Ognuno di noi ha le proprie fissazioni.
Le mie un po’ le conoscete: nel calcio appena sento parlare Corvino mi si intasa la vena, e lui ogni volta che parla conferma la deriva in cui è caduto dal 2010 ad oggi, se vedo Baggio di persona e qualche suo vecchio filmato in maglia viola mi sciolgo, i gol di Antognoni mi rapiscono ancora.
Guai a chi mi tocca Guccini e, tutto in altro campo, Isabella Ferrari, Nanni Moretti lo vado sempre a vedere (ma può anche non piacermi), le immagini in bianco e nero mi inchiodano alla televisione.
Il mio amico Aurelio Virgili ora ha la fissazione in negativo con Neto, Piero Ceccatelli, che è un ottimo giornalista e profondo conoscitore di calcio, quella di Balotelli.
Ecco spiegato il titolo: possibile che sui due maggiori giornali sportivi italiani si titoli in prima pagina sul “cuore di Balotelli” solo perché ha visto dopo un anno la figlia?
Via, non è possibile perdersi ancora così, per vicende di questo livello.
Ho cercato di resistere alla sistematica demozione di Piero, ma alla fine devo ammettere che l’attaccante del Milan è molto chiacchiere e distintivo: se cominciasse a segnare (per l’Italia) quanto alcuni suoi predecessori forse riusciremmo a digerire meglio certe esagerazioni.