Per me è un assurdo che il Franchi sia un monumento nazionale, perché in 44 anni di frequentazione assidua e professionale non ho mai visto qualcuno che sia venuto a vederlo come opera d’arte. E su questo ha perfettamente ragione la Fiorentina.

Se fosse dipeso da me, avrei dato le chiavi del Franchi a Commisso e gli avrei consentito di rifarlo come meglio gli piaceva, con annesso investimento per l’impianto e concordati spazi commerciali.

Mi sarebbe andato benissimo anche lo stadio a Campi, con le stesse modalità.
Non ho però ancora capito se deve cedere prima Commisso, presentando un Piano di fattibilità che costa qualche milione o devono cedere le istituzioni, rinunciando al suddetto piano ed indicando a Commisso cosa può e non può fare.

I 95 milioni per il Franchi sono inseriti nel filone cultura, non potrebbero quindi essere utilizzati per riqualificare, tanto per dire, zone della città depresse o per aiutare che non mette insieme il pranzo con la cena.

Che quei soldi siano impiegati per fare del Franchi uno stadio molto migliore o che vengano utilizzati per restaurare biblioteche o mettere a posto il Flaminio, quei 95 milioni sono in parte minore a fondo perduto e in misura maggiore vanno resi all’Europa.

Poiché sullo stadio siamo nella terra di nessuno, e lo saremo per chissà quanto, io preferisco avere quei soldi e rifare il Franchi per rendere più comoda la vita dei tifosi e avere uno stadio più degno della città di Firenze.

E, credetemi, avrei scritto esattamente le stesse cose se il sindaco di Firenze fosse Giovanni Galli e Presidente della Regione Susanna Ceccardi.