Questo è un orgasmo gigliato prolungato, qualcosa a cui sinceramente non eravamo abituati.
Questo gruppo, da ADV ai magazzinieri, sta regalandoci emozioni incredibili, sensazioni che in 37 anni di frequentazioni professionali non avevo mai vissuto.
Ieri li abbiamo ridicolizzati: noi c’eravamo con la testa e con le gambe, loro erano chissà dove, ma chi se ne importa di dove fossero.
Poteva tranquillamente finire cinque a zero e non ci sarebbe stato niente da dire.
E il bello è che non c’è stato un singolo ad emergere, come accadde per esempio in Coppa Italia con Gomez, ma è uscito fuori il collettivo.
Ad aprile siamo in corsa per tre obiettivi, ditemi voi quando mai è accaduto, e abbiamo sbancato due volte l’Olimpico e poi ancora lo Juventus Stadium e per finire San Siro sponda interista.
Io voglio alzare una Coppa, ma comunque vada a finire, una sola parola: grazie.

Vabbeh, non è molto professionale, ma accidenti al meglio e poi si sta parlando di calcio, mica di medicina.
Accade che Fabrizio Failla esploda su Radio Rai ai gol viola contro il Milan e venga offeso pesantemente dal collega Giuseppe Bisantis, perché effettivamente aveva un po’ disturbato durante la radiocronaca.
Conosco superficialmente Bisantis, che è persona mite e mi è difficile immaginarlo sbraitare in diretta: “hai rotto il ca…”, però c’è la registrazione.
Conosco invece meglio Fabrizio, un tifoso viola a 360 gradi, che spesso azzecca il futuro marcatore della Fiorentina in un pronostico quasi da curvaiolo.
In un mondo romanocentrico come quello della Rai, o al massimo milanesizzato quando le grandi del nord vanno bene, un ruggito viola in chiave nazionale non può che scaldare chi ama la Fiorentina.
E per una volta al diavolo la deontologia e l’etica professionale.

P.S. E comunque è sempre meglio ascoltare la radiocronaca su Radio Blu…

Avrei voluto titolare “Un grande allenatore”, ma mi sembrava un po’ limitativo, perché in questo splendido post Milan non c’è solo la bravura di Montella, che è comunque qualcosa di fondamentale.
Questa è una squadra che ha dentro una forza che difficilmente ho visto in altre edizioni di Fiorentina, anche più attrezzate tecnicamente.
Vedi per esempio i bellissimi anni di Prandelli e Corvino: arrivavano i risultati e pure giocatori fortissimi, però non avevi l’impressione di compattezza che invece ti regala questo gruppo.
Solo così si possono vincere partite come quella di ieri, godendo senza ritegno per come è finita, quasi fossimo di nuovo a Torino o a Milano.
Verrebbe voglia di giocarla stasera la partita contro la Roma, di non perdere il momento magico e invece tra due giorni sarà tutto molto difficile, però stavolta sono loro ad aver paura di noi e non viceversa.
Mica male contro la grande Roma che avrebbe dovuto contendere lo scudetto alla Juve.
Ah, mi ero dimenticato del Milan?
Che partita ha visto Inzaghi per dire che avrebbero meritato la vittoria?
Mistero della fede (calcistica)…

Sono entrambi in condizioni fisiche non ottimali e quindi converrà agire secondo convenienza.
Poiché Gila giovedì è out, mi pare normale che domani sera tocchi ad Alberto, per la sua prima da titolare dopo il ritorno a Firenze.
Chi si aspettava una riedizione del miracolo Toni, ma io non ero tra questi, è rimasto deluso: sembra che al Gila manchi qualcosa, che davvero finora non abbia più la luce dentro.
Insomma, sembra che accetti senza troppi sussulti l’inevitabile declino atletico imposto dagli anni.
Siamo maledettamente sfortunati con gli attaccanti e alla fine bisognerà pur tirare un bilancio sui due anni di Gomez, stagioni di qualche soddisfazione e di tanti, troppi stenti.
Non vinciamo col Milan da quasi dieci anni, pur essendo stati spesso superiori, in questo campionato sembrano l’armata Brancaleone, ma proprio per questo mi fanno paura: sono troppo brutti per essere veri.

Sono il primo a fare un esercizio di forzatura su me stesso per eliminare il pesante fastidio di un pareggio assolutamente evitabile.
E però: la Roma non ha affatto dimostrato di esserci superiore, come invece in teoria avrebbe dovuto essere per le posizioni in campionato.
Noi abbiamo giocato da squadra per almeno un’ora e poi siamo calati, nonostante la scarica di adrenalina post prodezza di Neto.
Loro andavano per folate, quasi con la memoria della grande squadra che la Roma è stata nella scorsa stagione.
Ce la giochiamo tranquillamente a Roma, anche se dispiace andarci sotto, ma non è la prima volta che ribaltiamo un pronostico negativo.
E Neto ed Ilicic i migliori in campo sono la dimostrazione che nel calcio ci può stare veramente di tutto.

Lo dice la storia della Roma: quando comincia a scricchiolare il rapporto con Totti e De Rossi le cose a Trigoria si mettono male.
Psicologicamente siamo più forti noi, non fosse altro perché il peso del pronostico è dalla loro parte e un’altra eventuale ed auspicabile eliminazione aprirebbe di fatto una crisi importante.
Poi, certo, conta il fattore tecnico e lì la situazione si complica: ne faremo probabilmente giocare diversi si giocatori così e così e questa è una scommessa su cui si basa l’intera partita.
Reggeranno fino al novantesimo Borja, Aquilani, Gonzalo, forse Babacar?
E’ una grande sfida, più semplice di quella contro la Juve perché questa Roma è molto peggio di quella squadra cinica che un anno fa ci ha sbattuto fuori.

Sinceramente avrei fatto volentieri a meno della cosiddetta “botta salutare” che ci riporta sulla Terra, anche perché mi sembrava che da queste parti non fosse decollato nessuno.
Se poi non si può neanche galoppare un po’ con la fantasia dopo tre grandi vittorie contro Tottenham, Inter e Juventus, di cui due in trasferta, ditemi quale sarebbero le motivazioni che ci fanno seguire il calcio.
Ieri sera non c’è stata partita: troppo più forti, troppo più pimpanti loro, troppo scarichi noi.
Sono mancati i costruttori di gioco, da Mati a Badelj, soprattutto Diamanti, che si è sgonfiato dopo l’Atalanta.
Si è fermato Salah, ma era naturale, non è in condizione Gilardino, e questo è un problema per il futuro.
Se non ci fosse stato Neto sarebbe stato un disastro storico e sinceramente avrei molti dubbi sull’eventuale rientro dell’incolpevole Tatarusanu, che è bravo, ma non quanto l’altro.
Lecchiamoci le ferite e ripartiamo, non vedo altre strade in questo martedì calcisticamente molto grigio, anzi direi proprio tendente al nero.

Se non ce lo concediamo nel calcio il diritto di sognare, quando mai è possibile?
E allora via con i pensieri proibiti: se stasera vinciamo all’Olimpico si punta diritti alla Champions e non è detto che sia per forza con il turno estivo preliminare.
Ci manca mezza squadra, e va bene, ma è l’atteggiamento psicologico quello che conta
In un contesto di grande positività, anche uno come Ilicic funziona bene e ha recuperato posizioni: Neto in porta e Ilicic (perché per me gioca lui e non Gilardino) falso nove in una partita chiave: se ce lo avessero detto un mese fa ci avremmo amaramente riso sopra.
Ed invece è tutto vero ed il bello che non siamo per niente preoccupati.

Basta con le dichiarazioni di principio e basta anche con le elucubrazioni sui massimi sistemi.
Vorrei che questo 8 marzo fosse diverso dal solito, vorrei partire dal privato per provare a cominciare ad annullare quella vergogna che è la disparità tra uomo e donna.
C’era ieri su Repubblica un bellissimo articolo di Natalia Aspesi in cui si parlava di questi personaggi così illuminati in pubblico e così meschini tra le mura della propria casa.
Un vero e proprio oscurantismo in salsa democratica.
Ecco, è da lì che si può e si deve partire.
Noi e voi siamo diversi nella sensibilità, nella forza fisica, nell’esternare emozioni, ma dobbiamo essere uguali nei diritti e nei doveri.
E condividere è un verbo bellissimo, che spero faccia parte della vita di tutte le meravigliose donne che ho avuto la fortuna di conoscere, a cominciare da quelle di casa mia.

Lo spazio che segue è bianco, anzi viola: riempitelo voi come meglio credete e volete.
Non svegliatemi, io sto ancora calcisticamente godendo…
Grazie Fiorentina!

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