Il 2 gennaio 2014 cominciò la mia personale battaglia contro i calcoli renali, ancora non lo sapevo ma stava per iniziare sotto tutti i punti di vista il biennio più difficile della mia vita.
Due anni che hanno stravolto e alla fine rivoluzionato il mio modo di percepire il mondo e di stare con gli altri, due anni che mi hanno fatto diventare un uomo profondamente diverso, spero migliore per chi mi sta accanto.
Mi sono accorto di tante cose che prima vedevo, ma non “guardavo”.
Ho capito molti errori, ho finalmente perso la mia paura sui cambiamenti: si possono non solo accettare, ma addirittura sfruttare per uscire “dall’egoismo sdrucciolo che abbiamo tutti quanti”.
Il 2016 dovrà essere l’anno della raccolta di quanto ho molto faticosamente seminato in tutti questi mesi pieni di tante cose, la maggior parte delle quali purtroppo molto amare, ma evidentemente dovevano accadere proprio per cambiare.
Per questo l’augurio di passare un Natale di grande pace con voi stessi, che credo sia il massimo dei regali, è in questa vigilia ancora più sincero del solito.

Ottima reazione, dopo la settimana più difficile da quando è arrivato Sousa.
Aver vinto in questo modo è molto confortante, in pratica non c’è mai stata partita e la differenza tecnica è stata evidente.
Chiudiamo un anno solare da grande squadra, con punte di godimento che poche altre volte abbiamo raggiunto nella storia e va bene che non abbiamo vinto niente, ma essere secondi in campionato è un traguardo assolutamente impensabile in estate.
Kalinic e Ilicic sopra a tutti, ma anche il dinamismo di Bernardeschi, che se continua così andrà certamente agli Europei.
Resta sullo sfondo il problema di Pepito e anche la domanda se abbia avuto abbastanza spazio per risalire la corrente oppure no.
Qualcosa si deve essere rotto nel rapporto con l’allenatore, adesso va trovata una soluzione che vada bene a tutti, ma ricordandoci che la Fiorentina viene prima di ogni altra cosa.

Domani non mi interessa se la Fiorentina gioca bene, mi interessa vincere.
E’ troppo importante chiudere senza veleni al secondo posto in classifica, cioè là dove nessuno dotato di buonsenso poteva pensare di stare a fine 2015.
Ero ieri sera alla cena degli sponsor (come Radio Bruno) e non ho notato molte differenze con gli anni passati, con un ADV in ottima forma e neanche un po’ (beato lui) ammaccato dall’imprevista eliminazione in Coppa Italia.
Tutti danno Rossi titolare ed io invece ci andrei molto cauto perché mi pare che Sousa applichi al suo lavoro una logica stringente dove a questo punto del campionato non c’è molto spazio per dei rischi sia pure motivati dalla fondamentale necessità di recuperare Pepito.
Sarei invece sorpreso se non giocasse Borja Valero, che ha fallito la partita di Torino, ma mi pare fosse in ottima e (purtroppo) nutrita compagnia.
E in porta secondo me giocherà ancora Tatarusanu, per cui faccio il tifo più di tanti di voi che mi contestano per le critiche, ma i fatti sono quelli che sotto gli occhi nell’ultimo mese e l’apporto del rumeno è stato senz’altro al di sotto delle aspettative.

Ad un certo punto ho avuto la tentazione di contarli, ma poi ho lasciato perdere perché sono persone e non numeri.
Serata di auguri al Pentasport con tutto il gruppo, compresi i fanciulli e le fanciulle di “Viola nel cuore”, e caduta oltre ogni limite immaginabile dei freni inibitori.
Un esempio per tutti: mi sono esibito nuovamente in “Una carezza in un pugno” con gli stessi esiti disastrosi di qualche tempo fa, con l’aggravante però della presenza di tutta la redazione e di mia figlia Camilla che mi ha ripreso per futuri ricatti in termini sindacali di paghetta.
Il meglio però lo ha dato Vuturo, assoluto protagonista della scena perché non solo canta (beato lui) benissimo, ma si è addirittura improvvisato capo animazione con un gruppo di malcapitate signore finite nella stanza accanto alla nostra che si sono messe a seguirlo nelle danze.
Ed io immagino che qualcuna di loro si sia innamorata di Pietro e che a fine cena (io come al solito sono andato via prima) lo abbia pure inseguito…
Me li guardavo uno a uno (mancavano purtroppo Saverio, Leonardo e Matteo Sestini) i “miei” giornalisti pensando che di loro so più o meno tutto in termini professionali e immaginavo come possano “vivermi”, le speranze e magari le delusioni che ogni mia decisione comporta nella loro vita di tutti i giorni.
Una bella responsabilità, che però mi piace tantissimo e che ho avuto la possibilità di continuare a vivere grazie a Radio Bruno, che mi e ci ha regalato un incredibile entusiasmo.
Ed è stato ancora più importante aver creato tutto questo insieme a Maurizio, l’amico di una vita, che c’è, c’è sempre stato e ci sarà sempre.

A proposito di Radio Bruno: scaricate nel modo che volete “Natale è tutto qua” (molto carino) realizzato dalla nostra sede centrale, i 99 centesimi del costo andranno interamente ad AGEOP RICERCA ONLUS, che da trent’anni accoglie ed assiste a Bologna i malati di tumore e le loro famiglie.

Analizzando la partita obiettivamente il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, ma é una magra consolazione.
Siamo stanchi, corriamo meno e corriamo male e se Kalinic gioca sotto la sufficienza é notte fonda.
Avrebbe dovuto e potuto venirci in soccorso Rossi, che in questo momento é un lusso che non possiamo permetterci perché sta addirittura peggiorando dalle prime partite.
Uscire così é una macchia nella stagione e anche piuttosto vistosa.
Ora tocca a Sousa porre rimedio e si vedrá quanto è bravo.

Da un po’ di tempo è arrivato il tempo delle riflessioni e di conseguenza dei cambiamenti, più o meno importanti.
Uno dei quesiti apparentemente banali, però più profondi di quanto si possa credere a prima vista, riguarda Babbo Natale: ma Cosimo, ormai prossimo ai 9 anni, davvero crede che la nuova piattaforma elettronica gliela vada a prendere e gliela consegni quel corpacciuto e simpatico signore con la barba vestito in un modo così improbabile?
Essendo dentro ad ogni cosa e quindi infinitamente più avanti e più furbo alla stessa età del sottoscritto (che tra l’altro non aveva neppure il Natale per questioni religiose), mi chiedo se non stia al gioco solo per non deludermi e che quindi sappia benissimo che (purtroppo!) Babbo Natale non esiste.
Io comunque continuo.
Almeno fino al 25 dicembre 2016, quando credo che mi prenderà da una parte e mi dirà: “via babbo, ora puoi anche smettere, grazie per tutti i regali che mi hai fatto!”

Abbiamo un problema, se davvero vogliamo puntare alla Champions, e quel problema è il portiere.
Non chiedo fenomeni, ma uno alla Frey, cioè almeno tra i primi cinque in Italia, perché purtroppo Tatarusanu non lo è ed il gol preso dopo 4 minuti da quello di Ilicic ci ha condizionato.
Non è voglia di capro espiatorio, ma semplice constatazione tecnica: fateci giocare in vantaggio altri trenta minuti e poi vediamo che succede.
La Juve non ha rubato niente e Orsato ci ha pure aiutati non cacciando Borja e dandoci un rigore che a parti invertite ci avrebbe fatto infuriare e questo a Torino accade raramente, ma non ne abbiamo saputo approfittare.
Buffon non ha fatto una parata, però potevamo pareggiarla e sarebbe stato un successo,invece così usciamo un po’ ridimensionati anche se restiamo secondi.
Peccato perderere negli ultimi dieci minuti, con tutto lo straordinario seguito viola, ma non è il caso di fare drammi ma solo di pensare a come rinforzare un’ottima squadra.

Sensazioni frizzanti, voglia di esserci, soddisfazione per avere il privilegio di trasmettere Juve-Fiorentina.
Il clima della vigilia è quello giusto, stavolta non ci faremo schiacciare come avvenne, e lo ricordo ancora con dolore calcistico, nei primi due anni di frequentazione allo Juventus Stadium.
Sarà decisivo il centrocampo, se Badelj, Borja e Vecino riusciranno a fare la loro partita, se saranno da 6,5 allora si potrebbe mettere davvero bene.
Da sedici anni non arriviamo lì così avanti in classifica e i punti di differenza ci stanno davvero tutti.
Nessuna paura, ma una sana sfrontatezza per batterli e volare sempre più in alto.

Brava Fiorentina.
Partita vinta con il giusto sforzo e con una discreta capacità di concentrazione, anche Sousa nel primo tempo pareva indemoniato, ma forse si agitava proprio per evitare che la tensione crollasse.
Partita bruttina ed era difficile immaginare il contrario, con un solo rischio che mi ha ricordato lo sciagurato autogol di Contratto contro la Juve nel 1983.
Già, la Juve.
E’ dopodomani e forse è stato un bene avere così poco tempo per pensarci: andiamo, giochiamo e vinciamo, semplice no?

Vorrei salutare con un grande abbraccio tutto il gruppo del blog che si ritrova questa sera a cena, sarei veramente voluto passare per un saluto, ma ho l’onere e l’onore di presentare questa sera la Hall of Fame insieme a Mario Tenerani e quindi sono bloccato.
Questa famiglia virtuale allargata prosegue nella sua storia decennale, in certi momenti andando oltre i momenti di dolorosa pausa che chi scrive ha avuto negli ultimi due anni, sinceramente i più difficili di una vita molto fortunata.
Mi avete molto aiutato a non mollare mai e adesso che da un po’ il peggio è alle spalle volevo scrivervi una sola parola, che racchiude tutto e che nasce da dentro: grazie.

Se vogliamo fare i politicamente corretti diciamo che va affrontata una partita alla volta, che l’Europa è importante e via a seguire.
Sinceramente io però faccio molta fatica a non pensare a Torino, a “quella” partita, che per me resta la partita.
Sarò provinciale, ma vincere con la Juve per me non ha prezzo e a Torino ancora di piú.
Ora comunque mi impegno e vado a studiare la formazione del Belenenses e dopodomani ci metterò il doppio della concentrazione per raccontare la partita che ci deve aprire le porte dell’Europa.

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