Tempi di autocelebrazioni e di mistificazioni radiofoniche.
Accade così che nel 2008 venga assegnato un premio nientepopodimeno che per “la migliore trasmissione giornalistica del 2008”, un premio di cui molti ignoravano (colpevolmente, per carità) l’esistenza.
Tra i molti che non sapevano c’era pure Radio Blu.
Ora, per vincere un premio bisogna almeno iscriversi al concorso per il premio stesso, espletare determinate modalità, cosa che non è avvenuta per nessuna delle nostre trasmissioni giornalistiche proprio perchè ignoravamo che esistesse un simile riconoscimento.
La curiosa storiella della autoreferenzialità per questo “trionfo” va avanti da alcuni giorni tra sms e spot audio.
Speravo che la vicenda finisse presto, ma mi dicono che non è così e allora alla fine, semmai a qualcuno sia capitato di ascoltare qualcosa, mi è sembrato giusto raccontare come sono andate realmente le cose.
Magari, ora che lo sappiamo, nel 2010 forse ci iscriviamo o forse no, ma nel 2009, cari amici vicini e lontani, proprio non c’eravamo.

Lazio, Chievo e ora Siena, tutte con le stesse caratteristiche, difetti o qualità.
Dove finiscono i nostri limiti e dove comincia il cinismo?
Certamente giochiamo col freno a mano tirato e tranne Mutu tutti si limitano al compitino e a volte non va bene nemmeno quello.
Tra quelli in difficoltà, Jorgensen, mentre continua ad essere in ritardo Melo.
Speriamo che Gilardino non ne abbia per troppe settimane perché il Bonazzoli visto oggi è sinderamente improponibile.
Comunque vada a finire in questa stagione, e speriamo che vada a finire bene, urge una riflessione generale e approfondita per capire chi è e chi non è da Fiorentina.

Prima domanda all’odierna conferenza stampa di Mourinho: “Come mai non ha fatto giocare in Champions Crespo e Cruz, che di solito la buttano dentro?”
Che sarebbe come chiedere a Prandelli oggi, a tre settimane di distanza da Amsterdam, il perchè del doppio cambio Almiron-Jorgensen.
E ancora: “Cosa pensa del fatto che il Liveropool ha fatto quattro gol al Manchester in una sola partita e voi neanche uno in due?”
Che sarebbe come chiedere a Prandelli dell’eliminazione dell’Ajax ad opera del Marsiglia in Uefa?
Ditemi voi cosa sarebbe successo se una conferenza stampa del genere, che a Milano è normale, fosse andata in scena al Franchi invece che ad Appiano Gentile.

“A ottobre ci siamo divertiti…”, ha raccontato oggi Monolivo, chiudendo definitivamente la polemica sulle dichiarazioni autoreferenziali di qualche mese fa.
Bene, ora si volta pagina: Riccardo Montolivo torna ad essere mediaticamente un giocatore come tutti gli altri, sperando che sia diverso solo in campo, dove può dare una mano decisiva.
Conoscendo la sua determinazione, che a volte sfiora la cocciutaggine, mi sento di dire che non c’è alcun consigliere dietro questo abbassamento dei toni, che comprende tra l’altro l’ammissione di più che evidente abbassamento di rendimento.
Bravo Riccardo.

P.S. Mi sono accorto ora che questo è il post numero 1000, una cifra che mi pareva significativo sottolineare.
Grazie a chi mi segue pazientemente fin dal primo intervento e a coloro che sono entrati in cosa.

Domani parla Riccardo Montolivo e, andando contro ogni interesse giornalistico, io mi auguro che non ci siano i consueti fuochi di artificio.
Così raccomanderò ai miei di non fare domande banali e/o provocatorie, perché di tutto abbiamo bisogno in questo moento tranne che di polemiche stucchevoli sulla stampa che non capisce niente o sul talento indubitabile autocertificato dell’ormai ex ragazzo di Caravaggio ora calciatore nel pieno della carriera.
Dirò invece alla squadra di Radio Blu di provare a parlare di calcio, perfino di moduli, cercando di entrare un po’ più in profondità.
Poi però le risposte migliori di Montolivo le vorrei davvero vedere in campo domenica pomeriggio, perché nell’ultimo mese era troppo anonimo per essere lui.

Ammenda di € 12.000,00: alla Soc. FIORENTINA per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, intonato cori costituenti espressione di discriminazione razziale nei confronti di un calciatore della squadra avversaria; entità della sanzione attenuata ex art. 13 comma 1 lettere a) e b) e comma 2 CGS per avere la Società adottato idoneo modello di organizzazione e concretamente operato con le forze dell’ordine a fini preventivi; recidiva specifica.

Eravamo a vantarci giustamente di avere una curva senza coloriture politiche, nonostante i tentativi di qualche testa rasata di infilarsi dentro per far casino.
Parlavamo di terzo tempo e di fair play, concetti fondamentali della fisolofia dei Della Valle.
Ora invece siamo qui a dire che non è vero, che altri sono più razzisti di noi, che Balotelli è un provocatore, che i buu e i “mangia la banana” sono un modo per aiutare la squadra.
Complimenti davvero a tutti questi idioti, continuate pure a farvi e a farci del male.

…dieci partite perse in campionato, e quattordici in stagione, sono troppe, comunque la vogliamo girare.
Di fronte a partite come quella di Milano non sai cosa dire, perché a toppare sono stati i migliori: Mutu, soprattutto, ma sinceramente un po’ pure Frey.
Non ho rivisto il primo gol dell’Inter, dal vivo l’impressione è stata quella dell’incertezza di Sebastien, insieme a mezza difesa.
Mutu mi ha ricordato Baggio a Torino nella prima finale Uefa, tu non puoi credere che uno così bravo non la metta dentro davanti al portiere (peraltro eccezionale sul primo intervento), eppure è andata così: uno così bravo sbaglia e alla fine perdi la partita.
Segnalo sommessamente che le ultime notizie di Montolivo risalgono ai primi giorni di febbraio, alla partita col Bologna in trasferta.
Da allora si è inabissato e nessuno sa spiegarne il perché.
Gli fa compagnia Kuzmanovic, che sta giocando la sua peggiore stagione in viola, mentre ha funzionato il cambio di posizione tra Jorgensen e Melo.
Bene anche Vargas, che non ha fatto rimpiangere Pasqual e Comotto, ma, ripeto, perdere dieci partite su ventotto in campionato è davvero troppo.
E il quarto posto non ce lo regaleranno per i meriti acquisiti in passato.

Secondo me ci stiamo un po’ troppo caricando da soli e la stiamo facendo un po’ meno difficile di quanto sarà in realtà.
Forse è una mia impressione, ma è come se pensassimo che l’Inter sia ripiombata nei casini di qualche anno fa e quindi, proprio per questo, ci concederà qualcosa.
Temo che non sarà così e farci conto vorrebbe dire partire col piede sbagliato.
Ovviamente sto parlando di ambiente esterno alla squadra, non di quello che succede nello spogliatoio.
E veniamo al fatto tattico.
A me pareva che Jorgensen vice Santana non avesse demeritato e che Melo come vertice basso avesse trovato, pur con lo scadente stato di forma delle ultime gare, un proprio equilibrio.
Sinceramente non capisco il motivo dell’inversione di ruolo tra i due e sono curioso di vedere se poi questo cambio avverrà davvero tra due giorni a San Siro.

Qui si tratta di essere obiettivi, al di là dell’antipatia per tutti i favori che il Palazzo le sta facendo da anni, di Carnevale e delle invasioni barbariche nelle loro trasferte fiorentine.
Ragazzi, a me sarebbe piaciuto vedere la Fiorentina giocare una partita come quella della Roma di ieri sera.
Una partita di altri tempi per abnegazione, con Totti che per 120 minuti ha corso con una gamba sola, Juan azzoppato che segna il gol della vittoria, Pizzarro stirato eppure sempre in campo, Aquilani mezzo rotto che entra lo stesso, Montella che gioca 30 secondi e segna in quel modo il rigore (ma Vucinic l’avranno frustato nello spogliatoio?).
Avrebbero sinceramente meritato di passare il turno e sono stati gli unici ad esserci andati veramente vicini, perché, al di là delle occasioni avute dall’Inter, il Manchester era veramente di un’altra categoria nei 180 minuti, e la Juve è sembrata inferiore al Chelsea.
Ai rigori ho tifato Roma, lo confesso, e non solo per interesse personale, cioè viola, ma perché hanno, come si diceva una volta, veramente gettato il cuore oltre l’ostacolo.

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