Nel mio percorso di educazione siberiana per arrivare ad un felice e spero definitivo rapporto di coppia, sono finalmente giunto ad uno snodo fondamentale: il corretto accompagnamento della metà del cielo durante la spesa.

Dopo aver oltrepassato le colonne d’Ercole dell’Ikea, ormai doppiate con sprezzo del pericolo almeno una decina di volte negli ultimi tre anni, e dopo aver imparato un certo ordine in casa, traguardo  che mi è stato ufficialmente riconosciuto con tanto di pergamena morale, sono ora a cercare di capire cosa voglia dire “fare una spesa per la famiglia”.

E’ il caso però di ripassare un paio di definizioni guida che ho appreso con stupore negli ultimi tempi.

Frigorifero da adolescenti: trattasi del mio prezioso elettrodomestico prima della convivenza con Cristina, cioè mezzo vuoto e comunque con possibilità di concedere asilo politico a cioccolate varie e salumi assortiti Con respingimenti alla Salvini di frutta e verdura.

Prendere qualcosa per cena: frase subdola, che nasconde un mondo sommerso, perché non si specifica mai  di quante cene si parli e per quante persone.

Ovvio che in questa nebbia il discepolo (io) non sia mentalmente predisposto alla maratona e che al quarantesimo minuto all’Esselunga, in ciabatte e costume, palesi un minimo di colpevole insofferenza, che sarà poi causa di un inevitabile abbassamento sul voto finale.

Ma giuro che mi impegnerò di più per tornare alla sufficienza per poi spiccare il volo verso l’eccellenza assoluta, cioè essere spedito da solo e con fiducia “a prendere qualcosa per cena”.

A questo punto, se non dovessero arrivare Pasalic e Piaca, saremmo più o meno al livello dell’anno scorso, cioè molto orientati sul versante negativo.

Parlo di sentimento diffuso tra il popolo viola, qualcosa di indefinito e che va tenuto nella massima importanza perchè senza l’amore dei tifosi non si va da nessuna parte.

Va bene Ceccherini, ok al portiere di riserva, ma siamo ormai tutti sintonizzati da quasi un mese su quei due,   ovvero giocatori obiettivamente impensabili nel luglio 2017.

E’ anche per questo che un loro arrivo a Firenze sarebbe un segnale importante per capire che è finito un certo modo di intendere il mercato.

Aspettiamo fiduciosi, ma anche un po’ preoccupati, visti i precedenti tormentoni.

Nell’estate del 1982 la Juve aveva appena rubato lo scudetto alla Fiorentina, era infarcita di Campioni del Mondo, aveva in pratica riacquistato lo squalificato Rossi e, come se non bastasse, aveva preso i due giocatori europei più forti del momento: Platini e Boniek.

Allora come oggi sullo scudetto nessuno aveva dei dubbi: l’avrebbero rivinto loro per il terzo anno consecutivo, per una volta perfino regolarmente, dopo averlo scippato prima alla Roma (il famoso gol in fuorigioco di Turone) e poi a noi.

Il campionato era dunque una pratica già chiusa, tutti erano concentrati sulla Coppa dei Campioni, mai vinta nella storia e infatti persa ancora in finale ad Atene contro l’Amburgo.

Qualcuno vada a rivedersi come finì quella stagione in Italia, perchè nel calcio, ed è il suo bello, non esistono certezze assolute.

Neanche con Cristiano Ronaldo.

Oggi no, domani forse, ma dopodomani certamente.

Come per la rivoluzione di Gaber.

Ma quando comincia il nuovo corso dell’Italia?

E me lo chiedo senza nessun retropensiero perchè adesso quelli che ho sempre votato stanno facendo peggio di prima delle elezioni, che è un po’ come dire che Falcinelli segnerà di meno…

Solo che tra un hamburger azzannato da Salvini e una promessa di Di Maio qui stiamo ancora aspettando un primo passo verso la triplice direzione: abolizione della legge Fornero, flat tax e reddito di cittadinanza.

Personalmente mi pare vagamente possibile solo la prima, trovo (pur guadagnandoci) profondamente iniqua la seconda e completamente folle la terza, ma intanto è per quello che hanno vinto il 4 marzo.

Si decidano quindi a farci vedere se sono in grado di rispettare l’impegno con i loro elettori.

Si dice che un bravo direttore sportivo si veda soprattutto quando deve vendere, esercizio molto più difficile dell’acquisto.

E se negli anni le famose corvinate sono state obiettivamente inferiori al previsto, sul piano delle cessioni credo che Pantaleo abbia fatto veramente il massimo perchè alcuni giocatori erano veramente solo per amatori.

In questa estate dovrà però superarsi perché da Saponara in giù a me pare che pensare di ricavare, come scrivono alcuni giornali, una ventina di milioni con i cosiddetti esuberi, cioè con i vari Maxi Olivera, Cristoforo, Thereau, Eysseric sia un’impresa al limite dell’impossibile.

Se poi ci riesce, e se Rebic domani ci regala una gioia con una decina di milioni di plusvalenza, ecco pronto qualcosa di più del tesoretto e tutto sempre stando dentro il triste auto-finanziamento.

…non si prendeva noi.

Variazioni umorali sulla vicenda portiere.

Forse arriva Meret, poche partirte in serie A, ma un futuro da possibile Donnarumma: ma che sarà bravo? Perchè si spendono tanti soldi per uno che non ha fatto neanche un campionato intero? Giocava nella Spal? Vaia, vaia.

Non si prende Meret: e ti pareva? Figuriamoci se riescono a fare qualcosa di buono. Corvino è bollito, i Della Valle hanno le vipere in tasca, siamo sempre alle solite. Speriamo di salvarci.

Forse arriva Lafont, classe 1999, un centinaio di partite nella serie A francese, cioè in un campionato che almeno economicamente vale quello italiano: non ce lo daranno mai, ma ti immagini? Si farà come sempre, stiamo lì sull’albero a cantare e poi arriva qualcuno con i soldi e ce lo porta via. Quanto ci chiedono? 15 milioni? Nemmeno se lo vedo a Firenze, ci credo.

Compriamo Lafont. O che si piglia uno di neanche vent’anni? Ma sarà bono? Ho visto che nelle uscite non è un granché. Mah…

E poi i portieri francesi, che te ne ricordi uno bravo? Io no. Speriamo bene.

Ma siamo sicuri che Sportiello abbia firmato col Frosinone? No, perché semmai…

Smettere di avere paura dei cani e dormire con due nella stessa stanza.

Ritrovare magicamente l’amore dei miei sedici anni e costruirci insieme una vita nuova.

Avere tre figli e due ex mogli.

Fare il giornalista e dirigere una redazione con dieci persone.

Giocare una dozzina di volte al Franchi, un paio delle quali con lo stadio pieno (ma non certo per vedere me).

Fregarmene completamente di aver perso i capelli.

Imparare a sciare e fare il Sellaronda in meno di quattro ore.

Diventare ordinato.

Tifare per la Croazia ai Mondiali per sperare di prendere più replicas de reloj soldi dalla cessione di un ex giocatore della Fiorentina a qualche squadrone europeo.

 

Lunedì si parte, senza Davide Astori e già questo dovrebbe indurre ad una riflessione profonda che vada oltre le reazioni di pancia che abbiamo ogni giorno sulla Fiorentina: comprano? Non comprano? Quando parlano i Della Valle? Chiesa si vende o si tiene?

Siamo, almeno per ora, in Europa e anche questo dovrebbe invitarci ad un pensiero un po’ più articolato: qualcuno seriamente lo aveva previsto dodici mesi fa?

Sono stati commessi diversi errori, però Corvino imperversa meno nelle dichiarazioni auto-celebrative e qualcosa di buono (mi perdonino Bucchioni e un po’ pure Brovarone) l’avrà pure combinato se è riuscito ad abbattere il monte ingaggi tenendo sostanzialmente la squadra sul livello di quella di Borja Valero, Bernardeschi, Vecino e Kalinic?

Oppure, come all’epoca di Prandelli, se le cose vanno bene è merito dell’allenatore e se non funzionano è colpa della società, soprattutto Cognigni e Corvino?

In più abbiamo due mediani che giocano a tutto campo per il bene della Fiorentina: Antognoni e Salica e trovatemi voi una sola mossa sbagliata dai due negli ultimi diciotto mesi.

Non mi piace affatto stare dal sesto all’ottavo posto e gradisco ancora meno l’auto-finanziamento tout court, ma sono realista e guardandomi intorno non trovo niente di meglio a livello di proprietà e vedo che tante città con il famoso bacino d’utenza più ampio si sognano la nostra condizione.

Noi siamo la Fiorentina! urlano con apprezzabile e condivisibile orgoglio i ragazzi della Fiesole e dentro quelle quattro parole c’è dentro tutto, compresa però la consapevolezza di ciò che siamo come forza del calcio e quello a cui possiamo aspirare di diventare.

Il passato e la storia sono compagnie dolci e accattivanti, ma non ipotecano il futuro che è costruito sul nostro presente e su quello che possiamo permetterci.

Due impegni a cui tengo molto e che mi piacerebbe vedessero la vostra partecipazione.

Questa sera mi tuffo nelle mie figurine Panini della mia gioventù perché alle 19 presento al Torrino di Santa Rosa (la casa della Rondinella) il bellissimo libro scritto da Alberto Polverosi con Furio Valcareggi e dedicato al grande e troppo spesso dimenticato Ferruccio.

Domani invece al Florence Gate di Villa Costanza, cioè alla nuova uscita dell’autostrada tra Scandicci e Impruneta, alle 18.30 cercherò di capirci qualcosa di più sulla Fiorentina insieme a Bucchioni e De Magistris, con l’aiuto dell’indispensabile Sara Lupo e con la partecpiazione dell’ex dirigente viola Gianluca Baiesi.

In questo caso va semplicemente prenotato un tavolo chiamando il numero 055 0750605: sarò e saremo a disposizione per le domande di chi vorrà venire.

Come dice un nostro combattivo opinionista: vi aspetto numerosi!

Tanto per cominciare, gli orari.

Sono ottimi, soprattutto nel fine settimana: una partita alle 14, una alle 17 e una alle 20.

Volendo, per coloro che hanno una resistenza fisica superiore alla mia, c’entrerebbe pure un film o una puntata registrata di qualche serie televisiva da vedere a titolo compensativo insieme alla paziente  moglie/fidanzata/compagna.

E poi il livello, che pare obiettivamente alto, anche perchè sembra di essere in un film la cui sceneggiatura prevede che il meglio stia sempre per arrivare, leggi alle voci Messi, Neymar, Germania.

Insomma, pensavo peggio.

Pensavo che i miei primi Mondiali senza l’Italia per cui ho sempre tifato incondizionatamente fossero qualcosa di non troppo distante da una Coppa America o altri tornei internazionali di buon livelli e invece mi sto divertendo.

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