Aprile 2015


Se non ci riprendiamo a Kiev avremo sbagliato i calcoli sulla tenuta mentale di questa squadra.
E’ un doppio confronto decisivo per il futuro del gruppo: chi è da Fiorentina e chi no.
Non sono ammessi cuori pavidi, gambe molli, cadute di concentrazione.
Spiace dirlo, ma quello che è sembrato più in linea con le ambizioni della società e del popolo viola è Norberto Neto: magari avessero fornito un rendimento così Borja Valero, Gomez, Savic.
Adesso basta con le giustificazioni, niente pressioni eccessive, ma un giusto modo di affrontare un impegno tanto prestigioso quanto importante per il voto finale della stagione.
Prestazioni come quelle contro Juve e Napoli non sono più tollerate.

Si poteva perdere in tanti modi, la Fiorentina ha scelto il peggiore: la ripetizione della partita con la Juve.
Stessa mancanza di grinta, stessa assenza di idee, stesso risultato.
La questione comincia a diventare complicata e tocca a Montella tirarci fuori dal guado: non eravamo fenomeni prima, non siamo così scarsi adesso.
Però abbiamo smesso di giocare a calcio, inspiegabilmente, e se questa squadra non va sulla manovra diventa pericolosamente fragile.
Come contro la Juve toccava agli uomini più rappresentativi fare qualcosa in più ed invece i big sono stati sul livello degli altri, se non peggio.
Aspettiamo con i processi, ma cominciamo ad essere seriamente preoccupati.

Lo so che qualcuno toccherà ferro o altro, ma devo sempre dire come la penso e allora secondo me il Napoli vale la Fiorentina, al di là del monte ingaggi che è nettamente superiore.
Psicologicamente siamo messi male tutti e due, solo che loro avranno maggiore tensione e non esiste un fattore più destabilizzante di un allenatore che sai da tempo in partenza.
Sulla formazione mi aspetto molti cambi rispetto a martedì, soprattutto a centrocampo, il reparto dove abbiamo sofferto di più.
Mi sembra che la botta di Coppa Italia sia in via di smaltimento e che l’innamoramento verso la squadra continui, non fosse altro che per le tantissime proteste sull’arbitraggio di Massa, che secondo me, in tutta onestà, è stato pessimo, ma non peggio della Fiorentina.

E’ comunque un lutto che va elaborato velocemente perché rimangono due traguardi da raggiungere e anche se fa male non possiamo permetterci di piangerci troppo addosso.
Qui si vedrà la mano di Montella, la sua capacità di motivare un gruppo giù di morale per colpe proprie.
Napoli è una tappa importante e loro stanno peggio di noi per svariati motivi, non ultimo il fatto che arrivare “appena” quarti sarebbe considerato un insuccesso.
Quanti cambiamenti ci saranno nella formazione?
Non mi aspetto rivoluzioni, alla fine i migliori hanno giocato con la Juve, tranne Diamanti che però aveva speso tantissimo sabato sera, e Badelj, che in assenza di Pizarro è diventato indispensabile.
Bisogna rialzarsi e camminare, anzi è molto meglio ancora se riprendono a correre.

La Juve è una grande squadra, la Fiorentina no: il succo dell’incubo di ieri sera è tutto qui.
Abbiamo fallito nella partita più importante e ditemi voi se mai si sarebbero potute verificare circostanze più favorevoli tra assenza pesanti e possibilità di giocare in contropiede avendo molti risultati a disposizione.
E invece niente, siamo affondati senza un perché preciso e senza che uno dei giocatori di maggiore personalità facesse qualcosa di importante per tirarci fuori dal disastro.
Se i migliori sono stati Neto (impeccabile da quando è rientrato) e Alonso, forse converrà farci qualche domanda su dove sia sparito Gomez, dove si siano nascosti Borja e Aquilani, cosa avessero Mati e Joaquin.
Ci hanno dato una lezione su come si debbano affrontare le partite che contano: sono venuti, hanno giocato con la giusta concentrazione e hanno fatto a pezzi la nostra presunzione (la mia, almeno) di crederci già molto vicini alla finale.
Il giorno dopo brucia parecchio e non credo che passerà troppo velocemente.

Siamo favoriti, ma abbiamo paura ed è giusto così.
Paura che ci rovinino la festa e la Pasqua nel mezzo alla fine è stato un vantaggio perché un po’ distrae.
La Juve può tranquillamente segnare due reti alla Fiorentina, ma è pure vero il contrario, come dimostrato all’andata.
Loro ci tengono molto di più di quanto vogliano far credere: non siamo l’Inter o la Roma come nemici storici, però ci hanno sempre avuto sulle scatole non fosse altro per il clima che trovano ogni volta che devono venire al Franchi.
In città non si parla d’altro ed è giusto così, conta più eliminare la Juve che arrivare per la seconda volta consecutivamente in finale.
Da domani pomeriggio verso le 17 si va in apnea, vietato parlare d’altro, via con le superstizioni e i ricordi, ogni cosa va bene.
E i minuti che mancheranno al fischio di inizio diventeranno lunghissimi.

Che squadra siamo diventati!
Stavo per scrivere grande, ma poi mi sono fermato per pudore.
Vincere come abbiamo fatto ieri è stato un segnale al mondo: dovete fare i conti con la Fiorentina.
In campionato per il terzo posto, per la finale di Coppa Italia, per l’Europa.
Ok, Salah eccezionale, ma questa è la vittoria del gruppo, tutti partecipano all’azione, la Samp non è mai esistita.
Li abbiamo soffocati, impedito di giocare e su un campo che proprio non favoriva il nostro centrocampo, più leggero del loro.
In più abbiamo recuperato Diamanti, che sarà molto utile nel finale di stagione: non ricordavo una Pasqua viola così dai tempi in cui eravamo in corsa per vincere lo scudetto.
E naturalmente auguri a tutti.

Da domani si riparte per il giro di giostra più eccitante degli ultimi anni e di questo converrà ringraziare la Fiorentina per farci sentire belli vivi sui tre fronti.
Mi sembra che il temuto periodo di sosta non abbia prodotto chissà quali danni, soprattutto non sono tornati giocatori acciaccati e questo permetterà a Montella di avere molte soluzioni.
Battere domani la Samp vorrebbe dire lanciarsi verso il terzo posto, che economicamente è il traguardo più importante e che però non baratterei con l’alzata di un trofeo.
Si dovrebbe ricominciare con Gomez-Salah là davanti e se stanno bene fisicamente ci divertiremo sicuramente moltissimo.

Alle una di notte entri nella loro stanza perché vedi la luce accesa e li trovi a messaggiare.
La mattina alle sei con un occhio dormono e con l’altro inviano spunti, idee, (si spera), oppure coltivano emozioni e smaltiscono delusioni su smartphone e similari.
La cosa più impressionante sono le dita: velocissime, da campioni mondiali di dattilografia.
Dita che compongono frasi senza guardare la tastiera e, dico la verità, un po’ li invidio.
E’ il mondo sommerso dei nostri figli, in cui non è permesso entrare (e vorrei vedere!), così come bisognava bussare forte quando noi stavamo ore al telefono, però interagivamo con una persona sola.
Qui è un’ammucchiata mediatica generale: ci sono tutti, e tutti parlano, in un traffico ormonale da far girare la testa.
Sono molto diversi da noi, non so se migliori o peggiori, certamente con altri ideali, ma con la nostra stessa inquietudine di allora, perché “ha un prezzo salato diventare grandi”.

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