Dunque ho 60 anni, sensazione stranissima e come riflesso condizionato mi viene ancora una volta in mente Gassman nella scena finale de “La Famiglia”, quando era arrivato ad ottanta: “sono tanti? Sono pochi?”.

I miei sei decenni sono volati via velocemente, inseguiti da una frenesia che solo grazie a Cristina si è in buona parte esaurita negli ultimi anni.

Dovrebbe essere il tempo dei bilanci, ma non riesco a farne: sarà chi è stato e chi è accanto a me a dire e pensare cosa sono stato e chi sono oggi, io mi astengo dal giudizio.

Non ho rimpianti, ho realizzato molto di più di quanto credevo fosse possibile fare quando le mie idee e la mie voglie sbattevano contro porte che non si aprivano mai.

Ho semmai il rammarico di scelte sbagliate (specialmente una), errori dovuti alla mia superficialità e mancanza di ascolto degli altri, ma nessuno è perfetto e quindi credo di essere attualmente in compagnia di più o meno 7 miliardi di persone.

Sto diventando anziano?

Per ora direi di no, però sono sessant’anni.

E fa uno strano effetto, non saprei neanche definirlo: quando ero un ragazzo mi sembravano tantissimi, oggi forse è meglio minimizzare…  

P.S. Un regalo da Rocco? Un centravanti da almeno 15 gol a stagione…