Lo so che bisognerebbe essere concentrati solo sul Cagliari, però ieri mi sono goduto i due quarti di Champions e quasi automaticamente mi sono venuti in mente i colpi pensati e mancati dalla Fiorentina.
L’ultimo temo sia Ivanovic, che sarebbe stata una splendida corvinata, ma che non si riesce a capire per quale strano motivo oggi si dovrebbe trasferire da Londra a Firenze, magari guadagnando pure meno e rischiando di non giocare in Champions.
Forse a gennaio Ivanovic e il Chelsea ci potevano pensare, oggi certamente no.
E così, dopo Balotelli e Vidic, ne abbiamo un altro da rimpiangere.
Il fiuto di Corvino è straordinario, forse a volte ci vuole un po’ più di decisione e lo dico da profano quasi totale di calciomercato.
Chiudo con un ringraziamento a Galdiolo e a tutti i “miei” giocatori degli anni settanta, a cominciare da Antognoni: ieri sera nel Pentasport sono stati splendidi ed io non avrei più smesso di parlare con loro.

E’ molto facile essere generosi con i soldi degli altri.
Oppure pensare: ma che vuoi che sia per tizio o caio tirare fuori mille euro con tutto quello che guadagna.
E’ facile e stupido, perché ognuno ragiona con la propria testa e poi agisce secondo la propria sensibilità.
Eppure, nonostante tutte queste premesse, mi sono ritrovato incosciamente a controllare nel pomeriggio di ieri le informazioni riguardanti l’eventuale donazione dell’incasso di Fiorentina-Cagliari alle popolazioni abruzzesi.
Come mi aspettavo (e speravo), la notizia è arrivata: brava Fiorentina, un motivo in più per volerti bene.

P.S. A proposito di voler bene alla Fiorentina, se potete, non perdete il Pentasport di stasera…

Ero prevenuto, maledettamente prevenuto.
Mi sono detto: se per caso anche questa volta i signori che guidano la politica italiana si mettono a rimbalzarsi le colpe per un dramma che tocca tutti, ma che ha travolto soprattutto una Regione, io sbotto.
Di brutto.
Ero quasi certo che sarebbe potuto succedere ed invece ni sbagliavo.
Meno male.
Stavolta loro hanno evitato e noi abbiamo evitato di vergognarci di loro.

Vittoria fondamentale.
E meritata, al di là di quello che dice Del Neri, che da quando dal 2004 non è arrivato a Firenze ce l’ha sempre un po’ troppo con la Fiorentina.
Un po’ come Guidolin, insomma.
Però se non tita fuori due conigli gilardino al massimo la pareggiamo e poi si piange per la classifica.
A me è piaciuto molto Semioli all’inizio e alla fine, Montolivo nel secondo tempo, Zauri e Donadel per come si sono applicati, Jovetic dal dopo il rigore.
Adesso ci dobbiamo credere, ancora di più perché abbiamo ritrovato il morale e forse un po’ di gioco.

Senza Mutu, sarà dura, durissima.
Spero di sbagliarmi, ma è l’unico che può inventare qualcosa con una certa continuità e siccome in questo campionato il gioco ci ha sorretto pocco, ecco che avremmo bisogno dei suoi colpi.
Non ho capito bene l’astio che una parte della tifoseria ha nei suoi confronti: in campo è uno che non si nasconde mai, anche quando non è in giornata, ha giocato due ottime stagioni e in questa terza è stato più decisivo del pur ottimo Gilardino.
Esagera solo nelle proteste un po’ troppo plateali con i compagni, ma lo fanno a volte i grandi talenti.
Non lo conosco fuori dal campo e nemmeno penso che sia importante come si comporti o cosa faccia quando non si allena, ma da quel poco di frequentazione che ho avuto mi è sempre sembrato un uomo tranquillo, molto più misurato di tanti montati passati dalle nostre parti.

Alla fine mi sono dovuto convincere che non è uno scherzo, che veramente ci sono delle persone che considerano Morfeo una vittima degli eventi.
Non sono passati neanche sette anni dal dolorosissimo fallimento viola ed è già cominciata la fase del revisionismo.
Tanto per chiarirci le idee: al di là delle nefandezze di Cecchi Gori e della cricca che si baloccava con i suoi soldi, se nel 2002 la Fiorentina non fosse retrocessa avrebbe avuto un contributo per i diritti televisivi di 60 miliardi di lire.
Ne sarebbero bastati 40 per iscriversi al campionato e quindi per non fallire.
E non ripartire dalla C2.
Quella squadra aveva il quinto monte ingaggi italiano, ma ci siamo dimenticati delle magliette della vergogna?
L’atteggiamento di Morfeo in campo e fuori è stato fuori da ogni commento, quello di Marco Rossi e Nuno Gomes, che misero in mora la società per 50 milioni di lire, indescrivibile.
Loro in testa, ma quasi tutti gli altri a ruota, con un impegno sul campo veramente penoso, tanto che siamo retrocessi senza mai lottare e con due mesi di anticipo sulla fine del campionato.
E adesso qualche bella testa viene qui a difendere Morfeo?
Attendo con impazienza la proposta di riprendere Marco Rossi come laterale destro di centrocampo.

Un colpo allo stomaco in questi giorni di relax che sto vivendo in montagna: è morto Giuseppe Tomasello, ed io penso al poco che siamo riusciti a fare nel raccogliere i fondi per aiutare lui e tutti quelli come lui che soffrivano della sua malattia.
E penso alla fotografia di Tommasino Bacciotti, così assomigliante a mia figlia Camilla, che ci sorride dai pali di Firenze e ci invita a riflettere sul poco che siamo (che è poi quello che Paolo, il babbo, vuole con la sua Fondazione).
Penso a Silvia Tomasello, alle sue telefonate per dirmi se potevamo pubblicizzare quella cena o quella raccolta allo stadio, al suo entusiasmo nella lotta quotidiana.
Una donna straordinaria, che non si è mai fermata a raccontare il suo dolore e la sua angoscia: lei guardava avanti, sognando un futuro per Giuseppe.
Quel futuro non ci sarà e non finiremo mai di chiederci il perché, almeno noi che con la fede abbiamo un rapporto molto complicato.

Piccoli appunti sul gioco di Prandelli.
Ha sempre esaltato le punte: con lui è esploso Adriano, e dopo Gilardino, che molti definivano inadatto a certi livelli.
A Firenze Toni non ha mai segnato così tanto in carriera e Mutu ha sempre funzionato benissimo.
Ancora lo ringraziano gliu attaccanti di Verona e Venezia, che negli anni passati hanno beneficiato dei suoi schemi.
Mi ricordo di quando mi raccontava che Pazzini sarebbe diventato un grande, perché aveva le caratteristiche dell’attaccante di razza.
Ora è successo che i tempi non siano combaciati, che magari uno non abbia avuto la voglia di insistere troppo (per esempio dopo il tour de force di agosto, a Napoli poteva dare un turno di riposo a Gilardino) e l’altro si sia troppo intristito e abbia un po’ perso la voglia di combattere.
Ma che si voglia far passare Prandelli come un rincoglionito del calcio, come uno che non “vede” gli attaccanti mi pare davvero un esercizio a metà tra il masochismo e l’ignoranza.

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