Novembre 2018


Ero molto perplesso quando ho letto che Francesco Guccini aveva accettato il pressing di Vecchioni e quindi cantato insieme a lui in “Ti insegnerò a volare”.

Pur essendo molto dispiaciuto per il suo addio alla musica ormai vecchio di  sei anni, mi piaceva tantissimo il suo andarsene prima che lo chiedessero gli altri: una lezione di vita che ho sempre apprezzato e che sto cercando di applicare al mio lavoro.

Quell’accettazione mi era quindi sembrata una debolezza del grande Francesco, pur avendo riso nel racconto di Vecchioni che spiegava quanto fosse complicato farsi dire di sì.

Poi ho cercato il brano su Youtube e mi sono lasciato andare: bellissimo.

E sentirlo cantare ha fatto vibrare dentro di me qualcosa che assomiglia tantissimo all’emozione.

Cercatelo e ascoltatelo, non solo lui, ma anche Vecchioni, altro esempio di come mi piacerebbe arrivare a 75 anni.

Con questa storia del settimo posto rischiamo di afflosciarci sotto tutti i punti di vista.

Il primo a sbagliare fu in estate Andrea Della Valle, perché il presidente (o proprietario, ma cambia poco) di una squadra come la Fiorentina ha il diritto-dovere di puntare in alto, di essere più visionario dei suoi colonnelli. Sono certo che oggi non direbbe più la stessa cosa.

Quella dichiarazione, insieme ovviamente ad un mercato non certo da squadra che lotta per lo scudetto, ha lasciato nell’aria un profumo impegatizio che non mi piace per niente.

Come dire: si va bene, abbiamo pareggiato tre partite in cui ci hanno sempre rimontato, ma in fondo siamo ottavi, mica troppo lontani dall’Europa e dall’ormai mitico settimo posto…

Non è che si debba fare la rivoluzione perché non si vince da settembre, ma mi piacerebbe sradicare questa patina di grigiore che sembra avvolgerci un po’ tutti e che ci rende emotivamente sterili quasi come l’attacco viola.

La partita di Frosinone sembra fatta apposta per farci uscire da questa mediocrità psicologica, però bisogna sfruttare l’occasione.

Un portiere che para e un attaccante che segna, non è difficile.

Noi stiamo svezzando il portiere abbiamo perso il centravanti, a cui forse ho dato un voto fin troppo generoso sul Corriere, forse perché intenerito dall’enorme impegno che ci mette.

L’aspetto positivo è che la Roma, candidata alla Champions, è stata almeno sul nostro stesso livello, se non peggio.

Quello negativo è che ci hanno rimontato per la terza volta consecutiva e che la classifica questa sera sarà piuttosto opaca.

Tornando a Lafont, al di là dell’errore decisivo sul gol di Lafont, mi preoccupa l’insicurezza che trasmette in ogni uscita e contagia l’intera difesa, che ha nel portiere l’elemento più debole.

Non credo che si danneggi lui o la Fiorentina nel sottolineare la situazione, siamo a livelli altissimi di professionismo, non nel calcio giovanile, anche se il ragazzo ha solo 19 anni, ma se lo mettono in porta vuol dire che lo considerano pronto a sopportare lo stress del professionista.

Negli ultimi 25 anni la Roma, dal simpatico “appoggio” per npon segnare di Carnevale in poi,  ha scalato le posizioni nella speciale classifica dell’antipatia: voi in quali posizione la collocate?

E qual è la vostra personale graduatoria?

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