Calcisticamente Frey ha almeno l’età di Melo, ma vale il doppio in termini di punti conquistati nell’ultimo campionato.
I suoi quattro anni a Firenze valgono Toldo e Giovanni Galli, poi venduti a peso d’oro a Inter e Milan più o meno all’età attuale di Sebastien (Giovanni un anno e mezzo prima).
Per questi motivi, mi pare sinceramente un po’ bassa la clausola recissoria a 18 milioni e benedico il fatto che il Milan, che non ha un portiere, si sia infilato in una chiara fase di recessione.
Non so cosa pensino in giro per il mondo di Frey, forse lo penalizza l’assurdo ostracismo della Nazionale francese, forse la Fiorentina la vedono in pochi, fatto sta che mi pare uno dei giocatori più sottovalutati al mondo.
Come lui, qualche volta meglio di lui, in Italia ci sono solo Buffon e Julio Cesar, per il resto si brancola nel buio.
Speriamo che Frey continui ad essere innamorato di Firenze e prosegua a non considerare il denaro la stella polare della propria vita perché, ripeto, 18 milioni di euro per un portiere così, che deve ancora compiere trent’anni, sono una cifra abbordabile.

L’età regala la possibilità di comparare diverse fasi storiche vissute in prima persona.
Ebbene, la mia impressione è che qui siamo di fronte ad un inedito.
Non siamo cioè alle follie di Cecchi Gori e alla sua fase di auto (e nostra)-distruzione cominciata con la sua separazione.
Non siamo ovviamente neanche alla Fiorentina tutta cuore e niente soldi dell’epoca Ugolini-Melloni-Martellini.
Ma, soprattutto, non ci avviciniamo a quella fase dei Pontello a cui verrebbe voglia di accostare le settimane che stiamo vivendo.
Sto parlando di ciò che successe dal 1986 al 1990, dalla cessione di Galli e Massaro (e addio di Passarella) a quella dolorosissima di Baggio.
Allora si voleva rientrare, oggi si amministra, che è una cosa ben diversa.
E infatti nel luglio del 1986 si sfaldò la coppia Agroppi-Nassi che così bene aveva fatto nella precedente stagione, mentre qui si continua felicemente con Prandelli e Corvino.
Dobbiamo riporre i sogni di raggiungere le grandi, ma possiamo continuare ragionevolmente a sperare in un presente più che dignitoso.

Gli oltre 15mila abbonamenti, che potrebbero diventare 20mila prima che cominci il campionato, mi hanno confermato due quasi certezze che avevo da tempo.
La prima è che il tifoso viola è “fidelizzato” a prescindere da chi si compra o si vende, e questo è un patrimonio insetimabile che nessun dirigente e nessuna proprietà deve mai scordare.
La seconda è che il microcosmo internettiano ha una valenza davvero relativa rispetto alla massa delle persone che amano la Fiorentina.
Posso permettermi di dire una cosa del genere senza che venga tirata fuori la storia della volpe e l’uva perché dalle ultime statistiche questo blog batte come visitatori tutti i siti che parlano di Fiorentina a parte tre (e qui immagino già una bella lettera al direttore che chiede spiegazioni…).
Ebbene, a leggere i commenti lasciati qui o altrove sembrava e sembra che sulla Fiorentina si sia abbattuto di tutto, che si sia nelle condizioni pre fallimento.
Ma il fatto è che i siti (e quindi anche questo blog) sono molto autoreferenziali e rappresentano una minima parte degli umori popolari.
Tanto per essere chiari, un articolo di Giorgetti sulla Nazione, di Calamai sulla Gazzetta, di Rialti su Stadio o di Ferrara su Repubblica (e lascio perdere per eleganza Picchi o Di Caro sul mio giornale) incidono molto, ma molto di più di un mio post o di un fondo di Pestuggia o altri sui propri siti (il problema è che Saverio lo sa, altri invece no…).
Non parliamo poi delle trasmissioni radio, che tra l’altro, al contrario dei giornali, sono pure gratuite.
Basta pensare all’eco dello scontro Meucci-Calamai nel Pentasport di ieri, che non ho ascoltato e che quindi non posso giudicare se non sottolinenando che Marco ha dimenticato di premettere che le sue erano impressioni personali e non riguardavano la linea editoriale di Radio Blu.
Tornando quindi a internet e dintorni, invito tutti ad essere meno assolutisti e più sereni nelle proprie posizioni, anche perché la prima partita ufficiale seppellirà montagne di chiacchiere e congetture.

Mi risveglio dall’agognata pennichella pomeridiana e leggo due messaggi dell’ottimo Loreto: abbiamo preso Castillo, lo intervistiamo tra poco in esclusiva.
Rimango perplesso, come con Vieri, e penso ai grandi rischi che si sta prendendo Corvino.
Di Castillo ricordo come quasi tutti il gol segnato a Firenze e le due enormi occasioni fallite a Lecce.
Poi vado a leggermi il curriculum e la perplessità sale: ha 34 anni, quindi margini di miglioramento vicini allo zero, e una bassissima esperienza nel calcio che conta.
Mi sfugge come si possa passare da Crespo a Castillo, quali cioè siano gli schemi seguiti per una scelta del genere.
Comunque la si giri è un ripiego, che non è detto non possa essere una corvinata vincente, ma intanto nella preghiera del tifoso viola aggiungerei un versetto che punti a preservare per almeno dieci mesi la salute di Alberto Gilardino.

Sarei in ferie da un paio di giorni, ma non mi faccio mancare niente, compreso ascoltare in diretta la conferenza stampa di Prandelli e Corvino.
A pelle mi sono sembrati molto decisi, a parte le solite rivendicazioni sui meriti acquisiti.
Il loro decidere di rimanere, nonostante le inevitabili richieste, mi pare la migliore garanzia per il futuro.
In particolare Cesare l’ho sentito consapevole del ruolo che avrà in una stagione che si annuncia complicata.
E’ però giusto sottolineare come la stagione cominci con una rosa ancora incompleta, circostanza che era stata esclusa alla fine del campionato scorso.
Si tratta di una complicazione in più per l’allenatore, ma Corvino ha ammesso che il mercato si sta rilevando più complicato del previsto.

Ovviamente non c’entro niente con l’uscita di Andrea Della Valle, che comunque pare dia ogni tanto un’occhiata a questo blog, ma la sua uscita era più o meno quello che chiedevo neanche cinque giorni fa.
Una rivendicazione d’orgoglio, un senso di appartenenza che mi sembrava fossero smarriti negli ultimi cinquanta giorni.
Come se la Fiorentina non fosse arrivata quarta nello scorso campionato, come se arrivassimo da stagioni fallimentari.
Chiaro che stiamo tutti aspettando le mosse di Corvino, che non può sbagliare, ma intanto non ha senso paragonare gli zero euro dei Della Valle all’operazione di rientro avviata dai Pontello nel 1986.
Qui, almeno per quest’anno, non si investe più, allora si cercava di portare a casa più soldi possibile.
Sbaglia Andrea Della Valle a prendersela se una cinquantina o anche un centinaio di tifosi manda messaggi negativi via internet (e parlo anche di questo blog), perché non è certo quella la maggioranza dei tifosi.
Senza considerare l’anonimato che permette a qualsiasi persona dietro la tastiera di moltiplicare per dieci o venti la propria presenza.
Lasci perdere, e cerchi semmai di essere più presente a Firenze perché la sua vicinanza alla squadra e all’ambiente è importantissima.

Quelli giovani e promettenti non vengono perché non vogliono fare come Pazzini.
Quelli stagionati e carichi di gloria vogliono guadagnare più di Frey e Mutu e quindi giustamente Corvino li lascia a Preziosi e, forse, De Laurentis.
Però lo cerchiamo bravo davvero, insomma un’altra cosa rispetto all’onesto e spremuto Bonazzoli.
In più lo vorremmo pure con stimoli e pronto a dare tutto per la maglia ed è impensabile pescare all’estero vista la difficoltà ad ambientarsi nel campionato italiano: se non giochi quasi mai, quando ti adatti?
In questo gioco alla meno viene fuori un solo nome: Cristiano Lucarelli.
Ma evidentemente è troppo facile come soluzione, e allora è probabile che alla fine non venga, anche se nessuno saprà mai il perché.

“Chi parla male, pensa male e vive male”, grande passaggio, citato forse non del tutto correttamente da “Palombella rossa” di Nanni Moretti.
Anche chi scrive male, aggiungo io.
Qui non si tratta dell’uso corretto dell’italiano, perché nessuno pretende un’istruzione all’altezza della situazione, ma dell’abuso della parolaccia, del termine triviale.
Ci sono persone in questo blog che usano la parolaccia esattamente come farà Cosimo tra qualche mese, cioè quando compirà tre anni.
Nei bambini si chiama fase fecale, cioè vogliono stupire i grandi con parole proibite.
Nei grandi si chiama semplicemente stupidità, e non è possibile che io debba spulciare i commenti di almeno una decina di voi per cancellare o mettere i puntini di sospensione.
E astenetevi anche dalle offese, esplicite e velate: invece di urlarli, i concetti si esprimono meglio se sono spiegati.

Da oggi riparte la solita routine, almeno per noi giornalisti.
Arrivano i primi giocatori al Franchi, forse Prandelli: potranno rilasciare le interviste?
Che diranno?
Sgomitate e spinte per tenere il microfono il più vicino alla bocca (c’è pure chi ha la missione di far inquadrare in tutti i modi il marchio di appartenenza, per vedere se si sale un po’ nella classifica degli ascolti…).
Differenza per noi non da poco rispetto alle ultime sei stagioni: non ci sarà più Silvia Berti a dirigere, anzi a dominare il traffico, a mandarci ed essere mandata a quel paese per una richiesta secondo lei fuori luogo o una frase strappata in più.
La immagino amareggiata e mi dispiace e vorrei che trovasse alla svelta grandi soddisfazioni.
Per il resto, tutto uguale, nelle speranze e nelle illusioni.
Ma mai come stavolta è importante che si ricominci, perché con la storia degli zero euro, con Dio che consiglia a Felipe e a Corvino la Juve e con l’idea che ci stiamo ridimensionando, beh è come se nell’ultimo campionato invece di arrivare quarti ci fossimo salvati all’ultima giornata.
Alla prima doppietta a Cortina di Jovetic, ricominceremo a carburare e ci rimetteremo anche mentalmente in carreggiata.

Già, vogliamo dirlo che il G8 dell’Aquila è stato un gran successo mediatico e di immagine per l’Italia oppure non si deve per il semplice fatto che ad organizzare il tutto è stato il signor (da ma mai votato) Berlusconi?
Vogliamo dirlo che nel mondo ci sono immani disastri, con un numero di vittime nettamente superiore al terremoto in Abruzzo, e che però adesso in quasi tutto il Pianeta conoscono il dramma di Onna?
Vogliamo dirlo che tutto è filato via liscio e che i 2500 “antagonisti” che puntavano a far casino hanno invece fatto una pessima figura, non raccogliendo nessuna adesione dagli abitanti dell’Aquila?
Una volta detto tutto questo, ci rituffiamo nelle nostre miserie italiane sperando, ma ci credo poco, che sia la volta buona per considerare chi non la pensa come noi una persona con cui dialogare e non un nemico, berlusconiano o “comunista” che sia.

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