Fiorentina


Eh sì, stavolta ci provo davvero a staccare la spina, addirittura per una settimana, in concomitanza con la sospensione del Pentasport.
A proposito, a parte la replica notturna, tutte le altre novità annunciate nello scorso gennaio hanno avuto il loro corso.
Parlo dello sport, ovviamente, il settore che a Radio Blu è sotto la mia responsabilità: andiamo in streaming, abbiamo dato più spazio alla Fiorentina con le tre pillole e lavoriamo ad agosto, con una sosta di soli sette giorni.
Tra breve saranno completati degli studi di trasmissione bellissimi e completamente rifatti e…insomma queste saranno ferie più serene rispetto a quelle del 2006, quando tante incognite lavorative dovevano ancora essere sciolte.
In più c’è Cosimo, che lo scorso anno di questi tempi era solo un’ipotesi ancora lontana ed invece è fantastico come le sue sorelle (concedetemi questa scivolata sentimentale da perfetto padre italiano…).
Mi porto dietro in questa breve vacanza il vostro affetto (mi auguro ci sia) ed una speranza/convinzione: tra pochi mesi ritroverò Leonardo a guidare il suo Pentasport, quello del lunedì.
A lui e a tutte le persone che stanno lottando e soffrendo andrà almeno una volta al giorno il mio pensiero.

Mi hanno chiamato almeno in sette al telefonino per sapere come aveva “davvero” giocato Vieri, ma non ho saputo dare risposta perché il test a quel punto non era probante e anche perché sappiamo che siamo ancora lontani dalle condizioni atletiche ideali.
E’ stato molto umile, questo sì, giocando sempre o quasi di sponda e parlando spesso e volentieri con i compagni, quasi cercasse di entrare in sintonia con loro.
Firenze, o almeno quei tifosi che erano a prendersi la tremenda grandinata di San Piero a Sieve, è pronta a voler bene a Vieri, questo lo si è intuito perfettamente.
E forse lui, come gli ha suggerito l’ascoltatore di Radio Blu nonno Enzo, sta cominciando a lasciarsi andare.
Per il resto abbiamo capito una volta di più che siamo legati a filo doppio a Mutu, nel senso che ogni volta che lui ha il pallone ci aspettiamo qualcosa: che la dea del calcio ce lo conservi in salute e con pochi cartellini gialli sulle spalle.

Ma ne trovate molte di squadre che per un’amichevole contro una squadra come la Figlinese richiamano in una domenica di inizio agosto in un piccolo stadio a venti chilometri da Firenze cinquemila persone?
No, dico cinquemila persone, che hanno pure pagato più o meno quanto andare al cinema.
Questa è la Fiorentina e va presa nella sua completezza, quindi pure con l’apprensione che si riserva alle cose che si amano.
E allora viene spontaneo il paragone con i settemila di cinque anni fa, più o meno di questi tempi, ma allo stadio (dove è più facile e comodo andare) per vedere una ventina di ragazzotti di buone speranze guidati da Di Livio allenarsi in fruit bianca.
Ecco perché da queste parti si discute sempre di tutto quello che riguarda i viola e anche perché non si è mai contenti fino in fondo di niente.
Esagerati? Certamente sì, ma in quanti vorebbero essere al posto nostro.

Negli ultimi dieci anni ricordo solo altre due copertine di Sport Week, il magazine della Gazzetta dello Sport, dedicate ad un giocatore viola: una per Batistuta e un’altra per Toni.
Oggi arriva la terza, per Vieri, con la differenza non proprio trascurabile che gli altri due avevano già segnato valanghe di gol con la maglia della Fiorentina, mentre Bobo deve ancora iniziare.
Mediaticamente dunque l’operazione Vieri sta funzionando alla grande: lui fa da ombrello alla crescita di Pazzini e non penso che nello spolgliatoio ci siano invidie particolari.
Chi fosse Vieri lo sapevano bene i suoi attuali compagni e quindi nessuno si stupirà se una sua battuta vale sui giornali più di una lunga intervista col magnifico Jorgensen.
Leggo poi da Calabrese su Repubblica che l’uomo è un gran professionista, in campo e fuori, e anche questa non è una gran sorpresa perché Vieri non è stato esattamente baciato dalla dea Eupalla come tecnica e, come Batistuta, deve la sua fortuna al continuo lavoro su se stesso.
Speriamo dunque che le mie perplessità (che rimangono e si basano sulla capacità di Vieri di reggere una stagione intera) siano spazzate via: nessuno, infatti, sarà più contento di me di poter dire “mi sono sbagliato”.

Prendiamo atto delle dichiarazioni che arrivano da Manchester su Rossi, parole che spiegano della possibilità per gli di riprendersi Rossi quando vogliono.
Così allora è stato davvero meglio non farne di nulla, perché poi sarebbe stato un tormentone: lo si valorizzava, magari ci innamoravamo calcisticamente e poi quello se ne tornava a Manchester.
Da San Piero a Sieve intanto arrivano notizie di un Andrea Della Valle caricato a mille: bene così, anche se qualche nostra trasmissione non gli è piaciuta, ma fa parte delle regole del gioco.
Meglio un presidente combattivo che depresso, con propositi di abbandoni della carica, com’era nella scorsa primavera.
Ricordiamoci dell’esperienza dei Pontello: il loro disimpegno nel 1986 è iniziato quando Ranieri ha lasciato il ruolo di presidente ad una persona molto qualificata (Pier Cesare Baretti) ma non della famiglia.

Sono d’accordo con Corvino, ma per motivi opposti ai suoi: la telefonate ai procuratori dovrebbero essere fatturate da Radio Blu ai procuratori stessi per pubblicità più o meno occulta dei propri assistiti.
Per questo cerco di limitarle nel Pentasport e personalmente mi sono quasi sempre astenuto.
La storia che così si allungano le trattative e che non si aiuta la Fiorentina spero sia un’ingenuità e non l’inizio di una guerra mediatica con chi non si allinea con il Corvino-pensiero, che ci vorrebbe tutti prontu solo a parlare sempre bene della viola, a prescindere.
Ma il nostro lavoro è un altro e (ahimé sì) comprende pure le telefonate ai procuratori e ai direttri sportivi delle altre squadre, altrimenti saremmo tutti dipendeti nell’Ufficio stampa della Fiorentina, che mi pare un po’ stretto per ospitare l’intera categoria.
Detto questo, se mi chiedessero chi vorresti come direttore sportivo io risponderei sempre e comunque Corvino, che in Italia è davvero uno dei più bravi (forse il più bravo, ma bisogna dirlo piano…) anche se su Giuseppe Rossi un sacrificio lo avrei fatto (lo so che la sua posizione in campo è molto simile a quella di Mutu, ma questo è un talento vero)
A meno che non sia stata colpa nostra se non è venuto, per via di quelle continue telefonate a Pastorello…

MI SCUSO CON CHI HA SCRITTO SENZA RICEVERE RISPOSTA: GIORNATA INTENSA, SPERO MI VOGLIATE PERDONARE, NON ERA, VI ASSICURO, MANCANZA DI RISPETTO NEI VOSTRI CONFRONTI.

Per me la Fiorentina morì esattamente cinque anni fa, più o meno a quest’ora, quando Leonardo Bardazzi mi telefonò dalla redazione fiorentina di Stadio per raccontarmi che Cucci aveva chiamato Rialti e Polverosi dopo aver parlato con Cecchi Gori che accusava il mondo di averlo lasciato da solo.
Ormai non c’era più niente da fare.
Sinceramente non pensai neanche per un attimo al lieto fine, cioè al fatto che la mattina dopo Vittorio si presentasse in Federazione con i 22 milioni di Euro che ci volevano per non farci fallire.
Ed il bello ed il brutto di quella storia fu che intimamente io, come molti altri, sentivo che quella fine era ineluttabile e perfino un po’ meritata, visti gli scempi compiuti negli ultimi due anni dai dirigenti e proprietari della Fiorentina.
Non sapevamo ancora che potevano esserci molte vie alternative per non fallire, come ci insegnarono negli anni successivi soprattutto Roma e Lazio.
Ho una percezione ancora molto acuta di quelle ore passate senza dormire, in preda ad un’agitazione che era un misto di preoccupazione professionale e dolore vero.
Qualcosa si spezzò per sempre in quelle ore, mi ricordo che proprio quella notte, alle 4 mi pare, dettero in televisione su Raisat Album immagini di partite della Fiorentina anni settanta.
Quella con Galdiolo in difesa, l’immenso Antognoni, un giovanissimo Galli in porta.
La Fiorentina della mia adolescenza, quella inavvicinabile dalla curva Ferrovia, quella della fotografia/santino del capitano appiccicata accanto al televisore quando lui giocava con la maglia azzurra.
Mi sembrò un segno del destino, quasi un addio alle armi per pochi intimi, anche se la mattina dopo eravamo decine di migliaia a piangere.
Poi la lunghissima diretta su Radio Blu, Ceccarini che non ce la fa a dire che la Fiorentina non c’è più (lo fece annunciare a Calabrese), Ilaria Masini in regia che piange a dirotto, io che provo a capire come caspita funzionino i diritti in serie C e parlo, parlo, parlo.
Poi la vita calcistica che ricomincia inevitabilmente con quel nome orribile, Florentia Viola, Di Livio che dice che rimane con noi e una nuova realtà da affrontare di petto per non stare troppo a pensare a ciò che si è perso.
Ma quei giorni, quelle ore hanno segnato indelebilmente la mia vita, e forse non soltanto la mia.

Gennaio 1997: sto aspettando Rui Costa che deve intervenire alla festa della Befana viola ed è in ritardo (non per colpa sua).
Davanti al Palazzetto dello sport ci sono almeno una cinquantina di bambini con penna e taccuino in mano, Rui arriva e loro gli si buttano addosso, intrevengo e prego bambini e genitori di rimandare a dopo il rito della firma perché eravamo già fuori di venti minuti rispetto alla scaletta.
Non l’avessi mai fatto: Rui mi fulmina con lo sguardo e mi dice che lui resta lì fino a quando non ha accontentato pure l’ultimo tifoso.
Ecco, diciamo che Bobo Vieri ha una visione un po’ diversa del rapporto con chi tiene in piedi questo enorme circo che dà (in parte) da mangiare pure alla famiglia Guetta.
Quello della mancanza di considerazione verso i tifosi viola di Castelrotto è solo un piccolo episodio, una bischerata, che ci dimenticheremo fin da domani a patto che Bobone capisca che qui noi diamo importanza pure ad altre cose, non solo a ciò che succede in campo.
Faccia Vieri una rapida full immersion col nonno Enzo di cosa è stata la Fiorentina negli ultimi sei anni per capire come mai c’erano 17mila abbonati in C2.
Magari la prossima volta sarà lui a rincorrere i tifosi per chiedere loro se hanno bisogno di qualcosa.

P.S. Sono andato su fiorentina.it, unico sito che seguo insieme a violanews.com, e leggo di gente che contesta perchè è stata data la notizia di Vieri e della mini contestazione dei tifosi.
A me sembra di sognare: uno segue (da giornalista) anche gli starnuti dei giocatori per quattordici giorni e poi dovrebbe ignorare un fatto del genere perché così “si fa del male alla Fiorentina”.
Hanno fatto benissimo a fiorentina.it e a violanews.com a scrivere quello che succede e vedrete se domani non ci sarà qualcosa pure sui giornali.
L’alternativa sarebbe il Miniculpop di mussoliniana memoria, ma si parla di qualche decennio fa…

P.P.S. Ci sono e le mie risposte e ci sono stati soprattutto gli autografi di ieri di Vieri a Bolzano: tutto a posto.
Lo abbiamo raccontato a Radio Blu ieri sera (bravissimi Poesio, Sardelli e in studio Pratellesi e Russo).

Agosto con novità a Radio Blu: rispondendo alle moltissime richieste delle stagioni passate da quest’anno ci saremo sempre, con la sola eccezione della settimana che va dal 12 al 18.
Sarà un’ora filata di trasmissione, tutta di notizie e commenti, a partire dalle 18, con comunque la possibilità di intervenire durante il giorno dovesse mai accadere qualcosa di importante.
E domani sera l’accoppiata Poesio-Sardelli si esibirà nella radiocornaca di Fiorentina-Larissa, appena chiuso il Pentasport.
Come si dice in questi casi: grazie per l’attenzione…

Mi ricordo bene i ritiri a cui ho partecipato come inviato di me stesso (cioè di Radio Blu): erano molto più divertenti perché tutti potevano intervistare tutti e perché succedeva sempre almeno un casino.
Questo invece, come del resto gli altri due dell’accoppiata Prandelli/Corvino, è stato un ritiro molto regolare, direi quasi “noioso” per noi della stampa.
In compenso è stato invece ottimo per la Fiorentina, che ha lavorato in tranquillità, isolando Bojinov e chi tra il suo entourage ha provato a fare un po’ di rumore, appiccicando striscioni e quant’altro.
Romanticamente mi spiace che le società di calcio si siano così “militarizzate”: il tempo passa e ogni tanto ripenso a quando andavo ancora in curva Ferrovia ed il mitico ragionier Righetti mi dava solo il pass per le interviste post partita.
Si aspettava una ventina di minuti e si faceva poi irruzione nello stanzone viola dove Antognoni, Desolati e gli altri erano ancora mezzi nudi e potevano parlare senza problemi con chiunque.
Adesso se becchi qualcuno fuori dalla super sponsorizzata sala interviste ti viene quasi il senso di colpa a chiedere qualcosa e poi comunque avverti subito l’addetta stampa del fattaccio.
Devo però riconoscere amaraemente (per noi giornalisti, ovvio) che questa è l’unica strada percorribile, perché un giocatore di serie A qualsiasi fattura ormai più di un negozio del centro e quindi non si può rischiare di mandare qualcosa di traverso con la comunicazione.
Tornando al ritiro, mi pare davvero che abbiano lavorato bene e che il clima lassù a Castelrotto sia più sereno rispetto a Firenze.
Dove, sarà il caldo, ci agitiamo tutti un po’ troppo.

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