Aprile 2009


Vorrei tranquillizzare chi mi vuole bene e dare una piccola delusione a chi punta diritto sul mio infarto per via delle battaglie intraprese via internet o attraverso le modulazioni di frequenza: io sono una persona che relativizza molto, lavora di più e che non ha troppo tempo per angustiarsi per le sciocchezze che vengono dette e scritte sul proprio conto.
Anche sulle bischerate e sulle falsità che magari tre persone diverse fanno arrivare tramite trenta o quaranta messaggi di insulti.
Sintetizzando: me ne frego.
Certo, ho un carattere particolare, prendo posizione, non mi nascondo, ma poi la cosa finisce lì, mi passa tutto.
Ergo: tutte le cose di cui si è straparlato negli ultimi tre giorni, una volta esternato il mio pensiero, mi interessano nella misura in cui possono coinvolgere la radio, quindi pochissimo.
Ho detto la mia, ho scatenato un po’ di casini (però, nella sostanza, avevo ragione: Radio Blu NON è l’house organ della Fiorentina e affermarlo è offensivo, e al famoso ed imperdibile premio hanno partecipato 6 radio toscane su 30) ma in fondo è anche il bello di queste cose.
Ragazzi si sta parlando di calcio e so di essere fortunato ad avere una tribuna da cui parlare invece di urlare al vento.
Sono insomma molto sereno, stasera vado a godermi il testo di Gaber con Barbareschi alla Pergola e sinceramente credo che fare il giornalista sia un lavoro come un altro, magari più divertente.
Non mi sento affatto un missionario della verità, insomma, e poi il calcio è veramente poca cosa rispetto alla vita normale, lo dico spesso, ma c’è troppa gente che non lo sa e si prende troppo sul serio.
Via ragazzi, staimo raccontando di uno sport, mica siamo a fare un reportage in Iraq.
Mi ha fatto ovviamente piacere il comunicato della redazione di Radio Blu, che ha capito che se mi sono mosso in un certo modo era solo per salvaguardare il lavoro di tutti, ma la principale occupazione di oggi è cercare di confezionare un Pentasport che sia gradito a chi ci ascolta.
E se è vero che gli articoli che ho scritto e che scriverò serviranno il giorno dopo solo per incartare il pesce, è altrettanto certo che nella prossima settimana, dei fiumi di parole dette a sproposito un po’ da tutti, non resterà neanche “un’impressione che ricorderemo appena”, come ha scritto a suo tempo il sommo poeta Guccini Francesco.

Alla faccia dei moralisti e di quelli che urlavano allo scandalo perché la Fiorentina faceva ricorso.
Lo scrissi di getto appena arrivò la notizia della maxi squalifica a Melo e anche riflettendoci con più calma ero convinto che fosse giusto provare a ridurre la sanzione.
Cosa dicono adesso quelli che “la Fiorentina sta facendo una brutta figura verso l’intera Italia calcistica”?
Intanto riavremo presto un giocatore fondamentale per il centrocampo viola e a questo punto, poiché voglio stravincere, mi piacerebbe pure sentire le parole di scuse di Melo alla prima conferenza stampa utile.
Scuse non verso Lopez, ma nei confronti dei suoi tifosi, compagni di squadra, dirigenti e allenatore.

Uno dei miei difetti maggiori è certamente l’autoreferenzialità.
Si tratta di una caratteristica piuttosto comune nel mondo giornalistico e in questo io ho preso certamente il peggio della categoria.
Ho però scoperto che c’è chi mi batte alla grande e allora, per una volta (che sinceramente non è neanche la prima…), faccio un uso scorretto del mio blog, anche perché non mi sembra giusto e corretto togliere spazio in radio per parlare di vicende così poco importanti ed edificanti.
Succede quindi che io costringa da sempre i più giovani della redazione ad ascoltare ciò che viene detto nelle altre radio, perché è giusto sapere cosa c’è in giro e poi magari qualcuno è bravo e si può pure provare a portarlo a Radio Blu.
Tommaso Loreto, ad esempio, l’ho scoperto così, su segnalazione di chi seguiva altri programmi.
Ebbene, mi raccontano che continua ad andare in onda a raffica uno spot in cui si magnifica una certa trasmissione come “la migliore dell’anno secondo il CORECOM”.
Ieri mi dicono sia stata addirittura declamata in diretta la motivazione per l’assegnazione di tale trofeo.
Mi sono già occupato della vicenda, spiegando come Radio Blu non avesse alcuna possibilità di vincere per il semplice fatto che…non partecipava al concorso.
Incuriosito però dalla continuazione autoreferenziale dello spot, in cui io facevo e faccio la figura del dilettante, e comprensibilmente commosso per le motivazioni, sono andato a leggermi i nomi delle emittenti che si ereno iscritte al concorso.
Ebbene, solo e unicamente per i lettori di questo blog, sono in grado di segnalarle in esclusiva anche a voi: Nova Radio, Controradio, Lady Radio, Radio Barbanella City, Radio Bruno, Radio Toscana.

Sandro Mencucci è il più fiorentino e dunque, quasi per definizione, il meno diplomatico della dirigenza viola.
Ha commesso delle sciocchezze in passato, sto parlando del 2005, nel tentativo maldestro di difendere la Fiorentina dalla combine ordita per mandarla in B e ha trascorso molte giornate amare, scansato da chi prima lo omaggiava e che è poi tornato ad omaggiarlo quando ha visto che i Della Valle credevano ancora in lui (c’era chi lo definiva ragioniere per sminuirne il titolo di studio che è quello di dottore commercialista, chi pretendeva le sue dimissioni e via a seguire, salvo poi effettuare improvvise giravolte…).
Attaccarlo per le parole pronunciate a Radio Blu (“se fossi l’autore dello striscione, chiederei scusa”) vuol dire da un lato cercare un modo assurdo per fare polemica in un giorno di festa e dall’altro cercare di pareggiare conti personali con il presunto anello debole della dirigenza viola.
Perché lo stesso Andrea Della Valle ha fatto capire che quello striscione non lo aveva gradito affatto e meno che mai il riferimeto alle discoteche, che era poi la parte forte della contestazione.
Prandelli e Corvino erano stati più diplomatici, soprattutto il primo, ma penso proprio che il pensiero del sanguigno Mencucci sia lo stesso delle più alte autorità viola.
Solo che l’amministratore delegato lo ha esternato quasi a sorpresa, prendendosi vagonate di insulti e facili riferimenti alle telefonate di quattro anni fa (scusate, ma allora eravate d’accordo sul fatto che ci abbiano condannato?).
So benissimo di prendere una posizione politicamente scorretta, ma trovo questa vicenda molto triste in una domenica di grande gioia.

Come si possa passare dalla prova di Udine alla gara di ieri sera è uno dei misteri affascinanti del calcio.
D’accordo, ha ragione Prandelli, il gol iniziale di Vargas ci ha aiutato tantissimo, intanto però bisogna farlo un gol così.
Non ci sono parole per la partita di Jovetic, Semioli e Gilardino, anche Vargas è stato da 7 pieno.
Insomma, una prestazione maiuscola di tutti, tanto che quello col voto più basso è stato Frey, perché poco impegnato (ma la Roma nel primo tempo aveva giocato bene, sprecando tantissimo).
Una serata che entra diritta nella storia della Fiorentina, mentre nella storia di Radio Blu entrano gli agghiaccianti due minuti pre-gara in cui gli stonatissimi Guetta e Pestuggia si sono lanciati in un’impresa agghiacciante: cantare l’inno della Fiorentina in diretta.
Roba che se Narciso Parigi ci chiedesse i danni, avrebbe perfettamente ragione.
Infine, gli scontri, tutti ampiamente previsti.
Devo raccontare un piccolo retroscena: a un’ora dall’inizio della partita ero stato informato che stava prendendo corpo da parte dei tifosi viola l’ipotesi di chiedere che la gara non venisse giocata per via degli incidenti.
Avevamo però parlato col dottor Tagliente (poi intervenuto con un colpo di fortuna in diretta) che ci aveva espressamente chiesto di tenere i toni bassi per evitare che le persone allo stadio, ascoltando la radio, si innervosissero ancora di più.
Ho preso la decisione da solo e ho taciuto su questa eventualità che poi ha perso di consistenza, per fortuna, perché non oso pensare a cosa sarebbe successo nel far defluire dal Franchi le trentamila persone presenti.
Complimenti comunque a chi ha deciso di non considerare Fiorentina-Roma una partita a rischio, ma tanto l’anno prossimo sarà la stessa musica.

Poche righe per raccontare cosa è successo oggi allo stadio, dove l’ottimo Matteo Sestini ha intercettato Cellerino, fino ad oggi poco conosciuto attaccante del Livorno, e ha correttamente riferito della cosa la redazione.
La notizia è andata diritta nel Pentasport provocando la piccata reazione della Fiorentina, che ha parlato di cattiva informazione.
Io sono intervenuto in diretta ribadendo come Cellerino fosse a Firenze, al Franchi, ma che, come mi avevano giurato in società, non c’era stato alcun incontro con Corvino.
Matteo Sestini ha un forte dubbio sulla versione della Fiorentina, ma io chiudo qui la vicenda limitandomi ad alcune considerazioni.
1) Su internet, nelle varie radio e televisioni girano nomi su nomi, si parla di incontri con questo e con quello, mi raccontano che qualcuno avrebbe anche detto via etere che Melo è sul mercato e nessuno in società si è mai sognato di fare una smentita. Un po’ come accade col Processo di Biscardi…
Se in questo caso è arrivata una cannonata, è un ottimo segnale: vuol dire che Radio Blu è considerata talmente autorevole e ha un seguito così alto che la Fiorentina si sente in obbligo di intervenire ad personam se ritiene che sia stata detta un’inesattezza.
Era successo recentemente, mi pare, solo con Calamai e quindi con la Gazzetta dello Sport a proposito di un’intervista a Melo. Sestini, che ha cominciato da poco questo mestiere, dovrebbe essere orgoglioso del paragone.
2) Una delle poche cose certe di questa piccola vicenda era che Cellerino fosse a Firenze e Radio Blu è stata l’unica a dare la notizia.
3) Se anche ci fosse stato un incontro in sede (ma io voglio credere alla società e quindi parto dal presupposto che non ci sia stato) mi sfugge quale effetto destabilizzante avrebbe avuto nella preparazione della gara di sabato.
4) E’ paradossale che proprio a Radio Blu, che si è imposta di parlare pochissimo di mercato, sia avvenuta questa tempesta in un bicchier d’acqua, però se abbiamo una notizia (e Cellerino a Firenze lo era) la diamo.
5) Ora vado a vedermi tutti i filmati di Cellerino, perché fino a due ore fa quasi ne ignoravo l’esistenza…

P.S. Oggi ho incontrato casualmente Corvino e, siccome noi fiorentini siamo pronti a rischiare tutto per il gusto della battuta, gli ho chiesto quando avrebbe presentato Cellerino…
Vi risparmio la risposta e pensiamo a battere la Roma

Io voglio vedere la stessa Fiorentina del 2001, quella dell’ultima vittoria contro la Roma.
C’era molta più differenza tra le due squadre in quello strano lunedì di quanta ce ne sarà sabato sera e quindi non sarà giustificabile alcuna paura o cedimento psicologico.
Dovranno avere il paraocchi, fregarsene degli striscioni e perfino del tifo, dovranno essere concentrati, ferocemente concentrati, solo sull’obiettivo.
Che sarebbe ovviamente vincere, ma soprattutto giocare una partita straordinaria per abnegazione e forza fisica.
Poi c’è l’imponderabile, c’è l’arbitro, c’è Totti e magari pure Vucinic.
Ma in campo ci voglio la Fiorentina, quella vera, che in questa stagione si è vista davvero poche volte.

ROMA – Una gara a porte chiuse per la Juventus. Il giudice sportivo ha anticipato, a sorpresa, le proprie decisioni per prendere provvedimenti dopo lo scandalo scoppiato per il caso Balotelli, il giocatore dell’Inter investito vergognosamente sabato sera da salve di buuh e insulti razzisti. Dura la decisione del giudice Tosel: la prossima partita in casa della Juventus (3 maggio), quella col Lecce, dovrà essere giocata a porte chiuse. Il giudice ha affermato, nel dispositivo della sentenza, che Balotelli è stato fischiato e insultato “in molteplici occasioni” e ai cori razzisti hanno partecipato “vari settori dello stadio”. Non solo, insomma, le curve e gli ultras più accesi: un atto cui ha partecipato più o meno la maggioranza dello stadio.
L’aggravante è che in questo caso, come era invece accaduto in altri -fungendo così da attenuante – si è verificata “l’assenza di qualsiasi manifestazione dissociativa da parte di altri sostenitori ovvero di interventi dissociativi da parte della società”. Insomma nessun intervento agli altoparlanti dello stadio, nessun invito al pubblico a recedere da questo comportamento. Il comunicato di scuse della società arrivato soltanto ieri, domenica, non è stato evidentemente considerato sufficiente. Anzi assolutamente tardivo.
Il giudice Tosel ha potuto decidere sulla base di un rapporto molto dettagliato dei commissari di campo. E così mentre l’arbitro Farina mandava avanti regolarmente la partita “i collaboratori della Procura Federale” prendevano annotazione. “In molte occasioni – è scritto – con particolare riferimento ai minuti 4°, 26°, 35°, 41°, 42° del primo tempo e 11°, 19°, 22°, 25° e 30° del secondo tempo, i sostenitori della società ospitante, in vari settori dello stadio, intonavano cori costituenti espressione di discriminazione razziale nei confronti di un giocatore della squadra avversaria”.
Dura la conclusione e la motivazione della condanna a giocare a porte chiuse, arrivata dopo aver valutato “la gravità del fatto, e per la pervicace reiterazione di tali deplorevoli comportamenti, che nulla hanno a che vedere con la passione sportiva

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