Fiorentina


Ancora Londra, ma rispetto ad un anno fa è cambiato tutto e in meglio: per la Fiorentina e soprattutto per me.
L’ambiente è sempre in grande fermento, però sarebbe preoccupante il contrario: da quando seguo professionalmente i viola, non ricordo sei mesi consecutivi di calma.
Va bene così, soprattutto se siamo terzi in campionato e con la consapevolezza che possiamo fare l’impresa di buttare fuori una delle migliori squadre inglesi in uno degli stadi più gloriosi del mondo.
Sale la febbre per la gara, alla fine questi impegni europei prosciugheranno certamente le energie, ma sono l’essenza del calcio ed esserci è un gran segnale.
Ilicic, Kalinic, Bernardeschi, la qualificazione passa da lì, intanto mi godo tre giorni pieni in una delle città più belle del mondo e…avete ragione: fare il giornalista è sempre meglio che lavorare.

Oggi mi sono alzato con un pizzico in più di presunzione addosso, tutti i giornalisti ce l’hanno, non credete mai ai falsi modesti.
Questa mattina esagero e provo a raccontarvi il mio modo di intendere il mestiere di direttore che svolgo ormai da più di 25 anni, da quando cioè il Pentasport da essere una trasmissione a due voci (il sottoscritto e Saverio) è diventato polifonico.
Cominciamo col dire che non ho mai preso ordini da nessuno e ho sempre sbagliato di testa mia, il che non è certo un merito, perché dovrebbe rientrare nelle normali prerogative di un direttore, ma una semplice constatazione.
Di errori in tutto questo tempo ne ho fatti parecchi e tanto per non nascondermi dietro alle semplici parole potrei ricordare alcune pagine nere del mio passato: aver dato a Cecchi Gori fiducia dal 2000 al 2001, aver preso una posizione sbagliata quando andò via Batistuta, aver personalizzato certi scontri con personaggi viola magari pure di secondo piano, essermi fidato di giornalisti/e che poi hanno provato a pugnalarmi alle spalle, aver ingaggiato aspre battaglie con colleghi che poi si sono dimostrati molto meglio di quanto pensassi.
Avendo però una discreta considerazione di me stesso (leggi alla voce presunzione…), penso di aver comunque combinato qualcosa di buono e per arrivare a certi risultati ho sempre avuto due linee guida: lasciare la massima libertà di espressione agli opinionisti e ai miei giornalisti, a patto che specificassero che esprimevano idee a titolo personale, e cercare un’armonia nelle voci che radiofonicamente vanno in onda.
E nel secondo caso mi fido sempre dell’istinto che non mi ha (quasi) mai tradito, ed è come per lo chef: aggiungi, togli, sperimenti, ascolti il parere di chi assaggia quello che prepari.
Alla fine provi a servire tutti i giorni in tavola e quindi in F.M. il meglio di quello che puoi offrire, sperando che tutto sia gustoso e digeribile.

Partite come quella di ieri le vincono solo le grandi squadra e non so dove arriveremo, ma certamente questa stagione promette soddisfazioni più intense rispetto a quelle di Montella, che pure ci aveva regalato diverse gioie.
Mati Fernandez ha giocato una grande gara e non c’era risposta migliore alle tante critiche, più che meritate, degli ultimi mesi, ma soprattutto sta tornando Kalinic, che vale per noi quasi quanto Higuain per il Napoli.
A proposito: io stasera tifo per il Milan, perché ho in testa un’idea meravigliosa, proprio come diceva quella pubblicità di parecchio tempo fa…
Adesso andiamo a Londra con la solita voglia europea di fare bella figura e quindi di passare il turno, ho l’impressione che la temperatura salirà rapidamente nei prossimi due giorni perché fino a ieri era come se ci fossimo dimenticati del Tottenham, ora invece sappiamo di essere forti e sarebbe bellissimo eliminarli per due anni di seguito.

Ma avete idea di cosa siano 270 milioni di euro?
Davvero pensate che sia una cifra congrua per avere la famosa immagine nazionale o per avere accesso nei salotti televisivi, sempre partendo dal presupposto provinciale e molto autoreferenziale che essere proprietari della Fiorentina sia più importante a livello nazionale ed internazionale che possedere quote rilevanti di RCS o della Poligrafici Editoriale, oppure rimettere a posto il Colosseo?
A me sinceramente è sempre sfuggito il perché i Della Valle abbiano preso la Fiorentina e ho escluso a priori e cinicamente la componente romantica, forse perché nasco tifoso e se avessi le loro possibilità mai e poi mai sarei andato a comprare l’Inter, però resta il fatto che quei soldi li hanno messi davvero e che se oggi la Fiorentina fosse in vendita non ne ricaverebbero (se va bene) che la metà, ammesso che si trovi qualcuno che la compri.
Senza i Della Valle ci ridimensioniamo, questo è sicuro, e magari ci può anche andar bene perché noi siamo quelli delle campane contro i cannoni.
Siamo fiorentini, orgogliosi fino a morire e ci facciamo spellare vivi per il gusto di una battuta, però basta saperlo che si scende, e parecchio, di categoria e ci adeguiamo.
E se fossi il giudice unico e ultimo di questa assurda battaglia tra noi e loro, imporrei ad entrambi i contendenti uno stop di due settimane, quindici giorni di assoluto silenzio su cui riflettere.
Noi su quanto ho appena scritto e loro sul perché pur avendo speso questa cifra per me mostruosa, pur avendo dimestichezza ed altro nel circo mediatico, si trovino nella condizione di rispondere con stizza alle critiche addirittura non venendo nel proprio stadio per vedere la propria squadra.

Parto dalla seconda parte del titolo: terrò conto di tutti i suggerimenti che avete dato per le nostre trasmissioni, a cominciare dal diminuire l’autoreferenzialità che è certamente eccessiva, così come il debordare di annotazioni personali.
Se c’è una cosa che ho imparato in oltre 38 anni di radio è non avere certezze: siamo sempre in discussione e se pensiamo di essere bravi abbiamo già sbagliato l’approccio con chi cerchiamo di conquistare per tenerlo all’ascolto.

La partita di ieri sera non l’ho proprio capita per quasi un’ora, sembravamo vittime di un complesso di inferiorità inspiegabile visto che li avevamo buttati fuori nel 2015.
Poi, come spesso accade nel calcio, è bastato un episodio pure un po’ fortunato (il bel tiro di Bernardeschi è stato deviato in modo decisivo) per cambiare tutto e allora abbiamo iniziato nuovamente a giocare da Fiorentina.
Se a Londra per 90 minuti faremo lo stesso secondo tempo, non vedo perché dovremmo andare fuori, pur partendo svantaggiati per il punteggio, ma ce la giocheremo alla pari, senza troppi problemi, meglio ancora se con la testa libera.

Vincere così non ha prezzo, non vale la Juve, però non è nemmeno che si sia troppo lontani a livello di godimento.
Abbiamo sostanzialmente meritato i tre punti e c’è da chiedersi il perché della reazione stizzita dell’Inter, che gioca un calcio inguardabile e che ha strapagati centrocampisti a cui qualche anno fa non avrebbero nemmeno permesso l’accesso ad Appiano Gentile.
C’era pure un rigore grande così e sono stati graziati, pensa un po’.
Bernardeschi è stato strepitoso ieri sera a sinistra mi ha definitivamente convinto e se non crolla la condizione atletica andrà agli Europei.
E’ tornato a segnare Babacar e si è rivisto Kalinic, è su queste direttrici che ci giochiamo le possibilità di Champions e intanto siamo lì al terzo posto, da fantastici intrusi e senza aver rubato nulla.

Ora però è venuto il momento per i più accesi contestatori dei Della Valle di fare un passo indietro: non esiste vivere in questo clima di tensione continua con la squadra in quella posizione e con una società economicamente sana.
Loro saranno permalosi, poco fiorentini, arroccati su posizioni mediaticamente molto discutibili, saranno tutto quello che volete, ma noi siamo a volte sinceramente insopportabili: cominciamo a dircelo in faccia e poi facciamo pace perché i Della Valle sono quanto di meglio si possa sperare di avere.

Il missile terra aria di Babacar a Firenze nello scorso campionato a cui sono affezionato per un motivo particolare: è stata in pratica l’iniziazione di Cosimo al calcio, all’amore vero per la Fiorentina, perché il gol avvenne proprio sotto dove era seduto lui.
Il regalo di compleanno al sottoscritto di Kalinic a San Siro: tre gol per festeggiare il primo posto in classifica ed una ricorrenza molto diversa dal solito, quella di una nuova vita.
Da quanto tempo questi due ragazzi non danno un segno della propria presenza?
Pure troppo direi, per i miei gusti e per le esigenze della Fiorentina: non sarebbe venuta l’ora di tornare a far gol nella partita più importante (fino ad oggi) del campionato?

Chiedere scusa è un bellissimo atto di umiltà, anche se ultimamente, da Gasparri in su, qualcuno se ne sta un po’ approfittando.
Mi sono molto sforzato e sono pure andato a rileggermi le dichiarazioni di Sousa da luglio in poi e sinceramente, pur essendo il sottoscritto ancora in alta classifica per quanto riguarda i permalosi, non ho trovato qualcosa che mi convincesse sulla necessità delle scuse che il tecnico portoghese dovrebbe porre alla società.
Direi che a questo punto la vicenda sta diventando stucchevole, forse è meglio chiuderla qui, senza scuse e senza troppe analisi sociologiche/calcistiche che ci porterebbero chissà dove e certamente lontano dall’obiettivo comune che è per tutti (sì, per tutti, Della Valle compresi) il terzo posto.

Magari mi è presa una fissazione, ma sono mesi che lo sto scrivendo e dicendo: qualcuno mi deve spiegare perché Mati Fernandez è considerato così importante da giocare spesso titolare?
Non esiste un giocatore a cui siano state concesse così tante prove d’appello, ma quella di Bologna è stata veramente una partita disastrosa, senza alcuna giustificazione.
Non si può prendere una seconda ammonizione così, ma lo sbaglio è anche di chi non lo ha cambiato prima e comunque, ovviamente, non è solo colpa del Cileno se abbiamo rischiato di perdere.
Siamo senza attaccanti, l’amara verità è questa: Babacar e soprattutto Kalinic non la prendono mai e tu puoi pure provare a fare gioco, ma senza riferimenti offensivi tutto diventa maledettamente complicato.
Un pareggino, che vale quello di Goenova e che non toglie certamente l’eccessiva tensione degli ultimi due giorni su cui tornerò nei prossimi giorni.

Fateci caso: da quella posizione e con un tiro simile, anche se meno bello, Pepito segnò il 2 a 2 alla Juve.
Il capolavoro di Zarate apre giustamente le porte agli insulti verso il sottoscritto che mai lo avrebbe portato a Firenze, speriamo, e anche speriamo al ritorno di un po’ di calma, una situazione che però Andrea Della Valle dovrebbe cementare con una conferenza a Firenze per raccontarci la sua verità.
Abbiamo vinto una partita molto insidiosa e siamo palesemente stanchi, con poche idee e con il centravanti in piena riserva.
Sulla difesa raccontiamo sempre le stesse cose perché Tomovic e Roncaglia restano appunto…Tomovic e Roncaglia, mentre noto un pericoloso allineamento di Astori a loro due.
Intanto siamo terzi e ci muoviamo quasi da intrusi nell’alta classifica, però magari abbiamo davvero pescato il jolly tipo Salah, magari Zarate farà davvero sette gol, in attesa del ritorno di Kalinic e della sempre rimandata esplosione di Babacar.

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