Ero al Franchi per motivi di lavoro ieri sera con Camilla, quasi 11 anni, e quando ha segnato il Paraguay lei si è chiesta come mai ci fossero dei loro tifosi allo stadio di Firenze.
Ho faticato a spiegarle quelli che esultavano come matti erano semplicemente contro l’Italia, qualunque fosse l’avversario.
Poco dopo si è pure un po’ spaventata nel vedere uno molto esagitato, trattenuto a stento da altri tre, che voleva andare a farsi giustizia da solo in mezzo ad un gruppo in cui tifava tranquillamente un ragazzo con la maglia di De Rossi.
Davvero un bell’esempio per tutti, di civiltà e democrazia.
Io di questa gente, lo confesso, ne ho le scatole piene e mi dispiace se tra loro ci sono nostri ascoltatori di Radio Blu o anche gente che mi segue con affetto sul blog.
Non ne posso più di quelli contro tutti e tutti e comunque, se proprio preferite la Germania, l’Inghilterra o la Francia (tutte Nazioni che ci amano alla follia…), alla squadra del vostro Paese abbiate la compiacenza di farlo nel chiuso delle vostre case.
Oppure ritrovatevi tutti insieme per gufare contro l’odiato tricolore, ma non venite a provocare, perchè di questo si tratta se venite ad esultare al Franchi in una serata dedicata alla Nazionale italiana: si tratta di provocazione.
Io tifo per l’Italia e mi emoziono pure all’inno di Mameli, perché queste sono le mie radici, esattamente come nulla mi potrà mai portare via da Firenze.
Chi butta nel frullatore Abete, Carrarro, Moggi e altri tristi personaggi del passato per giustificare il proprio odio per la Nazionale ha, secondo me, le idee molto, ma molto confuse.

P.S. Qualcuno scrive che c’è stato un saluto fascista che ha provocato la reazione: non lo so perché non ho visto.
Ma se fosse vero, la cosa sarebbe grave, solo che mi piacerebbe ci fosse la stessa sensibilità “democratica” nelle nostre curve ogni domenica.
Contro il saluto fascista, contro il razzismo, ecc…..