Dicembre 2013


Lo faccio io, lo facciamo tutti.
Da agosto andiamo a vedere un po’ distrattamente, magari senza farsene accorgersene, a che punto di classifica è il Milan, quanti punti di distacco ha rispetto a noi.
La terrificante fregatura dello scorso campionato ha creato uno schock emotivo dal quale ci riprenderemo solo tra qualche anno ed è per questo che ci piace tanto che sia così lontano dall’Europa.
Sono perciò convinto che il pareggio di ieri sia stato un gran risultato, che non fa scappare troppo lontano la Roma e che allo stesso tempo tiene Balotelli e compagni a distanza di sicurezza, con in più la Champions da giocare.
Mi pare che la squadra di De Rossi abbia qualcosa in più di noi, o forse in meno, visto che dispone dell’intera settimana per preparare le partite, però da quelle parti sono unoralmente più instabili che a Firenze e non si sa mai cosa riserva il destino.

Davvero una grande partita, con tre gol e almeno sette occasioni sprecate o neutralizzate da Curci.
Benissimo il gol di Ilicic, che deve ancora crescere, spettacolari Borja Valero e Rossi e io mi chiedevo come diavolo avesse fatto il Villareal a retrocedere nel 2012 avendo questi giocatori, ma se penso alla Fiorentina del 1993 non è che poi fossimo troppo lontani.
Un bel modo di chiudere un 2013 al Franchi, un anno ricco di soddisfazioni, con le perle delle quaterne a Inter e Juventus e un gioco che è ormai diventato una specie di marchio di fabbrica di Montella.
Visto che non abbiamo pagato lo sforzo di giovedì?
Adesso c’è da capire bene cosa stia succedendo con Pizarro perché a me le sue esclusioni sembrano un modo per cercare strade diverse rispetto al passato, oltre a certificare un suo scadimento tecnico ogni tanto rinvigorito da spezzoni di gara alla vecchia maniera.
A me è piaciuto molto pure Aquilani che, se ci fate csao, corre moltissimo, quasi fosse diventato un mediano, anche se mancano i suoi gol, ma visto che abbiamo al momento il miglior attacco del campionato direi che possiamo accontentarci…

Comprare tanto per comprare non va bene.
Giovedì sera Della Valle ha staccato l’ennesimo “assegnino” (cit. Ciuffi) e sinceramente non saprei nemmeno dire esattamente quanti soldi ha buttato dentro la fornace del calcio dal 2002 ad oggi, certamente molti anche se rapportati alle enormi possibilità della famiglia.
La mia premessa è molto solida, figlia degli anni al Duca d’Aosta e non piacerà ai tifosi: trovare persone che spendano in questo calcio e in questo mondo mi pare un’impresa temeraria, direi al limite dell’impossibile e quindi teniamoci ben stretti i Della Valle e continuiamo a puntare tutto su Andrea, sul suo entusiasmo e sulla sua voglia di Fiorentina.
Rimane il problema oggettivo su come spendere i soldi e su come rinforzare una squadra già piuttosto forte.
Il punto è tutto lì: in questo senso dal 2005 al 2009 sono state fatte grandi cose, dal 2010 al 2012 dei disastri terribili che ci hanno condotto alla quasi disintegrazione viola per mancanza di affetto visto il livello raggiunto da squadra e società.
Poi siamo ripartiti, con una crecita impetuosa che nessuno si aspettava e che adesso paradossalmente diventa il nostro limite.
Perché vorremmo di più, com’è naturale che sia, fa parte della natura umana.
Andrea ha detto che a gennaio non si spende e magari alla fine andrà così, ma ho la sensazione che se dovesse capitare l’occasione giusta, controfirmata da Macia-Pradé-Cognini, si metterebbe mano al portafoglio senza tanti problemi.
Solo che a dirlo prima si rischia di far alzare il prezzo…

La cosa bella è che quando la Fiorentina gioca male, come è in effetti avvenuto per gran parte del primo tempo, noi ci stupiamo, ci sembra quasi qualcosa di innaturale.
Nel secondo tempo ci siamo ripresi e siamo tornati alla manovra che piace a Montella e un po’ a tutti, e che sarebbe ancora più bella se solo ci fosse un po’ di concretezza in più sotto porta.
Il fatto è, comunque, che questo resta un gioco dove l’abilità tecnica conta più di ogni altra cosa e tu puoi pensare a mille alchimie tcnico-tattiche, ma se non si accende la lampadina a Cuadrado noi la partita non la vinciamo mai.
Chiudiamo così uno splendido girone eliminatorio con cinque vittorie e un pareggio e io dissento con buona parte dei colleghi che in sala stampa, al momento delle formazioni, non erano d’accordo sull’impiego di così tanti titolari.
Cosa avevano da dare gli altri lo avevamo più o meno visto nelle precedenti gare, quella di ieri sera era una partita vera, da giocare come se fosse campionato e non credo che pagheremo più di tanto lo sforzo domenica pomeriggio.

Sta a vedere che riscoprono l’Europa League prima delle canoniche date primaverili.
Non ricordo nel passato una rappresentanza così altolocata di squadre italiane: dentro ci sono a memoria due Coppe dei Campioni, due Coppe delle Coppe e 4 ex Coppe Uefa ed è andata non bene, ma benissimo al “Club più titolato al mondo”.
Conviene starci dentro il più possibile perché quest’anno ci sarà da divertirsi e sarà interessante vedere gli incroci televisivi e gli orari futuri.
Intanto stasera si gioca alle sette, con le giuste maledizioni dei commercianti che almeno però non hanno perso i soldi dell’abbonamento, come accade invece in campionato.
Sul mancato rispetto dei diritti dei tifosi si potrebbero scrivere paginate giuste, ma inefficaci perché tanto comandano le televisioni.
E’ l’ultima prova d’appello per diversa gente, anche se il risultato conta abbastanza: speriamo che quelli rimasti indietro si diano una mossa.

A me sembra di sognare.
C’è qualcuno che sta rimpiangendo una quasi riserva della Roma e uno che a Manchester fatica a vedere la panchina.
Ragazzi, ma siamo impazziti?
Qui è solo una questione di sfortuna nera, perché non si venga a dire adesso che potevamo aspettarci la pesantissima tegola che si è abbattuta su Mario Gomez e sulla Fiorentina.
Gonzalo Rodriguez poteva essere a rischio per via del passato, su Rossi non ne parliamo nemmeno e neanche di Aquilani, ma Gomez proprio no.
Ma poi, neanche a saperlo, io mi sarei tenuto Jovetic.
Uno che è stato per un anno e mezzo con il mal di pancia e la boccuccia, uno che ha detto quello che ha detto, uno che,ed uso un eufemismo, non è proprio stato come Batistuta a livello di generosità personale quando si è trattato di giocare malconcio.
Ljajic è un’altra cosa, perché se fosse stato possibile avrei tnuto lui lasciando perdere Ilicic (forse però dovevamo pagare qualcosa al Palermo), ma alla fine sono arrivati 11 milioni, non proprio una cifra irrisoria.
Cerchiamo di fermare i deliri, per favore.

In fondo viene da sorridere: siamo divisi tra chi è convinto che il risultato alla fine sia giusto e chi invece rivendica le occasioni sprecate.
Comunque sia, invito tutti a ragionare su un dato oggettivo: abbiamo giocato contro una delle più forti squadre italiane e abbiamo fatto la nostra ottima figura, solo che loro erano più forti.
A costo di essere ripetitivo invito tutti a ricordare da dove eravamo partiti e su cosa siamo oggi a recriminare, questa semplice considerazione dovrebbe invitarci ad essere fiduciosi per il futuro.
Niente drammi, nessuna sfiducia a Montella (ci mancherebbe altro!), prima o poi Mario Gomez tornerà e l’impianto di gioco della Fiorentina resta tra i migliori del campionato, solo che pretendiamo di più, sempre di più.
Ripartiamo con fiducia e serenità, ogni analisi di partita dipende solo dai 90 minuti di gioco, senza alcun preconcetto.

Bisogna essere sinceri: la Roma ha meritato di vincere.
Potevamo anche pareggiare e/o passare in vantaggio con Rossi e Aquilani, ma se Neto è stato il migliore, se c’è pure un palo, io credo che ci sia poco da aggiungere: sono più forti.
Poi magari con Gomez (ma quando rientra?) andava in un altro modo, però è soprattutto la difesa a preoccupare.
Prendiamo troppi gol, non siamo cattivi e anche Ambrosini ha fatto poco filtro, per non parlare di Aquilani, mentre non ho ben capito cosa sia successo a Borja Valero nella ripresa.
C’è di bello che abbiamo un Vargas in più, ma anche un Rossi inevitabilmente appannato e chiudo con una domanda: perché non è stata insierita prima la seconda punta?
E ancora più nello specifico: Rebic è così scarso da rinunciare senzaproblemi ai suoi chili e ai suoi centimetri?
Vorrei tanto vedere un allenamento alla settimana per cercare di capirne un po’ di più.

P.S.
Evidentemente non riesco a spiegarmi.
Non ho scritto che abbiamo giocato male, che siamo in caduta libera, che è tutto finito, che abbiamo sbagliato la campagna acquisti, ecc.
Ho semplicemente fatto l’analisi della partita, che è stata molto bella, e a quella mi sono limitato.
Abbiamo avuto le nostre occasioni, ma la Roma ne ha avute di più e, secondo me non ha rubato i tre punti.
Se poi si comincia a dire che il calcio è fatto di episodi, che se Aquilani prima e Rossi dopo la mettono dentro noi non perdiamo, beh…allora mi arrendo, perchéquesta è la fiera delle banalità.
Con lo stesso metro la Juve potrebbe giustificare la scoppola di Firenze, no?
Non è un dramma perdere all’Olimpico, soprattutto, giocando a tratti piuttosto bene, ma si potrà fare un racconto della gara secondo la mia sensibilità ed il mio modo di vedere il calcio o è lesa maestà?

E così, dopo 12 anni dal Ring dei Tifosi, torno a condurre un programma televisivo sulla Fiorentina.
C’era stata una parentesi con Viola show, esattamente dieci anni fa, ma quello era un quiz sui viola con un’idea carina, ma un conduttore (il sottoscritto) poco adatto al ruolo di bravo presentatore.
Ad un certo punto della vita (parlare di carriera mi pare eccessivo…) bisogna fare le cose che uno si sente dentro, se si ha la fortuna di poter scegliere e per questo avevo sempre detto di no all’idea di guidare un qualsiasi salotto televisivo, a cui peraltro ho preso parte da ospite, che è un’altra cosa con molte meno responsabilità e impegno.
Per far scattare la scintilla ci sono volute due cose: l’amicizia fraterna con Francesco Selvi, il direttore di RTV 38, e pensare a qualcosa fuori dall’ordinario.
Questo sarà, spero, “Viola d’amore” che il 19 dicembre alle 21 andrà in onda per una puntata pilota su RTV38, per poi partire definitivamente a gennaio ogni giovedì.
Ci saranno come presenza fissa Sara Lupo, Marzio Brazzini, Leonardo Vonci e Pietro Vuturo e ovviamente il pensiero corre a “Viola nel cuore”, ma la differenza è sostanziale per almeno un paio di aspetti.
Il primo è che in radio io non sono con loro e che quindi la trasmissione è totalmente autogestita, come dicevamo del famoso spazio con Mario.
Il secondo è che non prenderemo telefonate e che quindi saremo noi a proporre, ad offrire spunti e idee senza l’aiuto del pubblico.
Entreremo nelle case dei tifosi con garbo, ma anche con una sorta di irriverenza, che è poi la cifra dei ragazzi (si fa per dire, qui sotto i quaranta c’è solo Sara…) che mi accompagnano e in fondo pure la mia, perché sul calcio si può pure scherzare senza prendersi sempre sul serio.

E’ uno di quei rarissimi casi in cui credo sia giusto dire che siamo davvero tutti più soli.
Senza retorica, ma solo cercando di rileggere (o leggere per la prima volta) la storia di un uomo speciale, che non si vergognava a confessare anche le proprie debolezze.
Un gigante, reso ancora più grande dalla miseria dei tempi che viviamo.
Grazie Madiba.

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