Partita ok e va bene, siamo quinti e dovremmo restarci, quindi stagione positiva, tra il 6 e il 6,5, a seconda delle aspettative di ognuno di noi.
Per me da 6,5, che per i miei parametri è un giudizio più che positivo.
Squadra che ha risposto benissimo alle sollecitazioni dell’ambiente e clima molto più sereno.

Questo blog però va avanti da quasi dieci anni per la voglia di dialogare con voi e allora vi racconto un paio di cose che riguardano il prima e il dopo la partita.
Il prima è un fatto pubblico, cioè l’intervista con Andrea Della Valle, intercettato a pochi minuti dal fischio di inizio.
L’ho visto molto caricato, ma non arrabbiato, direi più deluso per la piega che stavano prendendo le cose.
Di solito è sempre aperto, orientato alla positività, stavolta era invece come se sentisse la necessità di fare un po’ d’ordine in casa propria.
Ero molto più preoccupato nel maggio di tre anni fa, quando davvero pensai che eravamo al capolinea della permanenza dei Della Valle a Firenze con ampissimi margini di rischio per il futuro.
Il dopo è un fatto privato e riguarda Cosimo e Pepito Rossi.
Partiamo dal presupposto che calcisticamente mio figlio è un bambino fortunato, perché può avvicinare i suoi idoli e qualche volta penso a come a lui tutto questo sembri normale, mentre a me alla sua età sarebbe parso incredibile rivolgere la parola a Chiarugi o Merlo.
Detto questo, incrociamo Pepito mentre usciamo dallo stadio e lui è di una simpatia disarmante, parla due minuti con Cosimo e ne fa un ragazzino sognante per tutta la sera e forse anche oggi.
Sognante di Fiorentina, naturalmente: quei due minuti gli resteranno impressi, penso, per tutta la vita.
E allora mi chiedo per l’ennesima volta: possibile che sia così difficile aprirsi un po’ di più al popolo viola, soprattutto ai più piccoli?
Sto pensando, oltre che ad una maggiore partecipazione ai viola club, a visite nelle scuole, ad incontri ad hoc.
Dai, che non ci vuole molto.

Come immaginavo Montella non ha fatto nessuna marcia indietro e ha solo argomentato la propria presa di posizione di giovedì sera.
Tutto giusto, dal suo punto di vista, avrebbe però dovuto aggiungere che certe sue frasi erano andate oltre il concetto di difesa della squadra, suonando come una minaccia.
Ora però basta, non continuiamo a farci del male da soli, visto che spesso ci pensano gli altri a ferirci.
Mi auguro che nessuno vada questo pomeriggio al Franchi con l’idea di contestare a prescindere, con la squadra che sta lottando per il quinto posto.
Va bene essere delusi per come sono andate le cose contro il Siviglia, ma non si può andare oltre con l’autolesionismo.
Montella è questo, nel bene e nel male.
E sinceramente io me lo terrei stretto anche per la prossima stagione.

Pomeriggio molto gratificante: Cosimo invita due amici e quindi mi trovo con tre ottenni in casa.
Loro si divertono come matti e devo dire che è molto più semplice intrattenere piccoli maschi piuttosto che le fanciulle di pari età, che sono più evolute e quindi non si accontentano del pallone, della partita a carte, dell’agonismo (e in questo dimostrano da subito l’assoluta superiorità femminile, che poi si svilupperà, non in tutte però, attraverso altre forme).
La verità?
Mi diverto anch’io molto e stacco veramente la spina: i bambini sono fantastici, anche se molto impegnativi.
Avere dei figli, decidere di averli, è un impegno totalizzante, che in persone mature dovrebbe essere al primo posto del nostro sentire, superando ogni forma di egoismo altrimenti è meglio non farne di niente.

P.S. Oggi non avevo proprio voglia di parlare di Montella…

Non è che siamo andati fuori giri: ci siamo proprio schiantati.
Ha perso la testa Montella nelle dichiarazioni dopo la partita, ha avuto un gesto di insubordinazione Gomez, che ha rifiutato di fare riscaldamento perché stizzito dalle scelte dell’allenatore: lo avesse fatto Ilicic, lo avremmo impalato mediaticamente per mesi.
Personalmente lo metterei fuori rosa, vediamo cosa deciderà la società.
Dopo il colpo di testa di Gonzalo non c’è stata partita, loro erano troppo forti e noi senza cuore.
Capisco che faccia male sentire i fischi per una squadra che pensa di aver fatto tanto ad arrivare alle semifinali, ma lo spettacolo è stato davvero deprimente.
La frase più assurda di Montella a fine gara è stata quella dei “giocatori importanti che così se ne andranno”.
Ah sì?
Mamma mia che paura!
E di chi si tratterebbe?
Ce lo dica Montella, perché dopo aver visto partire Batistuta, Baggio, Rui Costa, Toldo, qui non sappiamo se il cuore regge davanti all’addio di Pizarro, Borja Valero, Gonzalo?
Stiamo finendo malissimo una stagione che ad un certo punto sembrava promettere chissà cosa, cerchiamo almeno di salvare il quinto posto ed un briciolo di dignità.

P.S. Montella ha detto di essere stato lui a dire a Gomez di fermarsi, non riesco a capire perché non l’abbia a quel punto richiamato in panchina.
A me pare una mossa per calmare le acque e facciamo pure finta che sia vero, certamente l’immagine di Gomez fermo a guardare la partita vicino alla bandierina non ha proprio aiutato nessuno.

Dipende da come lo vede in allenamento, ma come si fa a pensare di privarsi dell’unico centravanti vero in una gara in cui devi segnare tre gol?
Magari Montella ripenserà al suo passato di attaccante, proverà a dire le parole giuste per motivarlo, però non ci rinuncerà.
A questo punto si impone il quesito su Ilicic: che fare?
La tentazione dei tre dietro il centravanti è forte e d’altra parte cosa abbiamo da perdere?
Io, da vecchio giocatore di poker, ahimè arrugginito dal passare del tempo, rischierei il tutto per tutto, almeno all’inizio, chiedendo a Salah, Joaquin e Ilicic una partita di grande sacrificio.
Il dibattito è aperto e visto che siamo ormai entrati nel clima prepartita almeno stemperiamo la tensione giocando a fare i tecnici.

La chiamata alle armi del popolo viola per la partita di giovedì mi lascia un po’ perplesso per il semplice fatto che i tifosi della Fiorentina non hanno mai avuto bisogno di essere sollecitati da proclami e/o inviti all’unità.
Dalla partita col Genoa di 37 anni fa, fino allo spareggio per la promozione col Perugia, o allo scontro salvezza col Brescia del 2005, il Franchi, un tempo Comunale, ha sempre risposto in modo fantastico al bisogno della squadra di essere sostenuta.
Mi auguro che questa richiesta della società sia l’inizio di una nuova era comunicativa: aprire la Fiorentina alla città e a chi la ama, cioè a noi tutti.
Un allenamento a porte aperte alla settimana, una maggiore disponibilità a partecipare alle iniziative, aprire la teca e fare uscire ogni tanto il giocatore (o anche Montella), che, state tranquilli, non si sciupa certo al contatto con la gente.
Anzi, non gli potrà fare che bene, ma chissà se nel viale Fanti lo avranno finalmente capito.

Ci sta tenendo in piedi Ilicic, che tutti noi, io per primo, avremmo accompagnato volentieri a gennaio da Corvino a Bologna evitando pure i saluti di rito.
Senza i suoi colpi probabilmente avremmo vinto lo stesso contro il Cesena, ma ieri ad Empoli sarebbe stata molto dura, perché la partita era equilibrata e ci voleva quel qualcosa in più che appunto Ilicic e poi Salah ci hanno regalato.
Siamo ancorati al quinto posto, che sarebbe un risultato più che apprezzabile in considerazione dell’ottimo cammino fatto nelle Coppe, però la corsa è ancora aperta.
Adesso è il momento di tirare su dalla riserva, con questo caldo devono giocare quelli più in forma e quindi il dubbio è più che legittimo: giovedì sera Ilicic o Gomez insieme a salah e Joaquin?

La variabile tra la sufficienza ed il 5,5 è l’Europa, comunque la si raggiunga.
Stavo per scrivere quinto posto, ma poi mi sono accorto che sarei stato troppo severo nei confronti di una squadra che comunque è arrivata ad un passo da due finali (e sulla seconda ci mettiamo in silenzio a sperare nel miracolo).
Dunque la partita di oggi pomeriggio ha un’importanza che va ben al di là di questa rivalità secondo me un po’ stucchevole con l’Empoli.
Bello e coraggioso il gesto della Fiesole di non andare a pagare 35 euro per la curva, coraggioso perché va a scontrarsi con le ragioni del cuore, quelle più difficili da gestire.
La squadra è indecifrabile, nel senso che non si sa proprio cosa possa venire fuori da una rosa dal talento altalenante, penso comunque che Gomez resterà fuori perché in questo il buon vecchio Gilardino gli è superiore.
Il pareggio non basta, a meno che non si pensi che poi Parma, Palermo e Chievo ci regaleranno la vittoria, ma non si capisce onestamente il perché.

Un flop clamoroso, comunque la si guardi, con mezza Europa che ci guardava.
Non possiamo accontentarci dell’ottimo primo tempo, che anzi ci dà la quasi certezza di non essere fisicamente e mentalmente completamente attrezzati per certe sfide.
Siamo sempicemente e tristemente scoppiati e questa è il lato peggiore della medaglia, sui rigori ci si può arrabbiare, ma c’è anche il fischio alla fne primo tempo che ci ha salvato….
Quello che addolcisce un po’ l’amarissima pillola è ripensare alle quattro-occasioni-quattro avute nel primo tempo e lì mi sono ricordato del primo tempo di Torino poco più di 25 anni fa, nella finale Uefa contro la Juve.
Lì ne occasioni ne avemmo tre e due le spadellò clamorosamente Robertino, ma una la mettemmo dentro con un centravanti che non si chiamava Batistuta o Toni, ma più modestamente Buso.
Ieri sera l’avrei scambiato volentieri con Gomez.

Città veramente bellissima e girare con Valentina regala sensazioni uniche: quando i figli crescono, se sei riuscito a seminare, il confronto diventa molto interessante.
Certo, mi piacerebbe avere anche la Camilla e Cosimo, ma non esageriamo, magari la prossima volta…
Dall’alto della città c’è molto viola, qualcosa di beneaugurante per domani sera, anche se qui davvero ci snobbano.
E’ una di quelle trasferte in cui pensi alla fortuna che hanno i giornalisti: girare il mondo ed essere pure pagati per farlo.
Sì, lo so, il Dnipro era più semplice, ma siccome siamo a “soffrire” per questa sera lasciatemi concentrare sulla paella…

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