Va bene la Colombia, ma fino ad un certo punto, a noi interessa la Fiorentina e la conclusione happy end delle Cuadradiadi, cioè che rimanga qui.
Ieri, diciamo la verità, ha fatto una partituccia, mancando in quello che è stato fino ad oggi il più importante palcoscenico della sua carriera, un quarto di finale mondiale contro il Brasile.
Non credo molto agli sbalzi di valutazione in base ad una o due partite, però magari può succedere che qualcuno oggi sia meno “incapricciato” di Cuadrado e che la famosa offerta che non si può rifiutare tardi ad arrivre.
Poi rimane la discussione sulla cifra a cui eventualmente si possa vendere, ma questo è un altro discorso e ormai sapete benissimo come la penso.

Voglio chiarire subito un punto, così sgombriamo il campo da possibili equivoci: è Stefano che fa un piacere a Radio Blu e non viceversa.
Dalla prossima settimana ogni martedì ascolterete un commento di Stefano Prizio, con la sua voce, e di questo lo ringrazio veramente tanto perché per lui non sarà proprio una passeggiata.
Il commento sarà come nello stile di Radio Blu e del Pentasport in piena libertà e ovviamente molte volte non sarò d’accordo con quello che dirà, ma sarà proprio questo il bello di quei momenti.
Abbiamo litigato ferocemente, con cattiveria direi, poi dire che non è stato bene mi pare un eufemismo, quindi mi è capitato di leggere quasi per caso un suo bellissimo articolo su Schumacher pubblicato qualche settimana fa dall’Unità: il ragazzo ha sempre avuto talento e di questo sono sempre stato convinto, altrimenti nel passato mica mi sarei arrabbiato così…
Mi è scattata l’idea e lui ci ha fatto il regalo di accettare la proposta.
Non saprò mai ciò di cui parlerà, un po’ come succedeva con Ciuffi, e non è un caso che lo ascoltiate il martedì…

Serata classica per ricordare Cesare Ugazzi, che non smetteremo mai di ricordare, e scomparso ormai già da quasi sette anni.
Non so se c’erano anche negli anni scorsi, forse non ci avevo fatto caso io perché ero troppo impegnato a limitare i danni calcistici della squadra di Radio Blu, invariabilmente quarta su quattro nel Memorial, ma ieri sera sono rimasto colpito nel vedere dei miei coetanei affratellati come raramente capita nella vita.
Come ho già detto diverse volte io non ho mai avuto frequentazioni in Fiesole, non ho “fatto” la curva, sono andato per dieci campionati in Ferrovia e mi piaceva, si fa per dire, soffrire in silenzio.
Nei confronti dell’organizzazione del tifo da quando faccio il giornalista ho sempre avuto un atteggiamento agnostico: so che esiste, mi ci confronto, dico la mia, posso essere in accordo oppure no, e di quello che succede nei santuari dei gradoni del Franchi non mi è mai importato sostanzialmente niente.
Vedere però trent’anni dopo questi “ragazzi invecchiati” ritrovarsi solo per Cesare, e volersi così bene, mi ha fatto riflettere su quelli che erano e sono i loro valori di base.
Forse, tornassi indietro, un paio di tentativi in Fiesole li avrei pure fatti, anche se timido come ero penso che difficilmente sarei riuscito ad inserirmi.

Sarà perché è la prima volta che interagisco calcisticamente con Cosimo, nel senso che siamo autorizzati a mangiare davanti al televisore in caso di supplementari della partita delle 18, ma a me pare un buon Mondiale.
Partite tiratissime, qualche giocata sopraffina, coinvolgimento dello spettatore neutrale, come nel caso del sottoscritto.
Prendiamo la gara di questo pomeriggio: tifavo Argentina, ma alla fine mi è molto dispiaciuto per la Svizzera che avrebbe meritato i calci di rigore.
Senti invece dire spesso da vari e autorevoli commentatori (per esempio Luca Calamai nel Pentasport) che la competizione ha un tasso tecnico scarso, che vale poco in assoluto.
Sarà, ma mi diverto abbastanza, certamente molto di più di tante noiose partite del nostro fin troppo pubblicizzato campionato e alla fine forse non sono il solo a pensarla così.

Ma perché il Verona non ha esercitato il diritto di riscatto su Romulo?
Difficile pensare che valga meno dei 3,5 milioni di euro previsti per il suo cartellino e quindi non si capisce perché non lo abbia preso per poi rivenderlo a qualche altra società che parrebbe davvero esserci per non meno di 5/6 milioni.
La Juve? La Roma?
Può essere e d’altra parte se chiedono 20 milioni per Ibarbo, nel mondo del calcio ci può stare davvero tutto.
C’è qualcosa che sfugge in questo affare e comunque adesso la palla torna alla Fiorentina, che dovrebbe procedere alla vendita senza farsi sfiorare dalla tentazione di tenerlo per farne uno dei cardini del prossimo centrocampo.
Gran corridore, ragazzo d’oro, certamente al di sopra della scarsa considerazione avuta nei suoi primi due anni a Firenze, ma con tutto il rispetto un Romulo titolare della prossima formazione viola sarebbe un segnale non proprio incoraggiante per le nostre ambizioni da Champions.

Il piacere del calcio è assistere a partite appassionanti facendo moderatamente il tifo: perdente come da tradizione per il Cile, comodo per la Colombia, nettamente superiore.
Ci avrebbero asfaltato, a meno di miracoli.
Troppo superiori sul piano atletico e anche su quello tecnico: chissà cosa avrebbe detto quel genio di Thiago Motta, a cui evidentemente fa male la vicinanza di Balotelli e Cassano, che a proposito della Costarica dichiarò che “in fondo nessuno dei loro calciatori gioca in grandi squadre europee”.
Ancora una volta molto bene Cuadrado e ovviamente non si sa se sia un bene o un male per le nostre speranze di trattenerlo in viola.
Se la Colombia vola in semifinale eliminando il Brasile con lui protagonista, e ce la può fare, forse si può davvero pensare di superare la barriera del suono dei 40 milioni, ma se accade un miracolo e rimane qui propongo la standing ovation per Andrea Della Valle.

Chiaro che stiamo per tutti per Cuadrado, ma dopo?
Sarebbe bello la Costarica, ma mi pare più difficile della Colmbia e allora bisogna andare sulle solite note.
Personalmente mi piacerebbe molto se vincesse l’Argentina, non fosse altro che per i molti trascorsi viola con quella maglia che ha regalato talenti portentosi.
La Francia mai, la Germania quasi mai, l’Olanda se proprio non se ne può fare a meno.
Resterebbe il Brasile, ma dai che è troppo scontato e poi a me piacciono i finali a sorpresa: ve lo immaginate il Maracanà senza la Coppa?
Che tristezza però essere contemplativi mentre quasi tutto il mondo del pallone che conta va in campo.

E realista.
Andrea Della Valle è stato onesto: “farò di tutto per trattenere Cuadrado, ma è una trattativa difficile anche se abbiamo l’esperienza necessaria per gestirla”.
Credo che non si possano fare previsioni e torno a ribadire che dipenderà al 50% dall’offerta e al 50% da quello che vuole fare il giocatore.
Intanto la madre del giocatore ha smentito la lettera in cui parlava della volontà di voler rimanere a Firenze: corretta e onesta pure lei, perché Cuadrado non è un ragazzino, ma un giovane uomo di 26 anni che mi pare (al contrario di altri) di avere la testa sulle spalle.
Lasciamole stare le mamme da questa storia.

Alla fine rimangono solo due cose positive da ricordare, l’esordio con l’Inghilterra e le dimissioni di Abete e Prandelli, pratica non proprio usuale in questa Italia in cui le colpe sono sempre degli altri.
Dopo un grande Europeo, dove giocammo nettamente meglio degli inglesi e dei tedeschi, abbiamo fallito tutto nei due anni successivi, facendo tornare purtroppo a galla l’equivoco di fondo: Prandelli è un ottimo allenatore, che ha bisogno della quotidianità del lavoro, e non un selezionatore.
E’ andato in confusione totale in tutti i sensi, si è aggrappato all’ectoplasma di Balotelli (basta!), puntando su lui e ancora una volta su Cassano per far quadrare il cerchio e sono state scelte profondamente sbagliate anche sul piano comportamentale, come dimostrano le parole di De Rossi e Buffon (molto onesto ieir a fine gara).
Ma il calcio italiano è questo, cioè molto scarso e insopportabilmente presuntuoso nei suoi rappresentanti più giovani, e se non ti vuoi neanche giocare la carta del tuo uomo migliore, ma a corto di preparazione, per dare il posto ad un Insigne qualunque, beh allora ci metti del tuo.
E io ieri sera che ho sempre tifato Italia, che ho sofferto per la seconda indegna eliminazione consecutiva, beh lo ammetto: ho provato l’unico brividino di magra soddisfazione nel pensare che avevamo ragione ad esserci arrabbiati così tanto quando Pepito è stato lasciato a casa.

Stasera tiferò come sempre per l’Italia, ma in caso di sconfitta ed eliminazione non si potrebbe che certificare il fallimento degli ultimi due anni di Prandelli.
Mi pare che ci sia molta confusione sotto il cielo azzurro brasiliano, si cambia tattica per la terza volta in tre partite e se è vero che solo gli stupidi non modificano mai le proprie opinioni, qui mi pare che ce ne stiamo un po’ approfittando.
Sinceramente ho visto Cesare un po’ in affanno, quasi smarrito di fronte ad un evento che alle 18 bloccherà l’Italia e mi dispiace perché resto assolutamente convinto dello spessore dell’uomo e dell’allenatore.
Vediamo la reazione dei giocatori, se sono davvero svuotati di testa e di gambe (e non si capirebbe il perché, visto che sono là da dieci giorni), oppure se parte una riscossa che, al contrario di come la pensano buona parte dei frequentatori di questo blog, farebbe bene a tutti.

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