Passo la vita ad immaginare cosa sia il meglio per i miei tre figli, che hanno obiettivamente tanto, anzi direi tutto, certamente molto più del necessario.

Vacanze, motorini, macchine, studi universitari, cene fuori: tutto frutto del mio lavoro, niente di rubato alla collettività, però oggi non è un giorno come gli altri perché mi sento in colpa, più di altre volte, per il benessere raggiunto e donato.

La notizia degli otto fratellini molto probabilmente morti di fame in Afghanistan mi entra dentro come una lama: avrei voglia di piangere e non ci riesco.

Avrei voglia di fare qualcosa e non so cosa, se non usare questo mio spazio per vedere se scrivendo riesco a fare uscire un po’ dell’rabbiosa angoscia che non se ne vuole andare.

Mi viene tristemente in mente una fulminante battuta di Woody Allen: non so se Dio esiste, ma se esistesse, quando lo incontro dovrà darmi delle giustificazioni.