Stamani, a freddo, mi sono detto che anch’io ragiono da nobile decaduto, pensando alle grandezze passate.

E non parlo di scudetti, e neanche di Coppe Italia, ma di quarti, quinti o anche sesti posti. Posizioni che ci facevano alzare il sopracciglio e discutere del perché non avevamo fatto meglio.

Oggi la nostra realtà è questa, una squadra sopravvalutata da tutti, compreso il sottoscritto, che pure da oltre sei mesi sta invocando senza fortuna un attaccante capace di garantire quindici gol su azione.

Siamo questi, giochiamo male e dobbiamo accontentarci del punticino, sapendo che ci sarà da soffrire.

Abituiamoci il prima possibile ad altri cinque mesi in trincea.