Ottobre 2019


Una vittoria importante, ancora più che a Milano, perché come era prevedibile l’Udinese ha giocato chiudendo tutti gli spazi e lo ha fatto molto bene.

Ci voleva o la prodezza personale o la rete su calcio da fermo, come è quasi avvenuto con il poderoso Milenkovic.

La squadra sta prendendo coscienza della propria forza, il pubblico è stato fantastico, in considerazione dell’avversario e dell’orario.

Milenkovic, Caceres e Dragowski una spanna sopra gli altri e non stiamo parlando dei più bravi…

E ora una sosta da vivere con grande serenità, molto diversa da quella di settembre.

Com’ero io a sedici anni?

Vediamo un po’…

Secondo Cristina, che ho conosciuto proprio a quell’età, ero sempre arrabbiato col mondo, pare abbastanza vispo e molto smanioso di fare.

Leggevo due quotidiani al giorno (Paese Sera e Tuttosport, perché c’era Ormezzano a dirigerlo) e mi interessavo di politica, ma allora lo facevamo in tanti: ci piaceva discutere, dividerci sulle grandi questioni, pensavamo che la Democrazia Cristiana non si sarebbe mai estinta e che i comunisti avrebbero continuato in eterno a fare opposizione.

Sarei stato in grado di esprimere un voto ragionato, come dovrebbe essere quello di chi determina poi le sorti del Paese?

Direi proprio di no, nonostante il mio cercare di capire sempre quello che mi accadeva intorno, ma qui si tratta di naturale maturazione della persona.

Non voglio esprimere giudizi affrettati sui sedicenni di oggi: certamente sono sempre connessi col mondo, hanno già fatto tanto di quello che noi avremmo scoperto molto più in là e non so se questo sia un bene o un male.

In tutta sincerità non mi sembrano pronti per andare a votare e non capisco questa ventata giovanilista che ha preso un po’ tutti, da Conte a Di Maio, passando per Enrico Letta e altri politici.

Meglio, molto meglio, lasciar perdere. 

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