Fiorentina


Può succedere di tutto, anche che vinca il Livorno e che la Fiorentina smentisca tutti i gufi post Uefa e vada a 7 punti di vantaggio.
Coraggio, pensiamo positivo, davvero ho poca voglia oggi di critiche, di stare a guardare se Mutu è indolente o Dainelli distratto.
Ovviamente sta parlando il tifoso, non il giornalista e alle 14.55 riprendo le mie funzioni di radiocronista e commentatore, ma sempre, in quest’ultimo mese, con una certa indulgenza verso questa Fiorentina che ha giocato otto mesi straordinari.
Se noi siamo preoccupati, cosa dovrebbero dire e come dovrebbero stare dalle parti di Milanello?

Ma che vi e’ preso, mi riferisco ad alcuni di voi, nei giudizi su Mutu?
Partita bruttina, d’accordo, ma sempre di grande generosita’, andandosi a cercare il pallone in ogni zona del campo, senza mai speculare sul proprio talento.
Nelle domande da studio e nei commenti del dopo gara qui a Glasgow, invece, Mutu passa per essere stato irritante, qualcuno dava a lui la colpa del pareggio.
Ragazzi, ma qui si e’ perso la testa.
Intanto e’ assurdo essere cosi’ delusi per aver pareggiato fuori casa in Scozia, non e’ che siamo il Milan di Sacchi: abbiamo giocato una partita come il Mialn di Sacchi, a Eindhoven, che e’ diverso.
Ha ragione Prandelli a risentirsi, gli scozzesi si sono difesi nemmeno fossero l’Inter di Herrera e fuori casa la Fiorentina ha costruito di piu’ di chi in casa giocava.
Poi, certo, si puo’ sempre migliorare, ma ricordiamoci che siamo alla partita numero 51, che giocano sempre gli stessi , o quasi, e che siamo ancora totalmente in corsa.
Per Champions e finale Uefa, scusate se e’ poco.

E’ la prima volta che vado in Scozia e stavolta penso che sia davvero bellissimo svolgere (part-time) questo lavoro, in mezzo alle mille altre cose che ho da fare.
Parto con Valentina e degli amici, ho voglia di finale, come del resto gli altri duemila che stanno preparando i bagagli per la Gran Bretagna.
Grande questa Fiorentina, che ci permette di sognare, cerchiamo di ricordarcelo sempre da qui al 18 maggio, anche se (e qui tocco tutto il toccabile) le cose non dovessero andare come tutti speriamo.
Ci aspettiamo molto domani sera all’IBrox, perché ci hanno abituato bene e adesso non vorremmo mai smettere.
La formazione? Quasi un dettaglio, conta lo spirito e come in Olanda ci possiamo fidare di Prandelli.
Rispetto alle paure di sottovalutazione dell’impegno di ieri mi pare che le cose vadano decisamente meglio: stiamo entrando in partita.

Stiamo pensando troppo a Galliani e poco all’I Brox, dove forse ci siamo convinti che sia una passeggiata, una specie di ripetizione di Eindhoven.
Non lo dico per precise informazioni ricevute, ma solo per una sensazione che avverto in giro.
A loro mancano tanti giocatori, e va bene, però è ancora da dimostare che la lezione del Goodison Park sia stata compresa dai giocatori.
E a dirla veramente tutta, trovo un po’ provinciale tutto questo timore sulle mosse che potrebbe fare Galliani fuori dal campo.
Non mi pare che la Fiorentina sia stata troppo vessata dalle direzioni arbitrali, abbiamo avuto quanto ci spettava, che è un evento più unico che raro, quindi cerchiamo di stare un po’ tranquilli sul campionato.
Insomma, pensiamo a noi, pensiamo a come fare nove punti, ma cominciamo a pensarci da venerdì mattina.

E’ giusto confessare che a volte godiamo nel pensare come stiano a friggere quelli che ci vogliono male.
E così mi viene da pensare alla quiete di Milanello ieri sera, quando i rossoneri erano lì davanti al televisore a tifare Palermo.
Normale, perfino giusto, poi mi vengono in mente certe prese di posizione di Galliani, il Milan che fa pareggiare il Brescia nel 1993 e ci spedisce in B ed uno strapotere bipartisan con la Juve che ha condizionato il calcio italiano per almeno quindici anni.
Devo anche dire che non ho mai tifato contro il Milan in Europa, anzi spesso le sue imprese sono state talmente entusiasmanti da avermi coinvolto da appassionato di questo sport.
Non è quindi la Juve, tanto per essere chiari, e però è divertente e produce un bel senso di soddisfazione pensare che forse dovranno bussare da Berlusconi per chiedere i soldi che non avranno dalla Champions.
Forse, ho detto e ribadisco, toccando ferro.
Ieri vittoria meritata e sofferta, come chiedeva Prandelli, per cui ormai non esistono aggettivi.
Speriamo che la partita di Frey sia servita a decimare il partito di quelli che… “sì è un buon portiere, ma insomma…”.

Se uno si fosse montato la testa, si potrebbe chiamare la “solitudine del direttore”…
I fatti: arrivo alle 15.30 in redazione e vengo coinvolto dal clima mercato, nel senso che i prodi Loreto e Carotenuto sono impegnatissimi a scovare numeri brasiliani, serbi, insomma di tutto il mondo.
Premesso e detto più volte che di mercato capisco il giusto, mi lascio dolcemente trasportare in questo giro del mondo via cavo.
D’altra parte, ormai le radio sono diventate un grande palcoscenico per i procuratori e bisognerebbe rimettere loro regolare fattura per la pubblicità che viene fatta agli assistiti.
Ci sono quelli competenti come il mio amico Pallavicino, con litigo spesso, ma che ha un passato da giornalista e sa cosa dire, e ci sono quelli falliti, che ormai occupano militarmente l’etere a tutte le ore pur di avere un minimo di visibilità.
Orgoglioso di tanto lavoro redazionale, dico a Loreto e Carotenuto di darci dentro ed infatti alle 17.30 ecco lì, pronti, i numeri di Cavalieri, Fabio, del procuratore di Jovetic, dell’agente di Melo e forse di qualche altro che adesso sinceramente non ricordo.
Qualcosa però non mi torna e allora, appunto in solitudine, prendo la decisione che immagino può aver deluso una parte dei nostri tanti ascoltatori: stasera nel Pentasport niente mercato, buttando così a mare il lavoro dei miei giornalisti.
Sono recidivo, perché mi era già successo, mi pare due anni fa, con Bardazzi e Russo.
Poi, certo, vado sui miei due siti di riferimento (violanews e fiorentina.it) e scopro che Cavalieri ha detto quanto sia bello venire a Firenze, che il procuratore di Jovetic è in attesa di notizie o altre simili banalità che però magari qualche giornale stamani riporterà, con tanto di citazione.
E allora ti viene il dubbio se sia stato giusto o meno prendere quella decisione.
Ma il giorno prima della partita più importante fino ad oggi per la corsa Champions si può anche sacrificare qualcosa all’ascolto, o no?

Credo che sarà molto dura: loro sono tranquilli, noi dovremmo esserlo, ma poi è difficile non pensare di essere vicini al match-ball.
Vincere sarebbe fondamentale, perché poi il braccino del tennista passerebbe al Milan e certamente a San Siro la Reggina avrà più motivazioni del Palermo.
Mi aspetto Vieri e Pasqual in campo al posto di Pazzini e Gobbi, a centrocampo terrei fuori Liverani, per preservarlo in vista di Glasgow.
Rinnovo l’invito ad essere un po’ più caldi per tutti i novanta minuti, perché ultimamente non mi pare che la squadra sia stata troppo aiutata nei momenti difficili.
Tra un mese chiudiamo, ci aspettano (spero) momenti entusiasmanti.

Io non l’ho mica capito il perché si stia alzando questo venticello fastidioso contro Frey.
Ieri sera Radio Blu ha dato in anteprima l’acquisto di Cavalieri dal Palmeiras grazie all’ottimo Di Marzio (un vero colpo di fortuna averlo ingaggiato a gennaio e complimenti a quel sito che, pur di non citarci, ha scritto che era stata Sky a tirare fuori la notizia…) e naturalmente manca la conferma viola, che a tempi brevi non avremo mai.
Se Cavalieri arriverà davvero, avremo dato l’ennesima anticipazione del 2008, altrimenti ci scuseremo con gli ascoltatori perché ogni tanto può capitare di non centrare il bersaglio.
E però da tempo nell’aria c’è questa idea che… sì, Frey è bravo, ma non è poi tutto questo gran portiere,che è solo uno che fa grandi parate, che nelle uscite è scarso, che “certe dichiarazioni non ci sono piaciute” e via a seguire.
Ora, come il 99% di voi io non ho mai visto giocare una sola volta Cavalieri così come quasi ignoravo l’esistenza di Fabio, ma mi basta quello che vedo in Italia, dove meglio di Frey c’è solo Buffon, perché io Doni o Julio Cesar mica lo scambierei con il nostro.
Se Frey andrà davvero via, ce ne faremo una ragione, ma per favore cerchiamo di essere obiettivi e ripensare a quante partite ha davvero sbagliato in tre anni in viola.
Poche, pochissime, ve lo assicuro.
E non vorrei tra qualche mese stare qui a rimpiangerlo.

Tutto fa brodo nel calcio, anche dimenticarsi del recente passato.
Sale in cattedra Mancini (per la serie “senti chi parla”…) e bacchetta Totti, ammonendo il mondo pallonaro sulla diversità di trattamento tra il capitano della Roma ed il calimero del calcio italiano, Antonio Cassano.
L’intervento è chiaramente strumentale, oltre che decisamente poco elegante: se Rizzoli tirava fuori il rosso, a Totti davano un paio di giornate e la Roma aveva qualche problema in più.
Premesso che Totti meritava l’espulsione, tirare fuori Cassano è però proprio fuori luogo e lo sanno bene i tifosi viola.
16 dicembre scorso, Sampdoria-Fiorentina: va in onda una delle più incredibili sceneggiate mai viste in serie A.
Cassano viene ammonito e comincia a piangere, perché salterà la gara contro la Roma.
Poi si butta a terra disperato, sembra mio figlio Cosimo quando gli si toglie di mano qualcosa di pericoloso.
E’ uno psicodramma collettivo: l’arbitro Gava lo guarda e dovrebbe espellerlo, ma non lo fa, Mutu lo consola, Mazzarri prova ad inventarsi qualcosa, una specie di pronto soccorso psicologico, gli altri assistono attoniti.
Succede quindi che Cassano rimanga in campo e la Samp in undici e che proprio lui segni il gol del pareggio finale: Fiorentina penalizzata, senza il minimo dubbio.
La domanda che le persone di buon senso si sono poste a fine gara è stata: ma se fosse successo ad un altro di dare di fuori in quel modo, sarebbe rimasto in campo?
Risposta: certamente no.
Ecco, qualcuno lo vada a spiegare a Mancini, io non sono adatto perché i rapporti con lui ultimamente, cioè nei passati sette anni, sono un po’ freddini…

Ad un certo punto mi ero esaltato, vedendo la Fiorentina imporre una lezione di calcio all’Inter.
Peccato che sia durata solo venti minuti, poi sono venuti fuori i centimetri ed i chili di loro, oltre alla nostra inevitabile stanchezza.
E’ una sconfitta meritata, che non fa male e che non è il caso di drammatizzare.
Probabilmente Eindhoven ha condizionato Prandelli, che non ha voluto cambiare e ci ha riprovato.
Uno degli aspetti positivi è che la squadra non sembrava affatto deconcentrata dagli elogi post Olanda, altrimenti non sarebbe partita in quel modo.
La Champions si avvicina, stavolta non proprio per merito nostro, ma dopo 49 partite non mi pare che sia il caso di stare troppo a sottilizzare.

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