Ovvio, per la Fiorentina.
No, io dico per chi tifiamo contro, e per chi tifiamo per lo scudetto.
Sul contro la lista è piuttosto lunga, sullo scudetto invece non saprei come muovermi.
Se siete tanto bravi da dire che tanto non ve ne importa niente di chi vince, complimenti, io non riesco mai ad essere così al di sopra delle parti.
In questo mi sento tipicamente italiano, meglio fiorentino: guelfo o ghibellino, l’importante è non rimanere neutrali.
Ci sarebbe il Palermo di Barzagli: hanno impietosamente fischiato Toni l’anno scorso, ma diciamo pure che l’ultima estate ci ha un po’ riavvicinato al caliente pubblico siciliano.
E poi la Sampdoria di Flachi e anche di Novellino (gran personaggio), oppure l’Udinese, con Galeone che ci fa venire in mente i gol che Baggio in maglia viola segnava al suo Pescara.
Ma siamo seri: nessuna di queste tre, nemmeno il Palermo, ha la minima possibilità di vincere lo scudetto.
Rimangono le solite.
Se quel genio del calcio di Mancini facesse giocare sempre titolare Toldo, avrei un minimo dubbio sull’Inter, ma così mi ha tolto di imbarazzo e non se ne parla più.
Nel Milan se ne è andato Rui Costa ed è rimasto Galliani: mi sembrano motivazioni adeguate per lasciar perdere.
Infine la Roma. Fosse solo per Spalletti, ci butterei dentro pure un po’ di emozione, ma è appunto la Roma.
Quella di Carnevale nel 1993 e delle esagerazioni, con un pubblico straordinario, ma troppo violento.
Alla fine però, turandomi il naso come alle elezioni, meglio loro di Milano.
Almeno di quest’ultima Milano, arrogante e prepotente.