Marzo 2017


La sciarpa della Juve l’ha rifiutata.

Va bene, però doveva dire: “rimango certamente a Firenze”, altrimenti è chiaro che se ne vuole andare. Perchè non l’ha detto?

Gli piacerebbe avere la fascia di capitano, magari è un segno di attaccamento alla maglia viola che indossa da una decina d’anni.

Macché, è solo un modo per buttare fumo negli occhi: magari non l’accontentano e così la prende come scusa per dire che se ne va.

Come si dice dei figli come quando a volte non ne possiamo più: il difficile non è farvi (soprattutto per noi maschi…), ma accontentarvi!

La partita degli assurdi.

Stadio in rivolta per l’inspiegabile cambio tra Bernardeschi e Badelj, prima prende un palo clamoroso Sau, poi segna Kalinic, che si mette a polemizzare con i tifosi per conto terzi, ovvero Sousa.

In quel quarto d’ora finale c’è molto calcio e tutta Firenze, intelligente e polemica al limite del masochismo e credetemi so per esperienza personale di cosa sto parlando.

Forse siamo ancora in corsa per lo strapuntino europeo, certamente non ne possiamo più del tecnico ed esageriamo nelle nostre manifestazioni di insofferenza.

Bellissimo l’ingresso in campo dei ragazzi degli anni novanta, ora uomini fatti e finiti, alcuni (Cois e Malusci) con il figlio adolescente in campo perché sapesse chi fosse stato il babbo.

Mi sono emozionato con Ranieri e a vedere ancora sul prato del Franchi molti dei miei compagni di un viaggio che dura, per mia grande fortuna, da quasi quarant’anni.

Alla fine, come spesso purtroppo accade nella vita, il problema sono i soldi.

Il progetto è bellissimo, la presentazione è stata di classe, la presenza di Antognoni ha dato un valore aggiunto a tutto, ma chi si offre di essere partner dei Della Valle in questa impresa da 420 milioni di euro, che diventerebbe la più grande per Firenze da decenni ad oggi?

E non è solo un problema della proverbiale ritrosia dell’imprenditoria fiorentina ad investire se non c’è un  ritorno certo e anche, magari, alla mancanza di feeling tra i Della Valle e il resto della città a livello industriale e commerciale.

Qui il problema è che temo che ci sia davvero poco interesse sull’argomento: mi sbaglierò, ma le reazioni in un certo mondo sono state molto fredde.

Ergo: o se lo fanno da soli i Della Valle, senza un euro di contributo pubblico, questo sia chiaro, o si rimane come siamo ora.

Certo, che se fosse buona la prima ipotesi, altro piazzamento Champions o grandi acquisti: entrerebbero, e per sempre, nella storia.

Devo parecchie cose a questo blog, tra cui la conoscenza di Mattia Alfano, avvocato in rapidissima ascesa e sfegatato tifoso viola.

Ad Alfano piacciono le questioni di principio: va bene la carriera, ma se c’è da buttarsi dentro in qualche giusta causa non ci pensa due volte e a titolo gratuito si infiamma nella lotta.

Stavolta è riuscito in un piccolo miracolo, perché davvero non speravo di avere giustizia di quanto accadde nel gennaio di tre anni fa.

Stavo proponendo in radio a Mario Gomez di devolvere una mensilità in beneficienza, visto che non giocava mai e continuava a scusarsi in tutti i modi.

Avrei preferito un atto concreto al posto di mille parole.

Arriva una mail indirizzata al sottoscritto: “sei il solito ebreo. Come ti permetti di dire quello che dovrebbe fare chiunque.Fatti i cazzi tuoi. Non fai altro che appicciare…”.

Da più di una decina di anni a questa parte non tollero più le offese e quando è il caso querelo, come ho fatto giusto appunto appena due settimane fa con chi, volendo fare lo spiritoso, mi  ha accustao via fecebook di essere al soldo della Fiorentina.

Mattia ha preso  in mano la vicenda e ha chiuso tutto con successo, rinunciando ad ogni compenso, e ottenendo dalla controparte un versamento in denaro, che come sempre faccio in questi casi devolvo a chi combatte per gli altri.

Nello specifico, alla LIFC della Toscana, la Lega Italiana Fibrosi Cistica che proprio in questi giorni sta lanciandoun’ottima campagna legata alle uova di Pasqua da acquistare per sostenere la ricerca di una delle malattie più invalidanti e letali che ci siano (per sostenerla e per le informazioni necessarie sull’argomento basta collegarsi al sito ufficiale www.toscanafc.it o alla pagina Facebook “LIFC Toscana onlus”).

Una grande soddisfazione, credetemi.

Dopo oltre una quarantina di anni di frequentazione con l’altra metà del cielo sono arrivato alla conclusione come per noi uomini capire le donne sia un privilegio di pochi, e ti puoi sforzare quando e quanto vuoi, ma se non hai il tocco magico proprio non ci riesci.

Questione di cromosomi, di imprinting vecchi di millenni o di chissà cos’altro.

Si possono invece comprendere le donne, essere per loro un’isola felice a cui aggrapparsi quando entrano in quelle dimensioni misteriore, lontane anni luce dal nostro modo molto concreto di pensare.

Per riuscirci il segreto è uno solo, ma di difficilissima attuazione: bisogna spostarsi un po’ più in là, lasciare sul divano un po’ del nostro egocentrismo ed ascoltare.

Con attenzione, molta attenzione, ricordandoci poi di quello che è stato detto.

Auguri a tutte le signore e signorine del blog: che questo sia solo uno dei 365 giorni in cui vi rispettiamo tutte, pur amandone una sola.

 

Prestazione decorosa, che non toglie e non aggiunge niente a questa stagione così grigia.

La formazione era coraggiosa, con l’inutile azzardo di Sanchez ancora difensore, ma siamo incappati nella peggiore giornata di Chiesa e di Kalinic, con in più il vecchio Ilicic, nel senso che per larghi tratti della gara era come se non ci fosse.

Certo, mai mi era capitato di andare a Bergamo da “provinciale”, neanche fossimo a San Siro o a Torino e su questo converrà riflettere.

Perché Della Valle avrà sbagliato molto e da qualche tempo non investe come vorremmo, Corvino non ha fatto nessuna “corvinata”, ma sarei curioso di vedere se ad allenatori invertiti, e con le stesse rose a disposizione, ci sarebbero ancora dieci punti di distacco con l’Atalanta.

Mettiamo il caso che si batta l’Atalanta, come è nelle possibilità di questa squadra, anche senza Bernardeschi.

Riusciremo a trovare un briciolo di tranquillità, di equilibrio nei commenti, di ottimismo?

Sulla carta la partita c’è tutta, non siano affatto inferiori e non abbiamo niente da perdere, tanto per tutti o quasi il campionato è andato.

Eppure…quante volte il calcio ci ha regalato storie incomprensibili e bellissime: rincorrere l’Europa può essere un’utopia, ma perché non sognare?

Ci sono versioni contrapposte: Cristina, completamente rapita dal racconto, afferma che abbia dormito per buona parte dello spettacolo, come di solito accade quando usciamo dopo cena, io rivendico invece diversi momenti di lucidità, in cui ho ammirato le grandi capacità divulgative di Vittorio Sgarbi.

Confesso di avere dei veri e propri buchi neri nel mio conoscere e l’arte è la più evidente di queste mie mancanze: ci capisco il giusto e avrei bisogno di una guida che me la facesse amare.

Ecco, se potessi, assumerei per una full immersion Sgarbi e dopo (forse) comincerei a muovermi con un briciolo di sicurezza.

Due ore e mezzo di Caravaggio, inframezzato da lazzi e frizzi sull’attualità: assolutamente affascinante nella storia dell’artista, divertente e dissacrante nelle battute sull’oggi, che si possa essere o non essere d’accordo sui concetti espressi.

E se qualche televisione lo mandasse in onda al posto del niente cosmico che spesso ci infliggono?

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