Tre indizi fanno una prova e Grasshopper, Inter e Parma ci raccontano che purtroppo le perplessità di tanti, compreso chi scrive, avevano robuste ragioni.
Se solo Viviano avesse sbagliato tre partite su nove, oggi saremmo in mezzo a processi sommari ed esecuzioni sulla pubblica piazza, ma Neto ha la faccia da bravo ragazzo, non ha amici (e nemici) in curva e fa simpatia e tenerezza a tutti.
E, soprattutto, non abbiamo alternative: siamo prigionieri di una scommessa temeraria, troppo secondo me, e quindi avanti con Neto.
Ma non è solo lui la causa dei due punti ieri, perché resta da spiegare un primo tempo inspiegabile.
Abbiamo regalato metà partita al Parma, con il centrocampo al completo e con Rossi in campo per 36 minuti.
Difficile pensare alla stanchezza fisica, visto il secondo tempo, dura da raccontare la storia della squadra giovane e immatura, vista l’età media di chi ha giocato.
In un certo senso è meglio andare in campo ogni tre giorni, così non ci stiamo troppo a rimuginare sopra, ma mentre penso al freddo ucraino mi chiedo chi giocherà davanti giovedì sera, visto che Wolski e Rebic non sono nella lista Uefa.
Infine Vargas: va benissimo la parabola del fgliol prodigo, ottima la sua prestazione ieri sera, ma deve essere solo il primo passo.
Io non mi accontento, ci deve rendere due anni di vuoto, di niente tecnico senza un perché, ne deve passare di tempo prima che paghi tutte le cambiali che ha in scadenza col popolo viola.