Aprile 2014


Farei giocare Matri per vedere se esiste un minimo di possibilità di recuperarlo in vista della finale di Roma.
Matos ha avuto le sue occasioni, ne avrà altre perché è un ragazzo sveglio e bravo tecnicamente, ma purtroppo nel calcio bisogna metterla dentro ed essendo ancora a quota zero in campionato mi pare che non sia scattata quella scintilla che avrebbe acceso i motori per la gara contro il Napoli.
Credo pochissimo al recupero di Rossi e Gomez: credo che ci si voglia fare abbastanza del male nel prospettare scenari rosei secondo i quali in dieci giorni si recupera una condizione che oggi è abbondantemente sotto il 50%.
E poiché Montella è molto più saggio di tanti sognatori, e vuole giustamente uomini in grado di garantire una condizione atletica accettabile, a me pare che siamo parecchio aggrappati a Matri e ai suoi gol.
Non si hanno invece più notizie di Rebic, neanche per sbaglio: ormai è considerato, tecnicamente parlando, un disperso ed è un vero peccato perché su di lui la Fiorentina ha investito una somma ragguardevole per l’età del ragazzo.

Ognuno di noi ha le proprie fissazioni.
Le mie un po’ le conoscete: nel calcio appena sento parlare Corvino mi si intasa la vena, e lui ogni volta che parla conferma la deriva in cui è caduto dal 2010 ad oggi, se vedo Baggio di persona e qualche suo vecchio filmato in maglia viola mi sciolgo, i gol di Antognoni mi rapiscono ancora.
Guai a chi mi tocca Guccini e, tutto in altro campo, Isabella Ferrari, Nanni Moretti lo vado sempre a vedere (ma può anche non piacermi), le immagini in bianco e nero mi inchiodano alla televisione.
Il mio amico Aurelio Virgili ora ha la fissazione in negativo con Neto, Piero Ceccatelli, che è un ottimo giornalista e profondo conoscitore di calcio, quella di Balotelli.
Ecco spiegato il titolo: possibile che sui due maggiori giornali sportivi italiani si titoli in prima pagina sul “cuore di Balotelli” solo perché ha visto dopo un anno la figlia?
Via, non è possibile perdersi ancora così, per vicende di questo livello.
Ho cercato di resistere alla sistematica demozione di Piero, ma alla fine devo ammettere che l’attaccante del Milan è molto chiacchiere e distintivo: se cominciasse a segnare (per l’Italia) quanto alcuni suoi predecessori forse riusciremmo a digerire meglio certe esagerazioni.

Vista la disponibilità di Borja Valero, io cinque minuti li troverei per fargli firmare il nuovo contratto, magari la prossima settimana, prima della finale di Coppa Italia.
Qualche mese fa scrissi che mi sembrava un po’ presto per parlarne, ma di fronte alla manifesta volontà dello spagnolo (e anche di Gonzalo), se non ci sono richieste folli di aumento di ingaggio, io darei un bel segnale mediatico e pure tecnico, perchè Borja e Firenze sembrano nati per stare insieme e non mi stupirei di una sua permanenza definitiva in città.
E anche se capisco che in questi momenti non è facile trovare il tempo per fare tutto, io mi ritaglierei un altro po’ di spazio e troverei altri cinque minuti per far firmare (finalmente!) il rinnovo a Pradé, meglio ancora se per due stagioni, per avere il tempo di programmare.

Se avessimo Messi con un nonno italiano, lo capirei perché si farebbe, come si dice, di necessità virtù, ma così no, proprio no.
Non è per fare il nazionalista a tutti i costi, ma già Camoranesi nel 2006 mi sembrava una forzatura ed era, mi pare, piuttosto bravo (poi piazzarono Semioli al suo posto e si vide la differenza).
Ma che la Nazionale italiana debba mettere dentro con la maglia azzurra giocatori assolutamente normali come Romulo, Thiago Motta (ancora!) e Paletta mi pare senza senso: possibile che non esistano in Italia difensori e centrocampisti al loro livello?
Stavolta non sono assolutamente d’accordo con Prandelli e non parlo di scelte tecniche, ma di criteri di scelta: va bene la globalizzazione ed il mondo senza frontiere, però giocano le rappresentative dei rispettivi Paesi e un minimo di appartenenza ci dovrà pur essere, o no?

Puntuale come la primavera, ecco l’ennesima intervista auto-celebrativa di Pantaleo Corvino, ancora misteriosamente da due anni senza squadra, nonostante la conclamata capacità di gestire in tutto e per tutto i grandi clubs.
Non ha sbagliato niente, mai.
Lui ha smesso a febbraio del 2012 (ma ha preso lo stipendio fino a giugno del 2012), tutto quello che è accaduto dopo (o-5 con la Juve, Rossiche cazzotta Ljajic, la quasi retrocessione) non gli compete, e vorrei vedere.
Il fatto che andare allo stadio fosse diventato un supplizio, che ognuno facesse quello che voleva, che la Fiorentina fosse in pratica vicino all’annientamento è un dettaglio insignificante.
Eravamo quasi in Europa…sempre, solo il destino cinico e baro ha impedito luminose conquiste nel 2011 e nel 2012.
Io quasi quasi lo riprenderei, ma perché continuare con questi qua che non hanno preso Vidal, Vidic e ancora prima Balotelli e chissà chi altro.
E non dite che sono fissato con Corvino: è Lui (con la elle maiuscola, mi raccomando) che parla, straparla fino a quando ci sarà qualcuno disposto ad ascoltarlo…

Sarà un caso, ma da quando hanno cominciato ad allenarsi per tutta la settimana è tornata ad essere la “nostra” Fiorentina.
Partita bellissima e strana, perché ho appena dato diverse insufficienze e qualcuno potrebbe chiedersi come sia possibile aver segnato cinque reti con dei giocatori fuori dal rendimento solito (o dentro al rendimento solito,come Ilicic…).
Il fatto è che i tre del centrocampo e Cuadrado sono stati stratosferici e hanno fatto la differenza.
Cinque reti senza i due attaccanti titolari, con il fuori programma del rigorre portato via a Gonzalo e “consegnato” a Matri, anche da queste cose si vede lo spirito di una squadra.
Peccato per la vittoria del Napoli, ma non è che ci sperassi più di tanto ed è stato bene tenere l’Inter a distanza di sicurezza.
Vittoria numero 1000, mille giorni di gioia: grazie Fiorentina.

Sì, sembrava un altro sport quello dei quarti di Champions.
Eppure c’eravamo anche noi fino a quattro anni fa e avremmo pure meritato di andare avanti, lasciando indietro il Bayern, che pure arrivò in finale.
E’ un effetto un po’ straniante, nel senso che a me non pare che l’ultima Fiorentina di Prandelli fosse più forte di quella attuale, anche perché faceva già a meno di Mutu, che aveva cominciato la sua parabola discendente.
Il problema è che quella attuale di Fiorentina, pur con tutto l’affetto del mondo, non ce la vedo a giocare i quarti di Champions e allora ti viene il sospetto che siano andati molto avanti gli altri, che abbiano cominciato a correre, abbinando ad una condizione atletica da quasi superman un’abilità tecnica che prima non c’era.
E’ anche così che si spiega il lento declino del mio amato Barcellona, amato da me e detestato non so perché da molti di voi: loro continuano a giocare benissimo, ma gli altri corrono di più.

Ci vado anch’io allo stadio questa sera con Cosimo, magari dico qualcosa, ma mi astengo dalla radiocronaca che è affidata ai giovani Zoccolini-Rossi.
Ci vado un po’ per “educare” sempre di più al viola Cosimo e un po’ perché ho voglia di vincerla questa Coppa Italia dei ragazzi, dopo il bel successo all’Olimpico di Roma di qualche anno fa.
L’esempio di Mourinho di ieri è illuminante: si può fare!
E’ vero che noi non siamo il Chelsea, ma nemmeno loro sono il Paris Saint Germain…
Partiamo nettamente sfavoriti, loro hanno convocato pure Keita, oltre al diciotto/trentenne che all’andata ce ne fece due, però proviamo a spingerli verso una piccola impresa.

Temo che abbia ragione Luca Calamai: se vogliamo concederci il lusso di trattenere Cuadrado, e sarebbe bellissimo, dovremo fare una campagna di piccolo cabotaggio.
Perchè quest’anno non abbiamo un giocatore da trenta milioni di euro da vendere e quindi, sempre ammesso che i Della Valle firmino un nuovo “assegnino” di una decina di milioni, andremo a rischiare dei nomi non sicuri per rinforzarci in difesa, che sarebbe poi il reparto dove siamo più carenti.
I quindici/venti milioni della comproprietà di Cuadrado, sempre ammesso che arrivi la super offerta difficilmente rifiutabile, ci servirebbero invece per provare a prendere due pezzi importanti e migliorarci, sia pure con il paradosso della cessione del giocatore che con Rossi più accende la nostra fantasia.
Deciderà Montella, nel senso che sarà lui a dire a Pradè (a proposito, ma quando firma?) e Macia quale sia la priorità della Fiorentina prossima ventura.

Ottimo pomeriggio, in cui abbiamo quasi ritrovato la nostra Fiorentina e senza tre pezzi da novanta.
E’ stata la partita in cui più abbiamo messo sotto l’Udinese, molto meglio che in Coppa Italia, dove abbiamo sofferto parecchio e siamo stati salvati da Neto, che stavolta invece ha delle responsabilità sul gol preso.
Cuadrado è meglio che stia davanti, ma siccome a Roma non ci sarà, tanto vale pensare a soluzioni alternative.
A me è piaciuto molto Matos e non vedo l’ora che segni il primo gol perché penso che una volta sbloccato diventerà più freddo sotto porta.
L’Inter, senza Europa e fuori agli ottavi di Coppa Italia, è lontana cinque punti e voglio proprio vedere se ci sono in giro molti detrattori di Montella, di cui si può certamente discutere qualche scelta, ma non il lavoro complessivo che è veramente buono.

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