Fiorentina


Mi capita di scivolare sul terreno della retorica ed è per questo che stavolta ci sto attento e non metterò il popolo viola al primo posto della speciale classifica 2006 in chiave Fiorentina.
Troppo facile.
Il mio personale oscar lo consegno invece a Prandelli, per come ha retto il timone e per il pragmatismo dimostrato in questi dodici mesi difficili come non mai.
Straordinario costruttore di gioco, Prandelli è migliorato fuori dal campo nel capire ed in qualche modo guidare l’ambiente, perché Firenze è così: o bere o affogare, non ci sono vie di mezzo.
Al secondo posto certamente Toni, che si sta ripetendo e che va molto meglio in campo che fuori (intendo dire i terribili mesi di giugno e luglio, più l’inizio di agosto).
Poi i Della Valle, che hanno tenuto botta, speso ancora e dimostrato coerenza nel confermare uomini innamorati di Firenze e della Fiorentina (Mencucci, tanto per capirci) che la maggior parte dei presidenti loro colleghi avrebbe scaricato.
E Corvino? Non scandalizzatevi, ma è quarto perché lui è un Maradona tra i dirigenti calcistici ed il voto è molto alto (diciamo 7,5?), ma in mezzo a tante perle straordinarie, a cominciare da Mutu, ci sono un paio di operazioni che ho capito poco: Lobont (contratto quinquiennale) e Kroldrup, pagato tanto, molto probabilmente troppo.
Tutti i direttori sportivi penso che avrebbero sbagliato molto più di lui, ma siccome, appunto, è Maradona, da Corvino vogliamo, magari sbagliando, quasi la perfezione.
Tra un anno non mi stupirei se nell’Olimpo entrasse Mutu, ed è un augurio, oltre che una previsione.

P.S. HO VISTO SU CANALE DIECI UN GRAN BEL SPECIALE SULLA FIORENTINA DEL SECONDO SCUDETTO, COMPLIMENTI A LORENZO MARUCCI E MILKO CHILLERI CHE LO HANNO CONFEZIONATO.
SICCOME HO LAVORATO CON ENTRAMBI, MI FA PIACERE VEDERE CHE NON SI SONO FERMATI, ANDANDO AVANTI NEL LORO LAVORO CON PASSIONE E PROFESSIONALITA’.

Come promesso, adesso ci rilassiamo e godiamo un po’, senza farcene troppo accorgere dal nostro straordinario frate trappista, che predica umiltà e sofferenza (ha ragione, ma noi, a cominciare dal sottoscritto, siamo degli impenitenti peccatori…).
Bellissima l’idea del saluto/ringraziamento iniziale, pareva avessero letto il post precedente, interpretandolo a modo loro, cioè alla rovescia.
Io chiedevo che fosse lo stadio a ringraziare squadra, Prandelli, Corvino e Della Valle a fine gara ed invece sono stati loro a ringraziare noi all’inizio, quando poteva anche portare male.
La partita è stata facile perché siamo davvero forti ed io ho rivisto Baggio nel gol di Mutu: come Robertino nostro, quello corre con la palla tra i piedi come se non la avesse ed è cattivo come lui in area di rigore.
E qui, alla faccia del grande Nanni Moretti, il dibattito è aperto.

A me piacerebbe vedere questa scena alle 17 di questo pomeriggio: la squadra e Prandelli vanno a centrocampo e ringraziano nel corso di una standing ovation lunghissima i quattro settori dello stadio mentre il popolo viola ringrazia loro per un 2006 sinceramente inaspettato e bellissimo sul campo.
Certo, sarebbe meglio se tutto questo avvenisse dopo un’altra vittoria ed è proprio questo il regalo finale che chiediamo, pur sapendo benissimo che oggi è giornata di sorprese, con tre partite in sei giorni per quasi tutti.
Ecco, noi le sorprese le rimandiamo a Pasqua, siamo per la tradizione e per i tre punti con il Messina.
Po, non ce ne voglia Prandelli, ci rilassiamo un po’ e per almeno tre settimane sogniamo qualcosa di immenso che ci iscriverebbe di diritto nella storia del calcio.

Sì, poi ci divertiamo, ma dal 23 sera in avanti: per adesso facciamo finta che non sia successo niente.
Stiamo belli concentrati al pezzo per chiudere alla grande un 2006 che ci ha visto protagonisti, che ci ha fatto disperare e godere.
Chiudere a 18 punti, con un filotto di 10 punti nelle ultime 4 partite (quello che avevo scritto giusto qualche giorno fa…) sarebbe straordinario, ma proprio stando a Cagliari mi sono ricordato delle bucce di banana di quella stagione splendida e maledetta.
Pareggiammo in casa con Ascoli e, appunto, Cagliari e forse lo scudetto lo lasciammo lì, al di là dei furti che ci furono certamente.
Chissà se Ufo rimarrà centrale: non credo, però a me sembra che anche Kroldrup ne sia uscito meglio.
Rimettiamoci comunque a Prandelli e andiamo in massa allo stadio, per un unico grandioso applauso finale.

Leggo che sono stati raccolti 15.000 euro per il calendario dedicato alle “persone diversamente abili” e interpretato magistralmente dai giocatori viola.
Poichè la somma giusta per l’acquisto era di 10 euro, se ne deduce che ieri allo stadio (eravamo in 43.000 circa, ma diciamo pure che 3.000 venivano dalla Lombardia) solo uno su ventisette ha deciso di contribuire all’associazione Matrix.
Un po’ poco, no?
E tutto questo nonstante che i club della Fiesole, con una decisione che fa loro onore, avessero deciso di evitare di mettere in vendita il bellissimo dvd dedicato alla festa degli 80 anni viola proprio per non togliere spazio al calendario.
Devo anche confessare di essere arrivato in sala stampa col rotolo bene in evidenza, proprio per vedere se scattava il processo di imitazione tipico dei primati.
A fine serata, invece, di rotoli come il mio ne ho contati davvero pochi: va bene che la categoria è in crisi, ma forse dieci euro sotto Natale potevano anche essere dirottati dal regalo inutile all’acquisto di un calendario, che tra l’altro è fatto molto bene.
Per non parlare dei frequentatori della tribuna, che mi pare abbiano in gran parte snobbato la raccolta.
Insomma, mi sembra che stavolta noi fiorentini non abbiamo proprio fatto una gran bella figura.

Possesso di palla: Fiorentina 38 minuti, Milan 28.
Basterebbe questo dato a spiegare il rammarico per una vittoria che già in radiocronaca cominciavo a gustarmi, con il supplemento del sorpasso.
In questo momento siamo superiori al Milan e questo è un risultato fantastico, specie se paragonato alle attese della vigilia, ma molti di noi questa sera andranno a letto col magone.
Passerà, anche perché mercoledì è già campionato.
Passerà, anche perché abbiamo là davanti due campioni che hanno già fatto 15 reti, una a partita, e vorrei sapere dove sono quelli che hanno sproloquiato per settimane sulla mancanza di affiatamento tra loro.
Ci manca un pizzico di cattiveria e molto Ufo, che sta rendendo molto al di sotto delle sue possibilità e del suo valore.
Se un campionato così l’avessero giocato Dainelli, Kroldrup o Gamberini vremmo già invocato la panchina.

A me piacerebbe parlarci una volta con colui che consiglia a Bojinov le strategie di comunicazione.
Magari è pure lautamente pagato per portare il bulgaro a questo disastro.
I fatti: oggi nella Juve rientra Del Piero e Deschamps fa capire a Valeri che il suo tempo è scaduto e che quel tempo l’ha pure impiegato male.
“Guarda che qui non siamo al Lecce” gli ha detto il tecnico francese, e nemmeno a Firenze eravamo, con tutto il rispetto, a Lecce.
Per questo Bojinov si è fatto l’anno scorso quasi un mese con i ragazzini viola alla Trave, invece che aiutare Toni e compagni nella conquista della Champions.
Pare inoltre che a Torino non abbiano nessuna voglia di spendere 6 milioni di Euro per la metà del suo cartellino e che, insomma, ce lo rispediscano a casa.
Una casa dove lui si è complicato maledettamente la vita con tutte quelle dichiarazioni gratuite d’amore alla Juve e di insofferenza verso la Fiorentina.
E adesso che facciamo?
Ci scordiamo il passato, operazione peraltro già riuscita con qualche mal di pancia con Toni questa estate?
Solo che, pronti via, Toni ha ricominciato subito a segnare, mentre Bojinov dopo quattro anni da calciatore professionista non ha ancora capito che la testa conta quanto l’abilià tecnica. Anzi, forse di più.

Ormai è diventata una fissazione: non passa partita senza che Dainelli non venga attaccato da qualcuno.
Giusto ad Empoli, dove fu il migliore in campo, se la cavò senza passare sotto le forche caudine della critica.
Certamente non è un fenomeno, ma un paio di errori a gara non li commettono in media tutti i giocatori, fenomeni esclusi?
E invece, anche quando la difesa non prende gol, eccoli lì i fucili puntati sulla prestazione negativa di Dainelli, che se solo avesse accanto un centrale veloce, cattivo e carismatico, sarebbe uno dei più bravi difensori in circolazione.
Guardate che scrivo tutto questo senza avere il minimo contatto con il giocatore, che conosco superficialmente e che comunque mi sembra piuttosto sveglio.
D’altra parte da almeno dieci anni mi sono defilato nella gestione quotidiana del rapporto con i calciatori.
Tornando a Dainelli, inviterei tutti ad essere più obiettivi nella valutazione delle sue prestazioni e dirò di più (rischiando le vostre invettive): io penserei addirittura a rinnovargli il contratto.

Ma vi rendete conto quanti sono cento punti conquistati in cinquantatre partite?
Una media di 1,88 punti a gara: chi ha saputo fare di meglio negli ultimi diciotto mesi?
Straordinario Prandelli, che sta facendo rendere al massimo un organico eccellente, ma non straordinario e più di così sinceramente era impossibile pretendere.
Abbiamo vinto in tutti i modi possibile, a volte dando spettacolo e a volte soffrendo,’ come ieri a Verona e forse non ci rendiamo bene conto di quello che stiamo vivendo.
Abbiamo cambiato il modulo, hanno tentato di ammazzarci in estate e adesso saremmo ancora quarti per il secondo campionato consecutivo.
Non ci sono altre parole per raccontare la nostra gratitudine verso questo tecnico (e anche verso i Della Valle e Corvino, che lo hanno sempre lasciato tranquillo, seguendo le sue indicazioni e, nel caso del direttore generale, anche le proprie intuizioni).

Pareggiare a Cagliari e vincere le altre tre: impossibile?
Non dal punto di vista tecnico, semmai è più dura sul piano psicologico, specialmente considerando che si gioca a distanza ravvicinatissima.
La spinta giusta dovrà arrivare proprio da Verona, dove abbiamo tutte le possibilità di portare via i tre punti: perché siamo più forti, perché sarà come giocare in casa (non come l’anno scoorso, ma la tifoseria del Chievo, sia detto senza offesa, non crea davvero grandi problemi) e perché loro arrivano da due vittorie consecutive ed avranno un po’ meno fame.
Sarà un bel test per verificare la maturità di una squadra che per ora ha tradito pochissimo, talmente poco che ogni volta che è successo siamo rimasti giorni a chiederci i motivi.

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