Fiorentina


E’ in arrivo sul binario due il nuovo tormentone viola: Stevan Jovetic.
Ora si comincia col procuratore, che non sa, che vuole vedere, che aspetta la Fiorentina.
Poi toccherà a Jovetic dire che è ancora troppo presto, che lui ama Firenze e tutti noi, ma che insomma di queste cose meno se ne parla e meglio è.
Nella speranza che non vengano commessi errori di comunicazione come nel deprecabile affaire Montolivo (“ci sono 100mila euro di differenza”, “non credo al progetto e ADV non si vede abbastanza a Firenze”), suggerirei rapide trattative a fari spenti per una veloce conclusione di una vicenda che se non è maneggiata con cura rischia di diventare espolosiva.
Buon senso, determinazione, un pizzico di riconoscenza e affetto verso la maglia viola e molti, molti soldi: sono questi gli ingredienti per fare tutto bene oggi ed evitare di arrabbiarci domani.

Piccola battaglia vinta: non esistono più pseudotifosi, almeno nelle parole di Sandro Mencucci che intervenendo ieri sera nel Pentasport a mia precisa domanda ha risposto che “i non tesserati sono uguali agli altri” e che “stiamo studiando delle formule per rendere meno costoso il loro ingresso allo stadio e la possibilità di andare in trasferta”.
Non è che io sia Madre Teresa di Calcutta, non porgo mai l’altra guancia e per dirla tutta mi giravano parecchio le scatole quando giusto un anno fa prendevo dal parterre i vaffa, o del gobbo di m…., a causa delle mie posizioni mai rinnegate sui cori dell’Hysel.
Fra gli appartenenti al grande circo radio-televisivo-internettiano c’era chi godeva e chi rosicava, perché ignorato da sempre avrebbe gradito un minimo di attenzione e visibilità, anche se in quei termini…
A me invece scocciava, però non ho mai sbracato, cercando di tenere acceso il cervello e confortato in questo da un paio di persone che non nomino e che mi hanno aiutato a passare qualche momento difficile.
Ma non ho mai pensato neanche per un momento che quei 300 che mi insultavano fossero tifosi di serie B.
Ho sempre invece immaginato che nei confronti della Fiorentina avessero una passione sconfinata, magari non sempre indirizzata nel modo giusto, almeno secondo il mio modo di vedere le cose.
E quindi adesso sono contento di vedere come tutto sia tornato alla normalità (manca appunto solo la possibilità per i non tesserati di andare in trasferta) e come la Fiesole (che non ho mai frequentato e di cui non mi sono mai interessato, al contrario di quanto pensa da anni uno abbastanza conosciuto e ossessionato dalla perdita di popolarità, che da quindici mesi ho cancellato e che continua a parlare di me come “ebreo di merda” ) sia unita nell’unico obiettivo di incitare la Fiorentina.

Walter Mazzarri ha una simpatia inversamente proporzionale alla sua bravura.
Quando invece giocava da ragazzino nella Fiorentina, ravviandosi spesso i capelli e pensando di essere Antognoni con sette anni di meno era solo piuttosto presuntuoso.
Da allenatore è diventato talmente antipatico, ma ripeto bravissimo, da indurre molti nella tentazione di tifare contro una squadra come il Napoli, che invece ha sempre riscosso una certa benevolenza da parte del popolo viola, non fosse altro che per l’identica propensione alla sofferenza dei propri tifosi.
E così credo che qualcuno ieri sera abbia gufato contro i partenopei solo per vedere l’effetto che provocava un’eventuale sconfitta a Mazzarri, mentre invece a noi conviene moltissimo che le squadre italiane vadano il più avanti possibile nelle Coppe.
Non solo per l’ormai famoso racking Uefa, ma anche per le sorprese che un campionato senza padroni veri può offrire.
Quindi forza Lazio in Europa League: impegnatevi, date tutto in Europa, che poi magari in Italia avanza qualcosa di importante.

Leggetevi la bellissima intervista di Andrea Di Caro a Cognigni sul Corriere Fiorentino e poi ditemi se non avevo ragione ad affermare e scrivere più volte che sulla questione Montolivo non c’erano speranze.
Secondo il presidente viola, Montolivo ha sempre pensato di liberarsi a parametro zero per andare in un grande club che non spendesse nulla per il suo cartellino e molto per il suo ingaggio.
Ha rifiutato la Roma, che avrebbe dato (non so come e perché, ma questo è un altro discorso) dieci milioni alla Fiorentina, più bonus, per portare i giocatore via con un anno di anticipo.
Se tutto questo è vero, il cinismo di Montolivo è talmente grande da non arrabbiarsi neanche troppo e comunque tutta la vicenda è davvero molto, ma molto triste.

Una prova di maturità, con Mihajlovic che supera Mazzarri e due punti lasciati a Napoli, anche se il rigore per loro ci stava (ma anche, prima, la doppia ammonizione di Inler).
Avevo detto e scritto: aspettiamo le prime quattro partite per giudicare, la rosa è buona, ma c’è l’incognita dell’allenatore.
Incognita risolta, mi pare e non c’è nessuno più contento di me, che pure avrei cambiato volentieri Sinisa con Rossi.
Si è vista una squadra con un’anima, con un gioco, con una capacità di difendere in fondo non sorprendente ove si consideri che era lui a curare la parte difensiva dell’Inter di Mancini.
E si è rivisto finalmente Montolivo, uscito dalle tenebre del disagio personale e autore di una prestazione maiuscola, uno dei pochissimi a non calare nel momento di sbandamento viola.
Bene pure Munari, assolutamente divertente Cerci, bravissimi Behrami e Natali.
Ora che abbiamo fatto pace con la Fiorentina (o avete, alcuni di voi, perché io ero già pacificato da fine agosto), possiamo prenderci delle belle soddisfazioni.

La serietà e la convenienza: è giusto o no mettere Cerci in panchina dopo l’intasamento della vena dovuto a giusta sostituzione di Mihajlovic?
Sarei per la linea del rigore, se non mi ricordassi che quasi un anno fa abbiamo fatto finta di niente di fronte alle esibizioni pugilistiche di Mutu che però, si dirà, sono avvenute lontano dal rettangolo verse (ma alle 5 del mattino…)
All’epoca dissi che nonostante la simpatia e la conoscenza personale con Adrian mi sembrava giusto uno stop di un paio di turni e passai come un bacchettone moralista.
Vediamo ora che cosa succede, e anche se Cerci ci farebbe un gran comodo al San Paolo non avrei nulla da obiettare se la società decidesse per il pugno di ferro.
P.S. Non ci siamo capiti: in teoria sarei sempre per il rigore, ma proprio partendo dal precedente di Mutu, per me più grave…

Tre punti d’oro, altro che storie, e davvero non capisco chi sottilizza troppo.
Ieri sera negli sms alla radio qualcuno ce l’aveva con Mihajlovic, uno voleva addirittura Gasperini (anche all’Inter, a questo punto, avrebbero voluto Sinisa…) ed io non riesco ad entrare nella testa di questa gente.
Ma davvero dobbiamo essere scontenti con cinque punti in più dello scorso anno, dopo una prestazione certamente non esaltante che però ha dimostrato che questa squadra ha un’anima?
Era giusto continuare a puntare su Jovetic, è chiaro che avrà alti e bassi, ma se non lo facciamo giocare, quando recupera?
Un discorso a parte merita Montolivo: non è possibile vederlo in quello stato.
Un mezzo giocatore, uno che (con i suoi mezzi) non rischia assolutamente niente, che corricchia per il campo quasi fosse capitato lì per caso.
Assurdo fischiarlo prima e durante la gara, ma lui si deve svegliare perché di uno così possiamo fare tranquillamente a meno.

Ci vogliamo fare del male da soli?
Bene, stasera fischiamo Montolivo.
Appena annunciano il suo nome, quando entra in campo, dopo ogni pallone che tocca.
Sfoghiamoci, arrabbiamoci, offendiamo lui, la sua donna e i suoi procuratori, ma serve a qualcosa?
Guardate che più passa il tempo e più io trovo veramente avvilente questa massimizzazione del profitto, questo killeraggio economico ai danni della Fiorentina, ma se Montolivo va in campo mi sembrerebbe perlomeno stupido massacrarlo con il risultato di avere un uomo in meno.
Anche perché tutta questa storia sta provocando un secondo effetto colaterale piuttosto grave: focalizzando tutta l’attenzione su Montolivo ci stiamo dimenticando dei tanti e grossi problemi emersi nella Fiorentina di Udine.

Così fa ancora più male, diciamo per tirarci su che è stata troppo brutta per essere vera.
Sono rimasto allibito da Montolivo, pensavo avesse la maturità per sopportare una situazione che lui ha ampiamente contribuito a creare ed invece è crollato come un esordiente che se la faceva sotto.
Allucinate.
Da buttare fuori per il fallo da dietro, non ha mai corso, sembrava pietrificato.
Cassani ha giocato al livello dell’ex capitano, Cerci ha fatto un quarto d’ora e poi è tornato quello del 2010, tutti hanno fatto un casino terrificante spostandosi là dove c’era il pallone come in una partita di esordientei.
Gioco zero e ora abbiamo pure la tegola dell’infortunio a Gilardino, peraltro da 5 pure lui.
Aspettiamo ad amareggiarci troppo, ci sono almeno due prove di appello contro Parma e Napoli, ma certo che la prestazione di oggi (prestazione però è un termine un po’ troppo positivo) non ha alcun tipo di giustificazione, anche perché era stata l’Udinese e non la Fiorentina a giocare giovedì sera un’impegnativa partita di Europa Leagues.
Per stasera lecchiamoci le ferite.

Una settimana fa ero con Giancarlo Antognoni a ricordare Andrea Pazzagli e la sua presenza, così come quella di Giovanni Galli, Celeste Pin, Gianfranco Monti e Xavier Jacobelli ha nobilitato un pomeriggio a cui io e Mario Tenerani tenevamo moltissimo.
Poche ore prima dell’evento, Matteo Magrini di Radio Sportiva aveva intervistato l’ex capitano viola che gli aveva intimato di non fargli alcuna domanda sulla Fiorentina perché non voleva assolutamente parlare della squadra di Della Valle.
Mercoledì è venuto al Pentasport Vincenzo Guerini a cui, con delicatezza, ho posto la domanda che mi sono fatto come il 90% dei tifosi: “non ti è sembrato un po’ strano che abbiamo chiamato te invece di Antognoni?”, domanda in cui era implicito come il sottoscritto pensasse che Giancarlo fosse l’uomo giusto per quel ruolo.
La risposta di Guerini la sapete, era rimasto sorpreso anche lui della scelta, ha ricordato come “Antognoni fosse la storia della Fiorentina”, assolutamente non paragonabile con lui e poi ha tirato fuori le telefonate fatte a cui l’ex compagno non ha risposto.
Come ho già scritto, in quel momento l’istinto giornalistico mi avrebbe detto di provare a chiamare Antognoni, che al 99%, ne sono certo, avrebbe rifiutato di intervenire, ma poi la questione mi sembrava talmente delicata e personale da farmi rinunciare ai miei propositi.
E’ stato un atto di rispetto nei confronti di Guerini, ma anche e soprattutto di Antognoni e lui queste cose le sa benissimo.
Il giorno dopo è venuta fuori un’assurda polemica via facebook/blog con Rita Antognoni ed io per evitare fraintendimenti l’ho chiamata raccontandole fra le altre cose tutto quello che avete appena letto.
Sulla vicenda chiamare o non chiamare mi ha risposto che avevo fatto bene e che comunque quasi certamente Giancarlo non sarebbe intervenuto.
A distanza di quasi tre giorni dalla trasmissione, oggi esce questo comunicato di Antognoni per me inaccettabile nella parte in cui parla di giornalisti genuflessi verso la società (non sono Alice nel paese delle meraviglie, è chiaro il riferimento al sottoscritto che conduceva il programma), giornalisti che non concedono possibilità di replica.
Questa rabbia assolutamente ingiustificata nei miei confronti è un’offesa che non accetto in alcun modo.
Ho quasi 51 anni, ne ho passati 33 a seguire la Fiorentina, credo e spero di aver conquistato parola dopo parola una credibilità in chi ascolta e legge ciò che ho da dire, ho litigato con tanti potenti (ultimo della serie Corvino, che mi pare sia piuttosto influente nell’ACF Fiorentina, ma credo di essere agli ultimi posti nella hit-parade di Mihajlovic, che forse conta qualcosa in più di Guerini…) e solo nei confronti di Antognoni ho evitato più volte di andare allo scontro proprio per rispetto all’idolo che è stato nella mia adolescenza.
E’ succeso anche quando le sue parole fuori luogo mi hanno creato mesi durissimi (successe, e non è stato ve lo assicuro l’unico caso, nel febbraio 2001 quando, nella querelle con Sconcerti, quando in tv lui disse che con Sconcerti e Sandrelli facevo parte del clan dei marsigliesi e dopo poco cominciarono ad arrivarmi per mesi lettere e telefonate minatorie).
Adesso basta, mi arrendo, deluso, amareggiato e arrabbiato.
Dica e faccia Giancarlo Antognoni quello che vuole, Radio Blu è a sua disposizione per qualsiasi replica sulle telefonate/non telefonate con Guerini, ma eviti di tirarmi nel mezzo in vicende in cui non c’entro assolutamente niente.

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