Alzandomi molto presto, da qualche giorno sto seguendo ogni mattina fino alle 6 “Tutte le Olimpiadi minuto per minuto” e confermo quello che sto pensando dalla mia prima radiocronaca: se fossi un ascoltatore, mai staccherei da Rai Uno e quindi dal mitico “Tutto il calcio”.

Per la fortuna mia (e dei miei figli…) in tanti nel corso dei decenni non l’hanno pensata come me, ma resta il fatto che il cosiddetto prodotto radiofonico è assolutamente migliore di quello televisivo, per qualità dei cronisti, per ritmo, per completezza delle informazioni.

Non è un caso che tanti colleghi bravissimi alla radio siano poi diventati star televisive, mentre invece non mi risulta il contrario. Anzi, a volte abbiamo assistito a temporanei inserimenti sull’FM motivati solo dall’effimero successo televisivo: dopo pochi mesi di programmazione, non si sono più visti.

La radio è passione pura, adrenalina che scorre quando sei davanti al microfono, cambi di programma in corsa, intuizioni, capacità di capire l’interlocutore anche se non lo vedi negli occhi.

A volte ci riesci, a volte no: quelli della Radio Rai ci riescono quasi sempre.