Hai due strade davanti: o non guardi niente in televisione, “accontentandoti” delle notizie che raccogli dal web o sui giornali, oppure ti piazzi davanti allo schermo e cominci ad entrare in una realtà che ti porta ad un fortissimo disagio interiore.
Che fare?
Viene fuori la parte migliore di te: dare il sangue, mandare soldi, perfino accogliere chi è rimasto senza un tetto sulla testa, perché senti che quelle persone sono uguali a te, sono la tua gente, e “sai” che farebbero lo stesso se il disastro fosse avvenuto da noi.
Perché siamo un popolo ingovernabile, furbetto e poco rispettoso di tante cose, ma sul sentimento non abbiamo macchie: io mi sento italiano e per fortuna lo sono.

Negli anni della mia formazione culturale, quando cercavo di capire come funzionassero le cose nel mondo, si contestava a prescindere.
C’erano per esempio gli indiani metropolitani che si autogestivano nei supermercati e nei negozi, nel senso che prendevano la merce e non la pagavano.
Ero uno di quelli che stavano quasi sempre zitti (mai esternato anche per timidezza ad un’assemblea) e leggevo molto: quando parlavo, se non ero d’accordo, cercavo di non uniformarmi mai al pensiero altrui, fosse quest’ultimo anche particolarmente veemente, volevo sempre far valere le mie motivazioni.
Insomma, nei limiti della facoltà mentali, cercavo di ragionare.
Ho la presunzione di credere che se fossi nato in casa di genitori “importanti” a cui volevo bene, ma di cui non condividevo le idee, avrei dissentito con loro come ho fatto con i miei anche in forma pubblica.
Per questo sono molto stupito, e anche un po’ preoccupato, davanti al polverone suscitato dalla presenza della figlia del ministro Padoan ad una manifestazione pugliese contro il Governo.
I figli la devono pensare sempre e comunque come i genitori?
Va bene che viviamo in un’epoca di riflusso assoluto, e per tanti versi di imbecillità totale, ma non mi risulta che si sia tornati indietro di cento anni e mi parrebbe giusto che ogni individuo fosse libero di manifestare qualsiasi idea, anche quando non coincide con quella delle persone che ama.

Tra tutti i modi possibili per perdere la Fiorentina ha scelto il peggiore
Senza un filo di grinta, quasi non avesse voglia di soffrire, come se giocasse contro una squadra qualsiasi
Solo Kalinic è un po’ Gonzalo, peraltro lontano dal suo standard, ci hanno messo quel qualcosa che tutti noi diamo per scontato contro la Juve
E salvo ovviamente Chiesa, una delle poche cose buone di Sousa, che non era affatto da sostituire
Ora vediamo se ci svegliamo, sul mercato e in campo

Ora basta con le polemiche
Io mi ricordo di tutte le partite con la Juve che ho raccontato e acuì ho partecipato e sofferto solo da tifoso
Perché le emozioni di quelle ore non si dimenticano, anche se a volte vorresti per il male che provocano certi ricordi
Sono molto, ma molto più forti, ma noi siamo la Fiorentina!
E che cazzo… (e scusate il francesismo)

Ci riprovo: riuscirà Bernardeschi a segnare otto reti ufficiali nella stagione che sta per cominciare?
Scommettete contro di me?
Nel senso che io dico (scaramanticamente) di no e se dovessi perdere pagherò una ricca merenda a tutti coloro che parteciperanno alla sfida, iscrivendosi qui o all’indirizzo pentasport@radiobruno.it
Se invece dovessi (purtroppo) vincere, chi ha scommesso dovrà fare una donazione alla Fondazione Borgonovo e a quel punto pagherà pegno anche Federico, come ha ricordato ieri sera nel Pentasport.
E ora via alle iscrizioni!

Scusate, ma a me questa storia di Jorgensen pare troppo invitante per non esercitare un po’ di sana ironia fiorentina.
Ad un certo punto dell’estate pareva che l’universo viola si dovesse fermare se non avevamo un ex a rappresentarci nei vari campi del mondo pallonaro.
Scartato dolorosamente Antognoni (già, sarebbe stato troppo semplice e a noi invece piacciono le strade tortuose) avevo sommessamente suggerito qualche nome che alla Fiorentina aveva dato tanto e magari pure ricevuto, ma che soprattutto a Firenze viveva, perché un certo lavoro si può fare solo se si conoscono profondamente gli umori della città.
E invece ecco spuntare Jorgensen, ottima persona per carità, ma che qui si è sempre comportato da professionista intelligente e nulla più.
Per lui Firenze vale Udine e questo basta per spiegare la stranezza della scelta
Vai quindi con la trattativa: vieni qui? No, sto in Danimarca.
Fai il ministro degli esteri ai sorteggi Uefa? Veramente non sarebbe la mia ambizione.
Sei orgoglioso che abbiano fatto il tuo nome? Quando si lavora bisogna essere retribuiti, si parte da questo.
A quel punto ci siamo fermati: non abbiamo l’ex a rappresentarci e non abbiamo neanche Jorgensen di cui, da più di un mese, si sono perse le tracce.
Forse però al momento ci farebbe più comodo un difensore, meglio ancora se centrale.

Confessione: mai fatte vacanze così in vita mia.
Devo dire che aiuta, solo che adesso si riparte davvero, ma nella fattispecie sono fortunato perché ho un metabolismo particolare che la mattina mi consente di non fare alcuna fatica nello svegliarmi e ripartire ad una velocità che chi mi è accanto giudica molto, ma molto sostenuta.
Per questo non sento l’uggia del ritorno a tempo più o meno pieno, ma so che per molti di voi non è così e allora, per tutti quelli che hanno già finito le ferie, come sta andando il ritorno alla quotidianità?

Peggio l’infortunio di Borja della quinta sconfitta consecutiva, che comunque pesa proprio perché chiude tristemente la serie del peggior precampionato che ricordi
Oggi sapremo, ma la paura è tanta: e se dovesse stare fuori un mese?
Continua a preoccupare, e parecchio, la difesa, ancora alla ricerca di un assetto tattico convincente e tra sei giorni ci saranno Dybala e Higuain
L’impressione è che ci asfaltino, poi uno pensa da un lato che potrebbe andare peggio e… piovere e dall’altro che il calcio è bello proprio per questo: non esiste logica

Ritorno alla Capannina del Forte, dopo una vita
Concerto di Ornella Vanoni, che ho sempre ammirato anche come donna
Si parte alle 21 con un po’ di piano bar, canzoni gradevoli e vai con la cena
Comincia il balletto e sono sessanta minuti di tortura, è da quando ero bambino e sgambettavano durante i varietà del sabato sera che non li sopporto
Poi, finalmente, alle 23.30 arriva lei e pare quasi far fatica ad entrare in scena, ma intanto noto che è scalza: a 82 anni si mette davanti al microfono scalza, comincia a cantare e ti dimentichi di tutto
Che abbia 82 anni, che ci siano volute due ore e mezzo per vederla, insomma di tutto
Una straordinaria signora, dotata di ironia e classe, con ancora la voglia di sedurre e non fatichi a capire come abbia fatto a far girar la testa a molti uomini, giovani e meno giovani
Chapeau

Va bene non farsi prendere dalla smania di comprare, d’accordo sul cercare le migliori occasioni possibili, giusto valutare i pro e i contro di ogni soluzione, ma…tra nove giorni io sarò in viaggio per Torino, dove mi pare sia in programma Juventus-Fiorentina
Non sarà il caso di provare a rinforzare la difesa?
Almeno quella…

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