Questo blog ha compiuto dieci anni ed io sono diventato un po’ pigro, per questo è rimasta nel cassetto l’idea di festeggiare tutti insieme un anniversario piccolo che però per me rappresenta qualcosa.
Poi c’è stato un fine settimana spettacolare dal punto di vista privato (due giorni in Umbria semplicemente favolosi per compagnia, mangiate e posti visitati), funestato venerdì sera da Parigi ed eccoci al punto di saltare il giorno esatto del compleanno che era ieri, ma dovevo un po’ rimettermi in pari.
Perché sembra strano, ma ho dato alla mia vita un’intensità così forte che se per due giorni penso solo a me stesso e a chi amo poi devo recuperare il passo perduto.
Ma voi siete una comunità fantastica, che si organizza da sola, e ho letto in questi giorni tra le storie toccanti di amici che soffrono anche dell’iniziativa dell’11 dicembre a cui purtroppo non potrò partecipare perché è in programma un evento viola molto importante.
In qualche modo però mi farò sentire e comunque dieci anni sono un bel traguardo: da quel novembre del 2005 è cambiato tutto nella mia vita, con un’accelerazione pazzesca negli ultimi quindici mesi, ma questo blog ha resistito agli urti ed è stato un compagno prezioso per raccontare molto, non solo la nostra amata (calcisticamente) Fiorentina.
Grazie davvero a tutti voi, so che alla fine vi siete pure un po’ affezionati a questo padrone di casa a volte burbero e permaloso.

Come si fa a non averne e non rimanere condizionati nella nostra vita di tutti i giorni?
Dichiarare di averne non è un segno di debolezza, reprimerla mi pare inutile.
Noi siamo molti di più, ma odiamo i conflitti e per questo rischiamo seriamente di soccombere.
Bisognerà attrezzarci mentalmente, smettendo di pensare di non essere in guerra.
Lo siamo e prima lo capiremo meglio è per vincere.

Ispirato da Sousa, che ha rovesciato in tre mesi il pessimismo cosmico che aleggiava su Firenze ed il popolo viola cominciando a scrivere una nuova storia molto affascinante, mi piacerebbe che mi raccontaste qualche vostro inizio sorprendente.
Anch’io ne ho avuto uno, e da un po’ di tempo mi sto godendo la vita in modo nuovo, cercando di prendere il meglio da chi ho accanto e coltivando in generale due sentimenti importanti ed inversamente proporzionali tra loro: il rispetto ed il disprezzo.
Aspetto di leggervi, sono molto curioso.

Tanti complimenti, non troppi.
Come si fa a stare coperti dopo certe prestazioni?
E allora via con Sacchi che ci esalta sulla Gazzetta, sui primi servizi Sky a noi dedicati, a tutto il mondo del pallone che parla della Fiorentina.
Per reggere alle tensioni ci vuole qualcuno abituato a vincere e qui andiamo sul sicuro, anche se Sousa è al suo primo anno in Italia.
Per questo mi fido e poi abbiamo una squadra formata da giocatori bravi, ma non bravissimi, che nella loro vita professionale si sono sempre sentiti dire: “sì, però…”.
Stavolta il però lo possono spazzare via e hanno pure l’età giusta per farlo, né troppo giovani e neanche troppo in là con gli anni.
Tiriamo il fiato in questa sosta e respiriamo a pieni polmoni l’aria fresca del primato.

Qualcuno mi può seriamente spiegare, al di là degli scongiuri di rito, perché non ci possiamo considerare ufficialmente il corsa per il terzo scudetto?

Da almeno dieci anni sto combattendo con i miei figli una battaglia contro il fumo con risultati non completamente in linea con il grande impegno profuso.
Devo però ringraziare le sigarette perché qualche giorno fa mi hanno aiutato con un flash, relativo all’ammonizione scritta ipocritamente sul pacchetto: “nuoce gravemente alla salute”.
Ecco, quell’indicazione dovrebbe essere interiorizzata da ognuno di noi e applicata alle varie situazioni della vita.
Mentecatti, gente senza valori morali, falsa come una moneta da tre euro, persone e situazioni mentali che oltre a fracassarci i gioielli di famiglia ci fanno perdere un sacco di tempo procurandoci angoscia.
Qualcosa che “nuoce gravemente alla salute”, non solo nostra, ma anche a quella delle persone che amiamo e che risentono di questa tossicità.
Un pensiero o un ricordo molesto? “Nuoce gravemente alla salute” ed in quanto tale si elimina.
Ovviamente arrivarci richiede grande forza di volontà ed una diversa prospettiva della vita, qualcosa che non ci veda al centro del mondo, ripiegati egoisticamente solo sul nostro ombelico, ma piuttosto parte integrante di un sistema armonico in cui fare la nostra parte.
Via, alleniamoci.
Per esempio: si sa, tanto alla fine la Juve arriverà in campionato prima della Fiorentina.
Eliminare, please: “nuoce gravemente alla salute”.

Sta nascendo una consapevolezza importante, qualcosa che farà molto comodo quando arriveranno i momenti di difficoltà
La vittoria di ieri, sarà perché me la sono vista ancora in televisione, mi è sembrata molto simile a quella di Verona: stessa freddezza e stessa capacità di incidere al momento giusto.
Ilicic è un valore aggiunto, ormai ci abbiamo fatto pace e nemmeno ci ricordiamo più di quando lo volevamo spedire a Bologna a calci nel fondo schiena.
Ci possiamo perfino permettere Kalinic in panchina, segno che Sousa vede bagliori sempre più lucenti di Rossi e ve la immaginate l’accoppiata con il croato, con Babacar pronto ad entrare per il lavoro sporco?
Qui non si tratta di sognare chissà cosa, ma se continua così ci divertiremo moltissimo.

E’ chiaro che giovedì sera vedremo la maturità di questa Fiorentina.
Vincere è l’unico risultato possibile per non arrivare a sperare in concatenazioni di risultati che sembrano poco probabili.
Basterebbe giocare da Fiorentina per battere i polacchi e non sarà neanche una questione di condizione fisica perché in molti sono freschi e quindi conterà soprattutto la testa.
Dalla Polonia Sardelli e Sestini confermano che l’ambiente è surriscaldato e che la vittoria di Firenze ha acceso speranze insospettabili quando avvenne il sorteggio.
Ci vorrà molta testa e abbastanza cuore per conquistare i tre punti e sono qualità che sono abbondantemente nelle nostre corde.

Genitori, sapete “perdere tempo” con i vostri figli? È una delle cose più importanti che potete fare ogni giorno.
Mai avrei immaginato di aprire un mio post con le parole di un Papa, m Francesco è davvero speciale, lo capii quando si affacciò da Pontefice in Piazza San Pietro il 13 marzo 2013 perché mi emozionò subito.
Dunque, perdere tempo con i figli.
Accade che la mia organizzazione familiare si sia, come dire, negli ultimi tempi piuttosto complicata per cui non è sempre così semplice coordinare i tempi.
Per esempio stamani avevo qualche problema nel portare Cosimo a scuola a ad un certo punto, mentre rincorrevo persone e situazioni ho avuto una specie di flash: e se lasciassi tutto e passassimo una giornata insieme, o almeno un bel pezzo di questa splendida giornata fiorentina piena di sole.
E’ questa la vera libertà, altro che soldi, macchine, case.
Siamo andati a fare una passeggiata sulle rive di un fiumiciattolo, poi allo Stibbert (che non avevo mai visto!) e ancora a calciare i rigori e a provare costruire animali col Lego (cavolo quando era più semplice 45 anni fa): impagabile.
Poter stare liberi nella testa con i propri figli e non importa se hanno 8 anni come Cosimo o 16 o 20, come Camilla e Valentina.
Goderseli il più a lungo possibile perché nessuno scambio è più proficuo, nessun messaggio è più bello per noi genitori e immagino anche per loro.
Non esiste una gonna o una cravatta che possa eguagliare il piacere di condividere una risata, una scoperta, anche un problema, quando la vita comincia a farsi più spigolosa.
Non poter stare con i propri figli è una sofferenza, non starci per una propria decisione è una scelta per me incomprensibile e non importa se sei ateo, cattolico, mussulmano o ebreo.

Mi credete se vi dico che lo volevo scrivere.
Volevo dirmi contrario alla cessione di Mario Suarez, che non avrei capito e non capisco in alcun modo.
Poi il mio amico bacillo mi ha steso e ho lasciato perdere, ma la partita di oggi, per quanto molto semplice, mi ha confermato che era l’idea giusta.
Perché una rosa importante è composta da molti quasi titolari, perché quel signore mi pare abbia giocato una finale di Champions, perché Passarella, Platini eccetera, eccetera, eccetera.
E’ stato un bellissimo brunch viola, senza scossoni e con alcune perle che rimarranno impresse a lungo, come il gol di tacco di Gonzalo Rodríguez, ma anche il cucchiaio di Babacar non è stato affatto male.
Qualcuno oggi mi diceva: “certo l’Inter…” e allora ho capito che come sempre nella vita ci si abitua molto presto a stare bene, poi è molto difficile scendere.
Voglio dire che siamo un po’ contrariati dall’essere in testa, ma a pari punti con un’altra squadra, come se fosse una consuetudine stare da quelle parti, ma va bene così: i piccoli uomini fanno sogni piccoli, mentre invece la Fiorentina è qualcosa di grande.

« Pagina precedentePagina successiva »