E dopo come sarà?

Come sarà il nostro dopoguerra?

Lo sto pensando in questi giorni pieni di ricordi tristi per quello che successe negli anni quaranta.

Storie strazianti, ma anche racconti di chi si è salvato/a non si sa come, portandosi dentro l’inestinguibile senso di colpa di avercela fatta mentre accanto a lui/lei la follia e la brutalità umana colpiva incessantemente, a ritmi industriali.

Penso a quei mesi dell’estate del 1945, al niente che avevano quasi tutti e all’incontenibile forza che sentivano dentro: la vita che rinasce, la gioia di esserci, il calore di un abbraccio, l’emozione di un bacio.

E nel 2021 (speriamo che sia nel 2021) come sarà?

Come torneremo ad abbracciarci, passando le giornale con i nostri normali affanni, che oggi ci sembrano così lontani e così lievi rispetto a quello che stiamo passando da quasi un anno?

Non saremo migliori, ormai ne sono sicuro, certamente saremo cambiati dentro e chissà per quanto ci ricorderemo di questo tempo così sospeso e pieno di angoscia.

P.S. Vorrei chiarire: non ho mai fatto paragoni tra gli orrori delle due guerre mondiali e la pandemia. Non esiste confronto e stiamo molto, ma molto meglio noi.

E’ lo spirito del tempo che mi interessa, cioè come vivremo il dopo, perché è indubbio che esiste un prima e in dopo e che mai negli ultimi 76 anni abbiamo vissuto quello che stiamo vivendo dal marzo 2020.

Spero di essere stato chiaro.