Fiorentina


Dubito che i tifosi dell’Ajax siano razzisti, non fosse altro che per la loro forte affinità con la comunità ebraica olandese, e infatti ogni tanto si vedono bandiere israeliane in mezzo alle loro bianche e rosse.
Dunque i soliti fischi a Balotelli non hanno certamente (almeno stavolta) matrici che vanno al di là del calcio.
A me pare che si sia imboccata una china molto pericolosa: il ragazzo è sinceramente insopportabile e fatico a scrivere queste cose perché non più tardi di quindici mesi fa vedevo in Balotelli non solo un ottimo potenziale attaccante, al contrario del mio amico Piero Ceccatelli, ma speravo che fosse uno stimolo per promuovere valori etici importanti.
Invece è incontrollabile, convinto di essere il depositario del giusto, incurante delle conseguenze dei suoi gesti, vedi il dito al naso che fa spesso e che uno come Batistuta si è permesso una volta sola nella vita, ma a ragione (lo avevano sbeffeggiato in Spagna e lui al Camp Nou fece un gol da favola, altro che il solito rigore).
E comunque, quando viene a Firenze, va eventualmente solo fischiato: chi si rimette a fare i buu vuol dire che non ha proprio capito niente.

Tre indizi fanno una prova e Grasshopper, Inter e Parma ci raccontano che purtroppo le perplessità di tanti, compreso chi scrive, avevano robuste ragioni.
Se solo Viviano avesse sbagliato tre partite su nove, oggi saremmo in mezzo a processi sommari ed esecuzioni sulla pubblica piazza, ma Neto ha la faccia da bravo ragazzo, non ha amici (e nemici) in curva e fa simpatia e tenerezza a tutti.
E, soprattutto, non abbiamo alternative: siamo prigionieri di una scommessa temeraria, troppo secondo me, e quindi avanti con Neto.
Ma non è solo lui la causa dei due punti ieri, perché resta da spiegare un primo tempo inspiegabile.
Abbiamo regalato metà partita al Parma, con il centrocampo al completo e con Rossi in campo per 36 minuti.
Difficile pensare alla stanchezza fisica, visto il secondo tempo, dura da raccontare la storia della squadra giovane e immatura, vista l’età media di chi ha giocato.
In un certo senso è meglio andare in campo ogni tre giorni, così non ci stiamo troppo a rimuginare sopra, ma mentre penso al freddo ucraino mi chiedo chi giocherà davanti giovedì sera, visto che Wolski e Rebic non sono nella lista Uefa.
Infine Vargas: va benissimo la parabola del fgliol prodigo, ottima la sua prestazione ieri sera, ma deve essere solo il primo passo.
Io non mi accontento, ci deve rendere due anni di vuoto, di niente tecnico senza un perché, ne deve passare di tempo prima che paghi tutte le cambiali che ha in scadenza col popolo viola.

Ci mancheranno, e parecchio, questi punti lasciati a Milano, eppure dobbiamo fare tutti un grosso sforzo mentale e guardare la partita da una prospettiva diversa da questo senso di frustrazione che accompagna il post gara.
Senza gli errori di Neto (ahi!), di Mati Fernandez (ahi, bis), a cui aggiungerei la prova per certi versi desolante e illuminata solo dal cross del rigore di Alonso, la partita l’avremmo anche potuta vincere, pur considerando alla fine il pareggio come il risultato più giusto.
Tralascio Ilicic perché qui il discorso mi pare più di testa che di sostanza tecnica: da quando è arrivato è tutto un borbottio e un infortunio, ieri sembrava molle come un esordiente ed invece alle spalle parecchi campionati: quel rigore in movimento ciabattato grida ancora vendetta.
Ma in quelle condizioni, con quelle assenze, la Fiorentina ha dimostrato di giocare meglio dell’Inter e con Borja Valero e Aquilani al minimo sindacale per le loro potenzialità.
Le conseguenze di questo discorso sono chiare: questa squadra ha un’anima, un gioco, una personalità che prescindono fin quando è possibile dagli interpreti.
Sarebbe veramente imperdonabile se adesso ci facessimo prendere solo dallo sconforto o dalla rabbia.

GRAZIE MILLE A TUTTI PER GLI AUGURI, SONO 53, MA NON LI SENTO…

E’ bello tornare un po’ più giovani, in fondo erano due anni che sullo strapotere della Juve non c’erano discussioni.
Troppo forti, feroci, allenati benissimo e capaci di asfissiare sul piano del ritmo tutti gli avversari.
Volevi attaccarti al gol di Muntari contro il Milan nel 2011?
Siamo onesti (almeno noi…), quel campionato la Juve l’ha meritato anche perché il Milan si è suicidato contro Fiorentina e Bologna.
E l’anno scorso? Non c’era gara, e non è un caso che in due partite allo Juventus Stadium non si sia in pratica mai vista.
Ma ecco che, appena loro tornano normali, arrivano come i re Magi i regali, come ai vecchi tempi.
Finalmente mi sono arrabbiato di nuovo a vedere Chievo-Juve ed è un po’ come ritrovare un amico che non vedevi da tempo: vai che si riparte con la rumba…

Quando ho cominciato ad andare allo stadio con una certa continuità, se a qualcuno in curva veniva in mente di gridare ad un giocatore “sei uno zingaro” le persone intorno lo avrebbero prima preso per scemo e poi lo avrebbero zittito.
Lo stesso sarebbe accaduto per ogni altra forma di discriminazione razziale o religiosa.
Eravamo all’inizio degli anni settanta e non è che fossimo proprio circondati da un ambiente bucolico: i rossi odiavano i neri e viceversa, la tensione sociale saliva a livelli sempre più insopportabili, ma allo stadio si andava per amare e soffrire la propria squadra, al limite per tifare contro l’altra.
Il progressivo detrioramento del calcio ha fatto nascere l’idea malsana che gli stadi siano porti franchi, in cui si possa dire e fare di tutto e in pratica qualche migliaio di delinquenti/facinorosi ha messo le mani sulla nostra passione.
Qualcuno ce lo abbiamo anche in casa nostra, per esempio a Bergamo durante il minuto di raccoglimento in quattro o cinque hanno cominciato ad inveire ed insultare non so contro chi o che cosa, so solo che hanno fatto fare una pessima figura a tutta la tifoseria viola.
Da anni è passato il concetto per cui qualche offesa è lecita, ormai siamo arrivati al punto che c’è chi si lamenta perché non si può neanche dire niente contro i meridionali, come dimostrato dalla squalifica della curva del Milan e tralascio ogni commento sui buu ai giocatori di colore perché almeno di quello ogni tanto si parla.
In tutto questo marciume, per me da voltastomaco, applaudo senza mezzi termini alla nuova linea dura che porta a sanzioni pesanti contro chi offende o lancia cori vergognosi.
Invece di pensare che ci stanno tendendo una trappola, che sono contro la Fiorentina e che non aspettano altro di poter chiudere la Fiesole, guardiamo di isolare i teppistelli o i teppistoni da offesa verbale e magari anche dalla manata facile per vivere tutti un po’ più tranquilli e sereni godendoci il calcio.

Una vittoria che va al di là dei tre punti perché ottenuta in condizioni non impossibili, ma obiettivamente parecchio complicate.
Benissimo anche gli squilli di Napoli, Inter e Roma, meglio viaggiare coperti adesso.
Sono andati talmente bene che diventa un dolce esercizio di critica sottilizzare sulle prestazioni “normali” di Savic e Pasqual.
La fotografia del momento è Wolski: otto minuti balbettanti e poi via con la sicurezza di chi ha sempre giocato in quella squadra.
Tralasciando Rossi e Borja, io rimango sempre più piacevolmente stupito da Aquilani, che corre molto di più dell’anno scorso e siccome ha classe non corre mai a vuoto.
E infine Neto: la invocavamo ed è finalmente arrivata, parlo della parata miracolo, quella che ci ricorderemo anche tra un anno, che bello essere smentiti.

E anche senza troppa fatica, mi verrebbe da dire, ma prima devo delle scuse per una mia mancanza.
Non ho infatti pensato di avvertire preventivamente che le partite casalinghe della Fiorentina in Europa Leagues non possono essere ripetute via internet, questo ha causato dei disagi ai tanti (pensavo in tutta sincerità che fossero meno) che ieri hanno provato a collegarsi in mille modi con Radio Blu e si sono trovati ad ascoltare musica.
Sulla partita non c’è molto da dire: abbiamo fatto il minimo per ottenere tre punti e dopo aver applaudito Borja, Gonzalo e Rossi, c’è da registrare l’ennesima partita anonima di Mati Fernandez.
E non parliamo per favore di progressi, perché contro avversari così modesti uno come lui dovrebbe fare la differenza e invece alla fine non ha neanche mai tirato in porta.
Male anche Joaquin, anche per lui vale lo stesso discorso: possibile che non sia riuscito neanche in un’azione importante, a parte la rete annullata per fuorigioco?
Oggi si rifiata e da domani si pensa a Bergamo.

Ragazzi a Mati ho dato 5,5, mica l’ho bocciato senza appello.
Poi può darsi che abbiate ragione voi, a me non è piaciuto e non è un fatto di simpatie, io dell’attuale Fiorentina non conosco nessuno tranne Pasqual, quindi per me Mati vale come Borja Valero, nel senso che si parte sempre da zero a zero.

E’ questo il momento in cui dovrebbero venire fuori le seconde linee, che abbiamo molto magnificato durante la nostra dorata estate di sogni e che adesso devono dimostrare di valere tutta la nostra fiducia.
Il pezzo da novanta sarebbe Ilicic, giocatore elegante e magnifico nelle giornate di luna buona, assolutamente anonimo, al limite del dannoso quando non è in vena.
Sinceramente non ho capito bene quali siano i problemi fisici che lo affliggono e sembra quasi che ci sia una specie di maledizione in quel ruolo che fu così bene interpretato dal mio amico Robbiati (Sant’Anselmo da Lecco…), cioè l’uomo in più che messo al momento giusto o che antra dalla panchina ti risolve le partite.
L’anno scorso Mati Fernandez, adesso Ilicic, che neanche è stato convocato per la partita di stasera proprio quando ci sarebbe stato bisogno del suo apporto in attacco.
E’ una tendenza che va assolutamente invertita se non vogliamo pagare un prezzo troppo alto alle assenze di Gomez e Cuadrado.

Dunque Braschi si è rifiutato di instaurare un dialogo civile con Montella, incontrato casualmente al Tardini per Parma-Roma.
Può anche darsi che l’approccio di Vincenzo non sia stato dei più diplomatici, gli avrebbe detto “proprio te cercavo” con un incedere polemico ma senza esagerazioni, ma questo è un dettaglio insignificante, perché Stefano Braschi, che mi era sempre sembrata persona di grande intelligenza, ha il dovere di ascoltare chi chiede di interloquire con lui, soprattutto se il richiedente è l’allenatore di una delle venti squadre che mandano avanti l’industria da cui mi risulta che lo stesso Braschi percepisca percepisce un lauto stipendio.
Quello dato dal designatore è un segnale pericoloso, di gratuita arroganza come emerge dalle sue parole di risposta a Montella: “stendiamo un velo pietoso sul tuo atteggiamento di domenica”.
Il velo pietoso stavolta caro Braschi lo stendiamo noi: siete semplici arbitri o ex arbitri, non i governatori del destino dell’umanità e prima o poi scenderete anche voi dal piedistallo.
In quel momento vi accorgerete che forse era meglio avere un atteggiamento da persone normali, piuttosto che da montati.
Si attendono scuse, che non arriveranno mai.

Me lo sono chiesto a lungo nel dopo partita e non ho trovato risposta.
Il rigore c’era, vedendo l’azione da dietro non ne ho avuto l’esatta percezione in diretta, ma il l’arbitro d’area e il guardalinee avevano una posizione diversa rispetto alla mia e a quella di De Marco, che pur non osservando l’azione dall’alto aveva le mi stesse difficoltà: loro dovevano segnalare il fallo.
Ma le proteste si possono organizzare dopo (e io, ripeto, non so come, perché mail e cose del genere mi sembrano del tutto inutili), non in quel modo in campo come ha fatto Pizarro, che ha penalizzato e non poco la Fiorentina.
Mi girano vorticosamente, sono due punti pesanti che volano via, però è onesto dire che il Cagliari il pareggio non lo ha rubato se vediamo solo il gioco e non l’episodio di Rossi.
Abbiamo faticato parecchio, in una giornata da sfiga piena per via di Cuadrado e soprattutto Gomez (che però era stato quasi inesistente prima dell’errore/infortunio) e proprio per questo il godimento per la vittoria sarebbe stato doppio.
Fine settimana da dimenticare, tra il Toro e soprattutto il pareggio di oggi.

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