri.
Con il ricorso i punti tolti dalla penalizzazione restano quelli, l’eventuale sanzione perché la Fiorentina andrebbe a violare la clausola compromissoria seguirebbe un iter processuale autonomo.
E allora, perché perdere energie preziose nel dividerci già da adesso sul ricorso al Tar?
Aspettiamo la sentenza e (soprattutto sul piano dell’immagine) la motivazione e poi ne parleremo.
Striscia la notizia: penosa, nel vero senso della parola.
Cosa volevano dimostrare con le immagini di una cena in occasione di una festa?
Una caduta di stile vergognosa che puzzava lontana un miglio di killeraggio comandato dall’alto nel giorno dell’arbitrato viola.
Toni che va dalla De Filippi.
Sarei curioso di sapre quando hanno registrato la puntata, spero prima degli impegni con la Nazionale.
Perché ad uno che è tornato giovedì mattina dopo una notte in bianco causa ritardi aerei non si può certo consigliare il giorno dopo un altro viaggetto di andata e ritorno a Milano.
Però non ne farei una questione di Stato: l’uomo è sulla cresta dell’onda e sfrutta le occasioni che gli capitano e a noi deve interessare solo quello che combina quando gioca con la maglia viola.

Non voglio dire che i nostri capi tifosi siano degli angioletti, ma leggete un po’ qua…

Estorsione alla Lazio, ordine di arresto
per Chinaglia e quattro capi ultrà

ROMA – Estorsione ed aggiotaggio. Con queste accuse il nucleo valutario della Guardia di Finanza ha eseguito nove ordinanze di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta della procura della Repubblica di Roma sulla scalata alla società sportiva Lazio. Colpito dal provvedimento anche l’ex bandiera del club biancoceleste Giorgio Chinaglia, attualmente negli Stati Uniti.
Gli inquirenti hanno disposto anche una serie di perquisizioni in abitazioni e uffici di Roma, Milano, Napoli e Trieste.
Tutto inizia a cavallo tra il 2005 e il 2006, quando Chinaglia rientra in Italia dagli Stati Uniti e sostenendo di parlare a nome di un fantomatico gruppo farmaceutico ungherese, fa sapere di essere disposto a incontrare Lotito per una trattativa finalizzata alla vendita della società. Dichiarazioni pubbliche, quelle di Chinaglia, che avrebbero determinato anomale e ripetute oscillazioni del titolo in Borsa, segnalate poi dalla Consob in una informativa finita sul tavolo dei pm Stefano Rocco Fava, Elisabetta Ceniccola e Vittoria Bonfanti che hanno affidato gli accertamenti alla Guardia di Finanza.
L’indagine della magistratura romana parte allora dalle denunce del presidente della Lazio Claudio Lotito in seguito alle ripetute minacce di morte nel caso non avesse ceduto la società.
E prende in esame appunto la scalata al club.
Tra le persone colpite da ordinanza (tutte finite in carcere ad eccezione di Chinaglia) anche quattro irriducibili della Lazio, Fabrizio Toffolo, Juri Alviti, Fabrizio Piscitelli e Paolo Arcivieri.
Gli altri destinatari del provvedimento sono Guido Di Cosimo, Giuseppe Bellantonio, un cittadino di origine ungherese Zoltan Slivas ed Enrico Bruno, che deve rispondere però soltanto di aggiotaggio informativo.

Bella gente, vero?

Ho dovuto cancellare, e me ne dispiace molto perché odio la censura, i tanti post che se la prendevano con chi ha avuto l’idea in un momento così delicato di andare a cercar buio intervistando l’ineffabile procuratore di Toni, l’ormai famoso Tullio Tinti.
Scusatemi, ma io questo blog l’ho creato e lo mando avanti solo per il piacere di dialogare insieme e non per prendermi le querele di chi non aspetta altro che un pretesto per farmi la e magari spillarmi un po’ di soldi che sinceramente preferisco dare in beneficenza.
D’altra parte che cosa avrebbe potuto dire di diverso un signore che a causa della giustissima intransigenza di Della Valle ha perso centinaia di migliaia di euro di provvigioni?
Tinti fa il suo mestiere e usa al meglio ogni cassa di risonanza che gli si presenta davanti.
Non chiedetemi pareri sull’opprtunità di un’intervista del genere: per una volta mi rifugio dietro la deontolgia professionale, stendendo un velo (se pietoso o no, decidete voi) su tutta la vicenda.

Non siamo più soli: è tornato Luca Toni.
Lo so che aveva già segnato tre gol in campionato, ma quello splendido di ieri vale di più, ha un significato speciale.
E’ la risposta a Donadoni, che non è mai stato entusiasta del bomber ed è la speranza che, caso più unico che raro, Toni non paghi il pedaggio del dopo Mondiali.
D’altra parte qui nessuno ha mai discusso le qualità tecniche del giocatore, semmai le sue scelte di comunicazioni, ma ormai è un discorso che appartiene al passato, sia pure recente.
State tranquilli che tempo un mese, se continua così (e speriamo davvero che continui così), Biscardi farà lo scoop sul passaggio a gennaio di Toni all’Inter e magari lo troveremo pure scritto su qualche giornale.
Noi ce ne fregheremo, sperando che ci siano nuovi gol: se Toni, Montagna, Morbidelli e Bruni (i tre legali viola all’arbitrato) segnano, vivremo un Natale non troppo angosciante.

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