Fiorentina


Per me non è mai una trasferta banale, lì ho fatto la prima radiocronaca il 30 gennaio di trent’anni fa.
Dieci anni dopo c’è stata l’ultima con il mio vecchio stato familiare, sempre a gennaio, quella del 4 a 0 con la tripletta del simpatico Branca.
In mezzo ci fu anche quello che rischiò nel 1990 di fare Ciuffi, perché arrivai in Friuli con 40 di febbre: eravamo solo io e lui e quindi uno davanti al microfono ci sarebbe dovuto andare.
Ovviamente la feci io, ma lui me lo ricorda spesso e sotto sotto gli è pure dispiaciuto non averci provato: ve la immaginate una radiocronaca di Mario?
Sarebbe stata uno spettacolo, intanto aspettiamolo tra non molto (spero) nello spazio autogestito e poi nel Sullivan Show.
Sarà molto dura, ma sono fiducioso e poi è un gran test per vedere la reazione di questa squadra dopo la più brutta botta della stagione.

L’arrivo di Pepito ha ormai scatenato le fantasie più sfrenate: chi vuole Bale, chi farnetica di Tevez, chi non si arrende all’idea di Villa, ormai mancano solo Messi e Ronaldo (magari per Romulo e Seferovic) e siamo a posto.
Quando invece si torna sulla Terra, ecco riaffacciarsi puntuale il tormentone Di Natale.
Tre anni fa (estate 2009) venne considerato vecchio e andammo su Castillo, una bischerata colossale dalla quale non ci siamo mai ripresi completamente.
Non si spiegherebbe in altro modo l’accanimento con cui pensiamo, crediamo, siamo convinti che questo straordinario vecchietto (calcisticamente parlando, of course) possa vestire la maglia viola.
Non viene e non verrà mai, è chiaro il concetto?
Sta benissimo a Udine, non è divorato dal demone del denaro e comunque guadagna lo stesso molto bene, anche se tanto meno di chi neanche lo avvicina qualitativamente, la moglie è di Empoli, ma non ha problemi a vivere in Friuli, nel 2014 ha un posto in una delle società italiane più serie, ma perché dovrebbe rivoluzionare la sua vita e quelle delle persone che ama?
Facciamocene una ragione e aspettiamo con un sospiro Larrondo, magari ascoltando e riascoltando due o tre volte al giorno i giudizi di Baiano e Brovarone…

Avremmo meritato di vincere per quanto di buono fatto nel primo tempo, poi, più che il gol del Pescara, ha contato l’infortunio di Pizarro e ci siamo smarriti.
Le nostre “colpe” sono quelle, cioè di non avere avuto lucidità nella mezz’ora finale, e non si può parlare di squadra presuntuosa, di partita preparata male per via delle feste, perché all’inizio era come se stesse continuando la gara di Palermo.
Ci vuole un minimo di coerenza, lo dico anche a chi adesso invoca l’attaccante buono da subito (a me Larrondo proprio non convince, ma sbaglierò io…), perché il 22 dicembre alle 17 eravamo in pochi ad insistere per il suo arrivo.
Abbiamo sbattuto contro un portiere strepitoso e abbiamo avuto la conferma che l’esperimento Mati Fernandez è (quasi) fallito, mentre Ljajic ha fatto il possibile, con Jovetic trascinatore nella ripresa, cioè quando la squadra faticava molto.
Semmai si è sentita la mancanza di Gonzalo dietro, per la sicurezza che regala al reparto e Neto mi è sembrato leggermente in ritardo sul primo gol, ma ripeto non si può mettere sotto accusa una squadra che avrebbe meritato di vincere, anche se fa molto male perdere conro una squadra che vale la metà di noi.

Ho parlato con Mario: ha sentito tutto e ringrazia tutti, stringiamo le dita e vediamo cosa succede domani.

Non sarà facile “rientrare” nel campionato e trovare da subito la concentrazione giusta per battere il Pescara.
Qui si vedrà la mano di Montella e la testa dei giocatori, anche per verificare come hanno passato le feste, se “alla Vargas” o in perfetto “stile Zanetti”, cioè allenandosi bene.
E anche al Franchi ci vorrà molta attenzione, perché non è detto che la gara si metta bene da subito e comunque siamo nettamente più forti degli abruzzesi e non esiste alcun fondato motivo per cui si debba temere più del lecito la partita.
Personalmente cercherò di dare il meglio perché so che dagli ospedali avrò un ascoltatore in più, uno speciale, che aspettiamo tutti al più presto allo stadio: per Rossi, per la Fiorentina, per tutti quelli che gli vogliono bene.

Stamani Andrea Della Valle è andato insieme a Sandro Mencucci a trovare Mario Ciuffi in ospedale e lo ha visto molto più tonico.
Un gran bel gesto, in attesa di dare a Mario e Renza buone notizie dal Franchi.

Altro che Larrondo!
Questo è il top player, ovviamente c’è il rischio, ma è calcolato perché la scommessa è fantastica: ha 25 anni, vale tecnicamente Jovetic, costa meno della metà, ha la testa sulle spalle.
Questi due (Macia e Pradé) sono veramente bravi, ora si può cominciare a sognare davvero la Champions perché da marzo a maggio ci sono una decina di partite e Rossi è un brevilineo a cui non dovrebbe servire molto per entrare in forma.
E Andrea Della Valle è stato di parola, ha speso quando è stato il momento giusto, non sarebbe male ringraziarlo domenica pomeriggio.
Manca solo Mario per la sciarpa, ma non disperiamo, semmai facciamo la replica appena Pontefice Massimo si riprende e viene allo stadio.

Per stemperare un po’ la tensione torno a parlare di calcio: a me Larrondo proprio non piace e non capisco neanche cosa venga a fare a Firenze.
Ha fatto 8 gol in una sessantina di partite, di cui 6 in B, è alto e grosso, ma non mi pare che sia l’unico requisito per giocare in una squadra che punta all’Europa più bella.
Appena sta un po’ meglio voglio proprio sentire il Ciuffi cosa ne pensa di questo acquisto, che spero solo una falsa pista per poi puntare ad altro.
Le condizioni di Mario ve le ha date in un post la splendida Lucia, domani è un giorno importante.
Noi ci troviamo verso le 14 per mettere a punto il modo migliore per sostenere economicamente la situazione, purtroppo c’è urgenza per Renza che non può continuare a vivere in ospedale.
Forza Mario, domani Firenze è lì con te.

PURTROPPO NON LO OPERANO, L’INTERVENTO E’ RIMANDATO PERCHE’ MARIO HA PASSATO UNA NOTTE AGITATA
LUCIA IPOTIZZA LUNEDI’, E’ VERAMENTE SNERVANTE E VI CONFESSO CHE SONO MOLTO PREOCCUPATO
L’INTERVENTO, COME SI DICE IN QUESTI CASI, E’ DI ROUTINE, MA SONO LE CONDIZIONI GENERALI CHE GENERANO PREOCCUPAZIONE
VI TENGO AGGIORNATI

Buon 2013, che sia davvero un anno sereno, basterebbe quello.
Da domani torniamo a parlare di Fiorentina, del mondo che ci circonda, della vita.
Che bello leggere tutto quello che avete scritto e che calore nelle vostre parole, questo è un tesoro che non va disperso, conserviamo l’emozione per Mario e tiriamola fuori al momento giusto, penso entro venti, venticinque giorni.
Lo operano giovedì, adesso è in una stanza singola, ma senza il letto per Renza, che dorme su una poltrona e non ha una casa dove andare perchè la vita va spesso alla rovescia.
E non chiedetemi di più, perché sinceramente molte cose non le so e quando ho cercato di saperle mi sono dovuto fermare: temo che in tanti se ne siano approfittati e qualcuno ignobilmente, fingendosi amico e prestando soldi, stia ancora cercando di speculare su una coppia anziana.
Grazie all’aiuto della Fiorentina e di qualche altra persona straordinaria, che quando sarà finito tutto ringrazierò con dovizia di particolari, questo problema sarà spero risolto nel giro di un mese, più o meno quando Mario uscirà dall’ospedale.
Bisogna fare un passo alla volta e stare molto attenti a non sbagliare, soprattutto nella gestione della solidarietà.
Non ho gli strumenti tecnici per muovermi, quindi adesso è inutile fare offerte, ma con Mario Tenerani, Saverio Pestuggia e Andrea Bruno Savelli stiamo organizzando qualcosa di importante.
Spero che abbiate fiducia, è solo una questione di tempi e cercheremo di accorciarli al massimo, ma è meglio aspettare due giorni in più che fare le cose male e in fretta.

L’ho visto abbastanza male, prostrato, ma circondato da un affetto che credo abbia pochi riscontri a Firenze.
Sono arrivato con Saverio Pestuggia, Giovanni Sardelli e Mario Tenerani, poi è arrivato Roberto Vinciguerra, erano già lì gli incredibili Immonda Bestia e Lucia (la prenoto come assistente: eccezionale), oltre alla signora Renza che ormai vive sui nervi e non si sa quanto possa durare, anche perché non ha un posto dove andare a dormire.
Dico questo con molto pudore e rispettando la dignità delle persone, ma è la verità perché ci sono anche dei problemi pratici di non facile soluzione.
Ci vorrà un bel po’ di tempo prima che possiate riascoltarlo alla radio o vederlo in televisione, ma in questo momento è davvero il problema minore, qui bisogna ristabilire una corretta funzionalità di tutti gli organi, soprattutto il cuore.
Non vi ho nascosto niente, non me la sentivo, scusatemi se sono stato fin troppo schietto, ma ho lo stomaco in subbuglio e penso davvero che bisognerà fare qualcosa anche e soprattutto dopo che sarà passata l’ondata emotiva.

Ragazzi, grazie.
La situazione è veramente difficile e c’è molto da fare: Mario Tenerani ha avuto un’idea eccellente, la dobbiamo sviluppare con l’aiuto di un altro paio di persone che vogliono bene a Ciuffi perché queste cose vanno studiate bene per evitare inciampi e strumentalizzazioni.
Ovviamente vi tengo informati, comumque temo che ci sarà bisogno di uomini e donne di buona volontà.
Buon 2013 a tutti voi.

Sento su di me una grande responsabilità, tutti vogliono sapere, molti telefonano, in tanti si danno da fare.
Mario sta sempre nello stesso modo, non ci sono novità, la Renza è fissa lì in ospedale e non lo molla un attimo.
Sa che è partita un’ondata d’affetto che lo farà commuovere e comunque non è questo il momento per le troppe emozioni, comprese quelle belle.
Grazie a Rialti e al professor Galanti sta seguendo la cosa anche Andrea Della Valle, con la Fiorentina pronta a fare tutto quello che può per dare una mano.
Si è messo in moto Mario Tenerani, è sempre presente Salvatore Scaravilli, sta facendo un lavoro straordinario di cucitura Andrea Bruno Savelli, da Vernole vuole, pretende notizie Pantaleo Corvino, che per queste cose è assolutamente speciale.
E giuro che appena Mario sta meglio io sono pronto a fare la pace con lui, consideratelo pure un voto.
Ho letto tutti i post, ci sono persone che lo considerano uno di famiglia, destinatari di frustate che gli dedicano affetto e ribadisco il concetto: Mario, non fare il bischero.
Poi, passato tutto, questo dovrà essere un campanello d’allarme: devi goderti i tuoi anni, che non sono pochi, e riposarti un po’, ma ne parleremo al momento giusto.
Intanto devi sapere che tutta Firenze, anzi tutto il popolo viola, ti vuole davvero bene.

Domenica 6 gennaio non ascolterete lo spazio autogestito di Mario Ciuffi.
Il mio nonno-bambino è in questo momento disteso in un ospedale ad aspettare che passi quello che è senz’altro il più brutto momento della sua vita.
Ovviamente non può fare il bischero perché la Fiorentina non ha ancora vinto il terzo scudetto e quindi non se ne parla nemmeno di abbandonare le fruste e le battute fulminanti che lo hanno reso famoso in tutta Italia.
Lunedì lo andrò a trovare col professor Pestuggia e mi piacerebbe portargli un po’ di vostri messaggi.
Intanto ripropongo a distanza di dieci anni quello che scrissi su di lui ne “la mia voce in viola”, perché il bene che gli voglio è lo stesso.
Forza Mario, siamo davvero tutti con te.

CIUFFI PER CASO
Non è che il gioco fosse brillantissimo, ma in difesa con Galli, Vierchwood, Contratto ed il miglior Galbiati possibile, non passava nessuno. Ad Ascoli pareggiammo zero a zero in una partita che mi è rimasta nella memoria per il prima e per il dopo. Mi avevano rifiutato l’accredito per entrare in tribuna stampa e rimasi un paio d’ore ad elemosinare l’ingresso ai vari dirigenti dell’Ascoli che si avvicendavano nei paraggi. Alla fine, scocciati e forse impietositi, mi fecero entrare proprio al fischio di inizio. Il dopo gara fu caotico, c’erano state contestazioni per un rigore non fischiato all’Ascoli e i teppisti locali cominciarono a spaccare le macchine targate Firenze. Non è un caso che due anni dopo gli unici due ceffoni in ventidue anni di trasferte li abbia presi proprio ad Ascoli. Nel parapiglia generale mi ritrovai così quasi spinto dalla folla su un pullman ancora integro e vidi là in cima, vicino al guidatore e a mo’ di capoclasse, un signore di una cinquantina d’anni che si agitava come un matto. Era Ciuffi, ancora misconosciuto alla platea televisiva, ma già trascinante e acclamato da quelle decine di persone a cui lui pagava tutto. In quanti si sono approfittati di Ciuffi in quegli anni di sfrenata ed illogica allegria finanziaria, magari gli stessi che poi lo hanno vessato nelle stagioni più amare. Gli ho voluto bene da subito, qualche volta mi sono arrabbiato, spesso mi è sembrato di fargli da babbo, credo che in tanti gli debbano qualcosa.

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