E così Diego Della Valle nel processo di Roma, invece di difendere la Fiorentina con ragionamenti che a noi comuni mortali sembravano filare, raglierebbe.
Questa l’interpretazione di Guido Rossi, che in verità già da qualche settimana aveva dato segnali inquietanti sull’interpretazione del proprio ruolo di commissario straordinario della FIGC.
Bisognerebbe che qualche anima buona spiegasse al professor Rossi che il suo incarico è, appunto, straordinario, cioè dettato dalla cupezza della situazione, dalla gravità delle circostanze e limitato nel tempo.
Nessuno lo ha eletto e quindi, proprio perché chiamato in tutta fretta a dirigere una partita così difficile, dovrebbe essere non sopra le parti, ma di più.
E dare sempre l’impressione di esserlo, sopra le parti.
In questo modo invece Rossi dà la sensazione di mettersi a giocare pure lui e non è una faccenda simpatica, soprattutto per noi perché sembra (sottolineo sembra, altrimenti querela pure me come ha già fatto con altri colleghi) che così giochi contro Della Valle e quindi contro la Fiorentina.
Non ce ne sarebbe il motivo e perciò è meglio pensare che non sia vero niente, ma si può almeno dire che la risposta (non cercata) di Rossi a Della Valle è stata una brutta, bruttissima, caduta di stile?