Ci voleva proprio una serata come quella di ieri con Sinner per amare sempre di più lo sport e le sue storie.

E’ stato bellissimo vedere Sinner entrare in campo come se dovesse giocare agli Assi, in tutta tranquillità, disintegrare il numero sette del mondo e dedicare con grande sincerità a Berrettini il successo più importante della sua carriera.

Il tennis ha ritmi più forsennati del calcio, i soldi che corrono ai più grandi livelli sono più o meno gli stessi, eppure l’aria che si respira è completamente diversa.

Mi verrebbe da dire che (per fortuna) mancano i procuratori e soprattutto l’esasperazione da tifo, che troppo spesso sfocia in razzismo e teppismo e che infetta spesso la gioia di partite che vorremmo vivere in ben altro modo.