Pensieri assortiti su quello che ascolto da Roma e su ciò che mi raccontano fuori onda i miei ragazzi, Poesio e Russo, che ormai vivono nella Capitale.
Domani dovrebbe essere il gran giorno dei Della Valle, ma anche oggi sono attese sensazioni forti e non mi riferisco a Italia-Germania.
Fonti ufficiose danno infatti in scaletta Mazzini e Mencucci ed io ho una gran curiosità di ascoltare il primo: voglio vedere se ha almeno il coraggio di provare a toglierci dagli impicci.
Poi, i Della Valle, che sul piano del confronto diciamo così all’americana offrono il massimo della garanzia, ma chissà se basterà.
A pelle mi pare che Ruperto stia comunque offrendo discrete garanzie: ha 81 anni, una carriera straordinaria alle spalle, sa di avere gli occhi del mondo addosso e non vuole sbagliare una mossa, di conseguenza si muove con prudenza.
Un po’ troppo sopra le righe invece Guido Rossi, che mi pare una forma rivedura e corrette del dottor Fazzini, quello del fallimento viola.
Lui non aveva alcuna colpa per come è andata a finire il primo agosto 2002, però era come frullato dalla melassa mediatica, e parlava su tutto senza risparmiarsi mai.
Così succede a Rossi, a cui ormai non manca ormai che dare qualche consiglio a Totti su come battere i calci di rigore.
La storia dell’unico grado di giudizio per fare in fretta non esiste proprio in uno Stato giuridicamente evoluto.
E dalle 9 di stamani mi metto ad ascoltare su Radio Blu le notizie che arrivano da Roma, replica watches stringendo le dita perché questi sono davvero giorni decisivi.

RAGAZZI (E RAGAZZE): CALMA.
SONO SBIGOTTITO E ARRABBIATO COME VOI, MA SONO SOLO LE RICHIESTE DELL’ACCUSA, ASPETTIAMO DI SENTIRE LA DIFESA E POI ATTENDIAMO (MOLTO PREOCCUPATI A DIRE IL VERO) IL GIUDIZIO.
RIPETO, STIAMO CALMI, ANCHE SE CAPISCO CHE NON SIA AFFATTO FACILE.
CI SENTIAMO STASERA NEL PENTASPORT

Forse bisognerebbe parlarne meno, ma è difficile farlo se sull’argomento ci torna il diretto interessato con dichiarazioni che scivolano spesso verso interpretazioni difformi.
Oggi pomeriggio a Radio Radio ero a colloquio con l’autore del libro “Toni, il centravanti bello” e ho sostenuto nell’ordine che:
1) Toni è sostanzialmente un bravo ragazzo che sta pensando da almeno due mesi a cosa fare con quell’offerta incredibile dell’Inter di 4 milioni di Euro netti a stagione per tre anni (ne guadagna 1 e mezzo all’anno)
2) Toni sta continuando a sbagliare i tempi delle sue uscite mediatiche perché non può dire che è normale che il suo procuratore parli con Inter e/o Barcellona. Non è normale proprio per niente, visto che ha un contratto con la Fiorentina in scadenza il 30 giugno 2009 e quindi il suo procuratore dovrebbe semmai invitare l’Inter e/o il Barcellona a comporre il numero di Pantaleo Corvino
3) Toni non può lamentarsi del fatto che sia stata tirata nel mezzo Marta Cecchetto, viste le dichiarazioni da lei rilasciate al magazine della Gazzetta (Toni consentirebbe all’Inter di fare la differenza). Non risultamo negli archivi giornalistici dichiarazioni analoghe di Irina Batistuta, che infatti non è mai stata tirata in ballo negli anni delle battaglie del marito per gli aumenti di stipendio
4) Toni non ha proprio capito i fiorentini. Se vuole andarsene, è inutile che ogni tanto esterni in modo contraddittorio: questa è proprio una cosa che i fiorentini non riescono a buttare giù. Sembra loro, anche se magari non è vero, di essere presi in giro. Ci pensi su bene, parli con i Della Valle e dica delle cose decisive e conclusive su questa vicenda che si sta trascinando da troppo rempo.
Quello che non ho raccontato a Radio Radio è che un po’ mi sono sentito parte in causa quando Toni ha parlato di giornalisti che lo mettevano in cattiva luce col pubblico di Firenze.
Sarò tra i cattivi? Forse.
Ho analizzato con attenzione le parole scritte e dette sull’argomento negli ultimi 40 giorni e mi sono assolto totalmente perché ho sempre espresso giudizi pacati seguendo quelle che erano le dichiarazioni di Toni.
Detto tutto questo, io martedì tiferò per Toni in modo spudorato, sperando che prima ci regali la finale.
Sul resto ci torneremo a suo tempo.

Tanto lo so che in tanti mi contesterete, ma io stasera sono molto contento della semifinale mondiale dell’Italia e soprattutto dei due gol di Toni.
Trovo infatti assurdo essere contro la maglia azzurra, ma per carità non pretendo di convincere nessuno, solo che quando vinciamo con la Nazionale io sono soddisfatto.
Lo ero nel 1982 e ho ricordi precisi già nel 1968, quando diventammo Campioni d’Europa e provavo da bambino un senso d’orgoglio acuito dalla presenza in quella formazione del capitano viola De Sisti.
Ora, secondo voi, dovremmo tifare Germania nella semifinale?
Ma via, pensateci bene e proviamo a rovesciare il concetto: vogliamo dare a Carraro, Matarrese, Galliani e tutte quelle facce che hanno governato il carrozzone del calcio la soddisfazione di privarci di una cosa bella come la maglia azzurra?
Per me non è quella gente lì, ma uomini come Riva, Rivera, De Sisti, Antognoni, Bruno Conti e magari posso pure tralasciare gli juventini perché mi si bloccano le dita sulla tastiera.
Però Toni gioca (ancora?) nella Fiorentina e per stasera è l’attaccante più noto tutto il mondo, perché non dobbiamo esserne contenti e ricominciare solo da domani a pensare al processo?

Mi pare che si sia un po’ esagerato, compresi noi a Radio Blu, col definire positivamente la prima giornata molto tecnica del super-processo.
Il fatto è che abbiamo tutti una tale voglia di scrollarsi di dosso questo incubo che proviamo a rimodellare la realtà a nostro uso e piacimento.
Non mi pare insomma che il rinvio sia così fondamenatle per l’esito finale, soprattutto se abbinato all’esigenza di prendere in esame delle altre squadre che vorrebbero entrare in gioco come danneggiate dal sistema Moggi.
Siamo ancora sullo zero a zero, diciamo che per ora sono entrate le squadre in campo e ci sono stati tra gli avversari i convenevoli di rito.
Lunedì si riparte e intanto guardiamo se stasera Toni finalmente si sblocca (a proposito, sono quasi scomparsi i titoloni sui giornali che lo davano certamente all’Inter: un caso?)

E QUESTO E’ IL GRANDE NICK CECCARINI: A POCHE ORE DALLA PARTITA DELL’ITALIA, LUI, INVIATO AL SEGUITO DELLA NAZIONALE, PENSA ALLA FIORENTINA…
Non mi era mai capitato ma stavolta ho deciso anche io di scrivere sul blog di David. E’ la prima volta nella mia vita…Il direttore mi perdonerà…E anche voi…Non voglio rubargli lo spazio ma ne sentivo il bisogno…Anche io ragazzi sto soffrendo dalla Germania, ormai è un mese che sono lontano, ma la Fiorentina è un pensiero costante. E per me è sempre una gioia poter parlare ogni sera alla radio, e non solo perchè c’è da seguire il mercato. E’ soprattutto un modo per sentirmi più vicino ai miei colleghi, ai miei amici, a tutti i tifosi della Fiorentina e alla squadra che amiamo. Dalla nascita. Anche io sinceramente non vedo l’ora che questo incubo finisca. Prima possibile. Non ce lo meritiamo, anche per tutto quello che abbiamo passato in questi anni. Ma a volte sembra che ci abbiano fatto quasi un favore. In C2 però ci siamo andati solo noi, mi sembra…Io non so come andrà a finire, ma l’unico replica watches modo per farci sentire è stare tutti uniti e compatti nei momenti di difficoltà. E’ sempre stata la nostra grande forza, di noi fiorentini, e tutti ce la invidiano, ve lo posso assicurare…Un abbraccio forte a tutti. Nick

Il giorno prima degli esami sono calmi, tranquilli e determinati.
Parlando con qualche protagonista viola ho avuto la sensazione che Diego Della Valle non facesse nessun bluff: sono proprio convinti di non aver commesso alcun reato.
Adesso vanno a spiegarlo a Ruperto e gli altri giudici: non sarà facile, ma neanche impossibile.
Per ora, se possiamo, stiamo calmi noi e ovviamente anche voi, pur capendo che non sia facile.
Ieri visto un Moggi scontato, che altro avrebbe dovuto dire?
Un po’ patetica la storia della famiglia distrutta, anche se non si capisce bene cosa c’entri con le intercettazioni calcistiche il tentativo di imbrocco del figlio con Ilaria D’Amico.
Una donna intelligente comunque dovrebbe perdonare (valutazione maschilista, lo so…), semmai ci sarebbe qualcosa da dire sui diecimila Euro spesi per un week-end alla grande a Parigi.
Domani giornata importante, ma non campale e un consiglio interessato: seguitela su Radio Blu, visto che ad ogni ora, a partire dalle 10, al termine del notiziario, Ernesto Poesio farà dei collegamenti se ci saranno novità.

Dov’è finito Innocenzo Mazzini?
Sicuramente non vive più a Firenze, dove l’aria per lui è diventata pesante, ma, attenzione, tra pochi giorni potrebbe avere l’occasione di raccontarci la verità.
Mazzini sta pensando a tirare fuori dai guai la Fiorentina dicendo finalmente di essere stato lui ad avvicinare i dirigenti viola e di aver millantato molte cose a cui hanno (temo) creduto Mencucci e i Della Valle nei giorni dell’angoscia del 2005 per l’eventuale immeritata retrocessione in B?
Può darsi di sì e quello sarebbe un momento decisivo per il processo.
Occhio quindi alle mosse di Mazzini, perché c’eravamo un po’ dimenticati di lui ed invece potrebbe tornare alla ribalta.

Breve digressione sulla Nazionale: non se ne può più di Del Piero.
Se penso che accusavano Antognoni di non essere decisivo, mi viene da ridere. O da piangere, dipende.
Del Piero ha fallito nell’ordine: gli Europei del ’96, i Mondiali del ’98 (lo scempio di Baggio in panchina!), gli Europei del 2000 (le due occasioni clamorose fallite nella finale con la Francia), i Mondiali del 2002, gli Europei del 2004 e ora i Mondiali del 2006.
Per quanto tempo lo dobbiamo ancora sopportare? Contro l’Australia avrà toccato dieci palloni in tutto, facendo rimpiangere il peggior Totti della storia.
Premetto che l’uomo è serio, che il giudizio fuori dal campo su di lui può pure essere positivo, ma è il campo che conta e lì il tempo per Del Piero è davvero scaduto.
Comunque sia, la dea Eupalla ci ha aiutato e siamo ai quarti, ma giochiamo un calcio al limite della vergogna.
Sul resto che ci sta più a cuore è stata una giornata interlocutoria.
Nulla di nuovo insomma, ma solo tanta, tanta sofferenza nell’attesa.

In un Paese normale non si farebbero processi sommari e non si metterebbe il pepe sul fondo schiena dei giudici solo perché bisogna far presto e ci sono i calendari da compilare.
Non si fanno infatti processi sommari nella giustizia penale o nella civile e non si vede perché debbano essere fatti in quella sportiva, visto che qui sono a rischio centinaia di milioni di Euro, l’onorabilità e la credibilità di decine di persone, l’amore di milioni di tifosi per una squadra di calcio.
In un Paese normale non sarebbe possibile (nella giustizia sportiva) rischiare di essere condannati perché Lotito dice a Mazzini che Della Valle non si deve permettere di fare certe proposte.
Che proposte? Che credibilità ha Lotito?
In un Paese normale anche nello sport l’onere della prova dovrebbe competere all’accusa e non alla difesa, perché sarebbe impossibile per tutti noi, e quindi anche per Della Valle, provare di NON aver mai tentato di combinare Lazio-Fiorentina.
In un Paese normale prima di affidare fantasiose ricostruzioni di illeciti a volonterosi e un po’ ingenui carabinieri si ragionerebbe sull’ultima partita del campionato 2004/2005 e si capirebbe che la combine era pressoché impossibile, a meno che non si fosse tentato di tirare dentro pure Sampdoria, Bologna e Brescia.
Altro che solo Lecce-Parma (e qualcuno spieghi a Zeman il 29 maggio 2005 a noi serviva molto di più la vittoria del suo Lecce piuttosto che il pareggio).
In un Paese normale il Milan, che ha provato a costruire un sistema atto a delinquere alternativo ma meno efficace di quello della Juve, sarebbe messo molto peggio della Fiorentina e della Lazio.
In un Paese normale ci sarebbe differenza tra Lazio, che ha provato solo ad avere vantaggi, e Fiorentina che è stata bastonata per mesi prima di decidere di usare buone creanze con il potere, Moggi e Bergamo compresi.
Ma questo è un Paese normale?

…era l’ora, potreste dire, e avreste pure ragione.
Ho tentato accessi internet, ma non c’era niente, semmai bisognava portarsi il portatile da casa, ma questo non rientrava nei patti con moglie e figlie.
Comunque è stato interessante, perché ho capito cosa si prova a stare dall’altra parte del gironale o della radio: semplicemente angosciante.
Per i primi quattro giorni mi sono alzato la mattina con la paura e la speranza di ciò che avrei letto sul giornale, poi non ho più retto e nel pomeriggio chiamavo Bardazi o Pestuggia per chiedere loro a che punto eravamo.
Ora si entra nel vivo della questione, io sono molto arrabbiato e cercherò di trasformare questa rabbia in lucide trasmissioni a Radio Blu.
Primo comandamento: non perdere la testa.
Secondo: far valere le nostre ragioni e non accettare assolutamente che si faccia passare la Fiorentina come una delle protagoniste del sistema Moggi.
Ora mi leggo i vostri commenti e ci aggiorniamo a domani, tifando stasera per l’Argentina (Passarella, Bertoni e, al di là delle vicende personali, l’immenso Batistuta).

Questo blog è una strana cosa: Pestuggia ci aveva messo quattro mesi a convincermi a scrivere qualcosa ed io non ne volevo sapere, avendo una certa avversione per il mezzo.
Poi sono partito quasi per gioco e adesso mi sento come quando si va a chiedere le ferie in ufficio.
Stacco infatti per una settimana e dove andrò so già che esiste una sola postazione internet e quindi sarà dura prenderla per scrivere qualcosa.
Però mi spiace, mi sento un po’ a disagio a staccare (e succederà ancora a luglio e agosto. Fate bene ad avercela con i giornalisti: troppe ferie…) per una settimana.
Tranne rarissime occasioni in questi sei mesi e mezzo non ho mai faticato a mettermi davanti alla tastiera per dire la mia.
Spesso mi sono divertito, qualche volta arrabbiato perché, diciamocela tutta, sono un po’ permalosetto e mai credere a quelli che ringraziano per le critiche ricevute.
Comunque una settimana passa in fretta e poi mi conosco: dopo tre giorni mi rompo un po’ e può darsi che la mattina alle sei sia alla reception con il video acceso…

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