Dunque Braschi si è rifiutato di instaurare un dialogo civile con Montella, incontrato casualmente al Tardini per Parma-Roma.
Può anche darsi che l’approccio di Vincenzo non sia stato dei più diplomatici, gli avrebbe detto “proprio te cercavo” con un incedere polemico ma senza esagerazioni, ma questo è un dettaglio insignificante, perché Stefano Braschi, che mi era sempre sembrata persona di grande intelligenza, ha il dovere di ascoltare chi chiede di interloquire con lui, soprattutto se il richiedente è l’allenatore di una delle venti squadre che mandano avanti l’industria da cui mi risulta che lo stesso Braschi percepisca percepisce un lauto stipendio.
Quello dato dal designatore è un segnale pericoloso, di gratuita arroganza come emerge dalle sue parole di risposta a Montella: “stendiamo un velo pietoso sul tuo atteggiamento di domenica”.
Il velo pietoso stavolta caro Braschi lo stendiamo noi: siete semplici arbitri o ex arbitri, non i governatori del destino dell’umanità e prima o poi scenderete anche voi dal piedistallo.
In quel momento vi accorgerete che forse era meglio avere un atteggiamento da persone normali, piuttosto che da montati.
Si attendono scuse, che non arriveranno mai.