C’è molta confusione sotto il cielo viola, anche tra i tifosi.

C’è una gran voglia di resa dei conti, contro questo o contro quello: mi raccontano di ridicole liste di proscrizione in cui vengono indicati al pubblico ludibrio giornalisti e opinionisti accusati addirittura di collaborazionismo.

Siccome si sta parlando per fortuna di calcio e non di guerra civile, prendo queste curiose divagazioni della mente umana per quello che sono, cioè bischerate, mettendoci sopra un velo di ironia che non guasta mai.

Essendo per mia fortuna tra i “pennivendoli” più popolari e quindi più discussi, sono ai primissimi posti della classifica e va bene così: meglio avversato che compatito.

A chi mi contesta in termini più o meno civili rispondo che direi e scriverei tutto quello che ho detto e scritto negli ultimi anni e che non mi pento proprio di niente per il semplice fatto che non ho niente di cui pentirmi.

Ho utilizzato il sacrosanto diritto di critica alla  mia maniera, avendo sempre presente la nostra realtà, portandomi dietro come un macigno il fallimento del 2002 e comunque senza mai assaltare alla giugulare l’interlocutore o chi è oggetto della mia analisi: è una questione di stile.

Il mio da quarant’anni è questo, che piaccia o meno, e quando sono andato oltre le righe ho sbagliato, chiedendo scusa, come accadde per esempio con Malesani oltre vent’anni fa.

Chi mi vede come tribuno della plebe pronto a tutto pur di raccogliere un applauso dalla folla ha sbagliato cavallo.

E da responsabile del Pentasport ho sempre lasciato parlare tutti nella massima libertà, avendo come unica discriminante il fatto che avessero qualcosa di interessante da dire.

Nel corso di queste ultime tribolate stagioni la Fiorentina si è arrabbiata con noi almeno quanto i tifosi più accesi e ogni volta abbiamo ascoltato, elaborato e continuato il nostro lavoro senza essere mai condizionati dall’umore di un dirigente o dal tono di una mail o di una telefonata.

Se le Brigate Viola non mi faranno prigioniero, tenendomi segregato in qualche covo sotto la Fiesole in attesa di un riscatto pagato da qualche misericordioso sponsor (magari con la pagina del giornale sullo sfondo, per rassicurare i familiari sul mio mancato decesso) prometto solennemente di proseguire sulla stessa strada anche per i prossimi anni.