Dicembre 2018


Ho sempre creduto nell’educazione e nella correttezza e non ho mai considerato lo stadio un luogo in cui si potessero dire o fare cose che nel resto del nostro vivere quotidiano sono vietate.

Ho sopportato molto, poi ad un certo punto ho detto basta e per questo ho deciso di muovermi supportato da un giovane avvocato che sta scalando la vetta del successo e che la pensa come me su chi insulta o minaccia, Mattia Alfano.

A lui vanno tutte quelle pratiche che non porteranno un euro nelle mie tasche, ma che aiuteranno le associazioni che hanno bisogno di fondi per andare in soccorso di chi ha veramente bisogno.

Mattia Alfano devolverà quanto percepito per le spese legali in beneficenza.

L’ultimo genio in questione è tal Dario, che mi ha dato di servo e altro ancora: ci stiamo muovendo per la querela e quanto riusciremo a prendere andrà alla Lega Italiana Fibrosi Cistica, sezione di Firenze.

Continuate pure con le vostre frustrazioni, in fondo aiuterete chi sta peggio di voi.

 

P.S. Per tutti coloro che mi accusano di esagerare nella querela e altre considerazioni su beneficenza: sarebbe bastato che Dario avesse avuto l’umiltà di scrivere chiedendo scusa e ammettendo di aver sbagliato. La querela può essere ritirata in qualsiasi momento. Dario non ha fatto niente, evidentemente perché convinto del suo pensiero.

Dire che la Fiorentina non si discute, ma si ama è una banalità che sopporto a fatica, un po’ come la storia di metterci la faccia solo perché una persona si prende delle responsabilità, cosa che nella vita si dovrebbe sempre fare.

Alla Fiorentina si può volere bene in tanti modi e io non credo che contestare ad ogni partita proprietà, dirigenza e responsabile tecnico sia un modo per dimostrarlo, questo è il senso del mio intervento radiofonico di ieri e del successivo lungo faccia a faccia con i tifosi.

Un concetto che secondo me vale per tutti: giornalisti, opinionisti e tifosi.

Recuperare come abbiamo fatto col Sassuolo è qualcosa di importante, che dimostra una forza interiore che sinceramente faticavo ad intravedere e forse, volendo bene alla Fiorentina, si potrebbe partire da lì nelle analisi e non dagli sbagli (molti) fatti negli ultimi tempi da Della Valle, Cognigni, Corvino, Pioli.

Non sono affatto contento di come stanno andando le cose, siamo sotto la sufficienza, ma alcuni dati sono incontrovertibili: non abbiamo alternative ai Della Valle, che si fida sempre e solo di questi dirigenti.

Fino a gennaio non possiamo cambiare niente sul mercato e almeno fino a giugno non possiamo neanche cambiare Corvino.

Forse potremmo sostituire Pioli, scelta per me profondamente sbagliata, ma con chi? Donadoni? Reja? Zeman? Malesani?

A me pare che questo sia un gruppo serio, ci sarà anche qualche mela marcia, ma evidentemente la sanno nascondere bene, e quindi qui è un problema di resa tecnica che è parecchio inferiore alle aspettative, vedi alla voce Pjaca, Gerson, Simeone, Lafont e anche Veretout, ma non per colpa sua.

Cinque titolari su undici, fate voi, in più c’è Chiesa, bravissimo, ma con appena due gol in quindici partite.

Però dopo aver rimontato due volte in 45 minuti contro chi stava sopra a noi in classifica si parla di Corvino, dei Della Valle e compagnia cantante…

Chi non fa, non falla, quanto è vera questa massima popolare.

Uno dei miei più cari amici mi ricorda spesso che se nel passato mi sono  a volte sbagliato  nella scelta delle persone, a cominciare dalle donne, raramente ho fallito quando si è trattato di radio.

Non so quanto tutto questo sia vero, quello che è certo è che da almeno una quindicina di anni ho abbandonato le incertezze che hanno accompagnato la prima parte della mia vita professionale e mi sono affidato solo all’istinto, cioè a quello che sento veramente dentro.

E’ accaduto così per esempio con la scelta della rassegna stampa extra calcio alle sei del mattino e ancora prima quando ho cambiato emittente dopo 35 anni di amore incondizionato: scelte di testa, ma anche di pancia.

Giovedì sera ho deciso che fosse giusto appoggiare la proposta di Mario Sconcerti che auspica un dialogo tra i Della Valle e chi ama la Fiorentina.

Non si tratta, attenzione, di farsi spiegare progetti futuri, perché questo compito è stato assolto da chi rappresenta ogni giorno i Della Valle, ma di guardarci in faccia e provare a trovare un minimo comune denominatore in questa fase così grigia del cammino viola.

L’esperienza di anni di responsabilità mi ha fatto immediatamente scattare al momento della decisione  l’allarme delle varie reazioni, a tutti i livelli: a qualcuno il “Confronto viola” piacerà, ad altri meno, altri ancora lo boicotteranno in forma più o meno esplicita.

Rispondendo al quesito del titolo dico molto semplicemente che me lo ha fatto fare la convinzione che fosse la cosa sia giusta nell’interesse della Fiorentina e di chi ha a cuore questa splendida signora di 92 anni, e…a culo tutto il resto. (cit. Guccini)

Il babbo fascista di Di Battista e quelli non proprio tagliati per gli affari, per usare un eufemismo, di Renzi e Di Maio.

Mi viene in mente una canzone di Shel Shapiro, “Ma che colpa abbiamo noi?”.

So per esperienza diretta cosa significhi avere un padre imbarazzante, poi certo bisogna vedere come e quanto i figli e le figlie siano coinvolti nelle disavventure dei propri genitori, quanta sia la loro partecipazione, sia emotivamente che nei fatti.

Mai come in questo caso va comunque ricordato che nessuno sceglie la famiglia in cui nascere, quelli ti sono capitati e quelli  ti devi tenere, per tutta la vita.

A me questa storia del nero della famiglia Di Maio sembra una quelle ventate di moralismo peloso che proprio non sopporto, un po’ come il bunga-bunga di Brerlusconi e mi parrebbe molto più interessante ed importante giudicare oggi come ieri chi ci governa in base a quello che realizza e non realizza.

Sulla partita di sabato mi pare ci sia poco da dire: abbiamo giocato “quasi” come la Juve per un’ora, ma le partite durano 90 minuti e comunque i punti persi che ci hanno violentemente scaraventato a destra nella classifica sono quelli di Frosinone, Bologna e in casa col Cagliari.

Simeone è ormai un caso conclamato, la mancanza di un adeguato ricambio un grave errore di Corvino, l’inserimento ripetuto di Thereau qualcosa di assurdo: se l’avesse fatto Sousa avrei pensato ad una provocazione, con Pioli proprio non me lo spiegare.

La contestazione ai Della Valle è legittima, perché i tifosi hanno il diritto di dire e fare (nei limiti della legalità) quello che ritengono più opportuno, ma la capisco poco, nel senso che non può dipendere dai ripetuti errori di Simeone sotto porta.

Che sia un matrimonio finito e che si resti insieme solo per convenienza, un po’ come quelle famiglie che non hanno i soldi per divorziare e così raddoppiare le spese, è ormai purtroppo qualcosa di evidente e solo i Della Valle potrebbero rivitalizzare  il menage.

Quanto alle scritte infami e infamanti, credo sempre poco al complottismo, ma se venisse accertato che sono stati gli juventini sarebbe una svolta nel campionato italiano dell’idiozia che presenta  sempre molti, troppi iscritti.

Io vi conosco bene, da almeno diciotto anni.

Siete quelli che mi misero le svastiche sulla moto ai tempi della diatriba Sconcerti-Antognoni e chiamarono al cellulare per dirmi che mi avreste stroncato le gambe.

Quelli che a Bari esposero lo striscione “Guetta circonciso”, verità inconfutabile e dimostrabile a chiunque desideri fornisca la prova, e che mi fece tornare la voglia di iscrivermi alla Comunità Ebraica dopo quindici anni di assenza.

Quelli che a Perugia nel 2002 mi assaltarono dandomi di “ebreo di merda”, definizione peraltro replicata più volte da altri di voi, compreso un ex rispettabile e carismatico capo della tifoseria oggi mediaticamente scomparso, che aggiunse pure di venirmi a staccare la testa direttamente in radio, magari per sostituirla alla sua, evidentemente fuori uso.

Quelli che a Parma nel 2009 mi insultarono per novanta minuti perché denunciai l’assurdità e lo schifo di un gemellaggio col Liverpool costruito solo per i “meriti” acquisiti all’Heysel.

Quelli che mi invitarono a Londra a prendere il treno per Mathausen, non sapendo neanche cosa fosse successo davvero per anni nei campi di concentramento.

Quelli che adesso stanno godendo della ribalta ottenuta per due scritte da dementi che fanno vomitare e vergognare di essere fiorentini e innamorati della maglia viola.

Quelli che non hanno il coraggio di uscire allo scoperto per dire “siamo stati noi” e che, ne sono certo, sono coperti da altri imbecilli come voi.

Quelli che sono in qualche modo giustificati dall’assordante silenzio di gran parte della nostra categoria giornalistica che ha sempre derubricato a “ragazzate” o “cose da tifosi” i delitti che commettete, perché si sa che “tanto lo stadio è una cosa a parte” e così fate crescere sempre di più il Salvini che è in noi.

Quelli che stanno studiando la prossima bravata nell’inutile attesa che il 99% della parte sana del popolo viola si renda conto di chi siete, vi identifichi e vi cacci via dallo stadio a pedate nel culo.

 

P.S. Il Salvini che è in noi, e quindi anche in me, significa il bisogno primordiale che abbiano di ordine, legamite discoplina. Bisogno che Salvini ha intercettato benissimo.

Siccome questo è un blog di emozioni, senza alcun vincolo commerciale orologi replica, scrivo sempre e solo quello che sento.

Per la parte professionale ho la fortuna di potermi esporre con radio, giornale e televisione.

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