Fiorentina


Ma quanto tira Batistuta!
Si vede che è una ferita ancora aperta: a me giuro che non me importa niente sul piano emotivo.
Ho già dato nei suoi ultimi tre anni fiorentini, il mio è solo un interesse professionale e oggettivamente non si può negare che sia stato il più grande, almeno tra quelli che ho visto a Firenze.
Reazioni isteriche su qualche sito (per la serie: l’avevo detto prima io perché sono il migliore, e allora? io ho solo espresso un giudizio e così anche voi), gente che lo infama, gente che mi stringe la mano ai semafori, gente che mi minaccia solo per aver espresso un’opinione.
Ragazzi calma.
Anche perché in questo momento il divino Bati sarà su qualche green australiano a ridere di noi e del nostro inguaribile provincialismo.
Però, se qualcuno vuole portargli una bottiglia d’olio o un uovo di cioccolata anche dall’altre parte del mondo si accomodi pure.
Da domani si passa ad altro.

Ho visto anch’io per ragioni professionali il video dell’intervista di Bati e, al contrario di molti di voi, non mi sono affatto sorpreso.
Ho sbagliato diverse cose nella mia esperienza con Cecchi Gori, un po’ per inesperienza, un po’ per eccessiva credulità, un po’ per mancanza (all’epoca) di carettere, ma sul personaggio Gabriel Omar Batistuta, secondo me il miglior giocatore della storia viola, non credo di aver commesso grandi errori.
In trent’anni di vita professionale non ho mai incontrato uno che fosse così bravo e allo stesso tempo così attaccato alle cose materiali e le sue sceneggiate per i rinnovi dei contratti (1997, 1998, 1999) le ho sempre trovate grottesche, scontate e perino un po’ tristi
Solo che queste cose le ho dette in radio e in televisione quando lui era davvero l’imperatore della città e non ce n’erano molti che la pensassero come me.
O meglio: magari c’erano, ma si guardavano bene dal venire allo scoperto.
Nel video di ESPN riproposto da violanews esce fuori la sua scarsa considerazione dei tifosi viola e di Firenze in generale, il suo sentirsi enormemente superiore rispetto a quella massa di poveracci che lo adorava e lo riempiva di regali e che gli dava sempre ragione su tutto.
Sul fatto poi di avere tutto in omaggio e di non pagare mai niente…beh conosco diverse persone che avrebbero delle storie divertenti da raccontare.
Non prendiamocela quindi troppo per quello che dice e per come lo dice, perchè questo è il vero Batistuta.
Ma se a qualcuno per avere un’intervista o una pacca sulle spalla o un saluto personale piace ancora immaginarlo un eroe senza macchia e senza paura, che ama visceralmente la maglia viola, beh continui pure a pensarla così.
E’ bello avere delle illusioni.

Mamma mia quanto eravamo diversi.
Niente cellulare, niente internet, le radiocronache con la prolunga di cinquanta metri, la RAI che lasciava fare e noi che eravamo gli unici a parlare di Fiorentina, un po’ sopportati, un po’ guardati con sospetto, un po’ matti.
Lasciarsi e rimettersi con la fidanzata, la tesi che non finiva mai, il lavoro preso con serietà, ma non certo con la frenesia di oggi.
Mi divertivo molto di più, avevo meno pensieri e molte meno responsabilità: la radio, la televisione erano ancora qualcosa che assomigliava ad un gioco, di scrivere su un giornale proprio non si parlava perché non avevo uno straccio di raccomandazione.
Si viveva (vivevo) alla giornata, ci presentavamo al campo di allenamento (più spesso il campo da baseball dove la squadra si spogliava) e parlavamo con quelli che uscivano e ci sembrava normale farlo.
Niente filtri, niente addetti stampa, niente sponsor sul pannello da far girare.
Una volta Landucci voleva picchiarmi per un’insufficienza che gli avevo ammollato a Rete 37, un’altra Baggio mi portò nella sua macchina per un’intervista di un’ora in cui mi raccontò delle operazioni e delle attese consumate a 19 anni senza far niente in ospedale, Battistini si arrabbiò perché volevamo dargli i soldi per una sua partecipazione televisiva, Cucchi era sempre gentilissimo, Di Chiara piaceva a tutte.
Un giorno Dunga fece mettere un cartello nello spogliatoio dedicato a Mattei: “prima di aprire la bocca, accertarsi che il cervello sia inserito”.
E Stefano era uno di quei ragazzi, tra i più sorridenti, il primo a salutarti quando lo incontravi, questione di educazione.
Erano già ricchi, ma non smodatamente divi: ci potevi andare a prendere un caffé e parlare un po’ di tutto, forse perchè eravamo più o meno coetanei o forse perché tutti consideravamo il calcio solo uno sport.
Sono vecchio? Può darsi, ma sono contento di averli vissuti quegli anni e di avere i brividi quando penso di rivederli tutti l’8 ottobre.

E’ colpa mia e non sua, ma a me Toni suscita emozioni molto basse, quasi nulle.
Ho esultato ai suoi gol, gli sono grato per quello che ha fatto a Firenze, ma c’è qualcosa che sfugge alla logica del mio calcio: non c’è passione, o almeno io non la sento.
E anche adesso che giocherà da avversario non è come le altre volte contro i grandi ex e non credo che c’entri il fatto che sia rimasto solo due stagioni con noi.
Sinceramente non me ne importa niente di trovarmelo contro: altro che Batistuta con la Roma, Rui Costa con il Milan, Toldo con l’Inter, lasciando perdere il Baggio juventino.
Mi sembra un rapporto solo professionale: lui ha usato la Fiorentina per diventare grande, la Fiorentina con i suoi gol sarebbe arrivata due volte in Champions.
Stop.
Oltre non si va, parlo a titolo personale, ovvio, e mi piacerebbe sapere se qualcuno ha le vibrazioni quando lo sente parlare o lo vede giocare.
Io non credo, però può darsi che mi sbagli.

Su una cosa Corvino ha ragione: che senso ha criticare la rosa perché è troppo lunga?
Lo potrebbe fare semmai Della Valle, chiedendo di rientrare economicamente dei tantissimi soldi spesi, ma dire o scrivere che può creare problemi significa sottovalutare le capacità gestionali di Prandelli.
Sul resto, siamo alle solite.
Corvino è il migliore direttore sportivo degli ultimi trent’anni viola, da Pandolfini in giù, ma vorrebbe il mondo mediatico costruito a sua immagine e somiglianza o comunque su regole che sono le sue.
I giornalisti esercitano il loro diritto di critica nelle sedi competenti, nelle radio, nelle televisioni, nei giornali.
Non può Pantaleo chiedere un confronto all’americana durante le sue conferenze stampa, anche perché magari a tanti noi piacerebbe tenere riservati certi ragionamenti per poi farne articoli o interviste.
Lui fa benissimo a criticarci, quando non si va a toccare la buonafede delle persone (a meno che non si abbiano prove in proposito), ma un approccio più soft alla discussione sarebbe consigliabile per il bene di tutti e quindi pure della Fiorentina.
Non capisco infine tutto questo stupore su quelli che stanno fuori dalla lista Uefa: se non era Semioli, era Santana; se non era Pasqual era Gobbi e via a seguire.
Sono gli incerti della rosa abbondante e mica vorremmo per caso rimpiangere i tempi in cui dovevamo infilare i ragazzini della Primavera o i bolliti (Franceschetti e Ganz) per far numero (2001/2002)?

Immaginiamoci il nostro microcosmo calcistico oggi, senza la prodezza di Gilardino.
E’ vero che siamo maturati e tutto il resto, ma perdere alla prima in casa contro la Juve ci avrebbe fatto come minimo passare due settimane con un grado di irritabilità piuttosto pericoloso.
La Fiorentina ci ha messo il cuore, si vedeva però che la manovra non scorreva come altre volte e forse, oltre a Mutu, ci è mancato soprattutto Montolivo, che nell’ultimo mese ci siamo dimenticati e che invece conterà molto.
Troppa poca qualità nel mezzo, troppo ritmo per Felipe Melo, che nel primo tempo si è visto pochissimo.
Mi avevano abbagliato un paio di lampi di Santana, ma poi si è come sfarinato e non è la prima volta che gli succede.
Maluccio pure Osvaldo e fortemente in difficoltà il lato sinistro, con Donadel ed un Vargas che comunque aveva di fronte Camoranesi.
E però l’abbiamo sfangata, per la terza volta in tre partite facciamo un gol decisivo alla Juve nel finale, in fondo sono soddisfazioni.

Bella intervista di Diego Della Valle sulla Gazzetta, ma io proprio non ce la faccio a considerare Fiorentina-Juventus un partita normale.
Nemmeno mi sforzo, a dire il vero, e lascio che tutto scorra verso la sua naturale direzione: una crescita di tensione fino alle 20.30 di domani e certe sensazioni positive o negative che scopri solo durante la partita.
La seconda volta di Ranieri da avversario al Franchi non smonta l’idea che sia abbastanza strano trovarlo lì sulla panchina bianconera.
Mi fa molto paura Del Piero, punto su un’incursione da dietro di uno dei nostri difensori e su una gran partita di Gilardino.
Personalmente sono già entrato nello spirito della gara…

Una grande soddisfazione ed un impegno mica da poco: il Gruppo Cuore crede sempre di più nel lavoro della redazione sportiva di Radio Blu e ha aumentato sensibilmente i suoi investimenti in chiave Fiorentina.
Ecco così che la capogruppo, Radio Cuore appunto, sarà la radio ufficiale viola per le prossime due stagioni e che la mia amata Radio Blu ha acquistato i diritti pure per la stagione 2009/10.
Se penso a come avevo iniziato nel mondo delle radio (cioè per pura passione e divertimento) e alle cifre che sono state investite mi vengono i brividi, è vero che sono passati trent’anni, ma insomma mi sento addosso una grande responsabilità.
Oggi poi è successa una cosa curiosa, peraltro già accaduta quando avevamo rinnovato i diritti nel 2006: tutti i siti hanno correttamente riportato la notizia, anche perché era stata data ufficialmente dalla Fiorentina.
Tutti meno uno, a cui viene l’orticaria quando deve parlare bene di Radio Blu.
Sta a voi indovinare di quale sito si tratta, ma per darvi un aiutino vi dico che è quello in cui ogni giorno galoppano liberi e felici i paladini dell’informazione toscana internettiana senza padroni, amici o parenti.
Ah, poter diventare un giorno bravi ed indipendenti come loro…

E va bene, diciamolo: ci siamo abituati bene.
Colpa di Prandelli, dei Della Valle, di Corvino e dei giocatori.
Per questo cominciamo un po’ ad allargarci, per questo il sorteggio di ieri non mi è sembrato proibitivo.
Secondo me ce la giochiamo per tutti, e non esiste nessuna delle tre squadre troppo forte in partenza.
Non sto sognando, ma solo ragionando di calcio e tutto funzionerà se gli Osvaldo, i Pazzini, i Donadel, i Semioli sapranno dare il cambio giusto a quelli che per il momento sono considerati i titolari.
Ieri stavo tornando da Praga in macchina e mi sono “goduto” il sorteggio in diretta nel Pentasport: beh, è vero, di certe cose, di essere lì con le grandi ti accorgi solo quando ci sei arrivato veramente.
Prima fai così tanta fatica che non hai neanche il tempo per pensarci.

Ancora senza accenti e apostrofi da questa misetriosa tastiera di Praga, ma non conta niente.
Conta la qualificazione alla Champions e, nel nostro piccolo, conta aver offerto un servizio che credo abbia accontentato tutti coloro che si sono messi ad ascoltare Radio Blu.
Adesso posso dirlo, sono stati giorni non facili sul piano lavorativo, con tante idee, progetti e promesse mancate.
Poi, da domenica, ho staccato la spina e mi sono messo solo ad organizzare al meglio la serata di ieri, facendo ovviamente le mie considerazioni sui tanti aspetti di questa vicenda.
Ma conta soprattutto una Fiorentina di grandissima determinazione e concentrazione, una squadra che avrebbe dovuto vincere e che se lo avesse fatto non avrebbe rubato niente.
Vista la partita di Dainelli, mi auguro che lo si lasci in pace per qualche tempo, mentre Jovetic mi pare uno che non sai mai da quale parte vada via e in questo ricorda un certo signore di cui mi limito ad indicare le iniziali, R.B.
Melo davvero eccellente nel primo tempo ed in calo nella ripresa, ottimo Donadel per come ha subito interpretato la gara e una prova buona pure per Osvaldo, meglio direi di Gilardino.
Da stasera pensiamo alla Juve e ai prossimi avversari europei.

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