Quello che sta succedendo a Gaza sta scivolando nelle zone basse dei giornali, se non addirittura nelle pagine interne, magari accompagnando gli articoli con dichiarazioni dei politici di casa nostra o con improbabili ipotesi di pace turche o russe

E’ una vecchia regola non scritta del giornalismo: morire a Gaza non fa più notizia, ormai ci stiamo abituando alla tragica litania delle parole: bombardamenti, ostaggi, torture, stupri, Hamas e Netanyahu

Prima di scrivere queste poche righe ho cercato di documentarmi per capire la situazione e ho molto faticato per arrivare al numero dei morti: pare che si sia superata la cifra di 18.000 persone e lo scrivo anche in lettere per rendere più chiaro il concetto: diciottomila

Quanti saranno i terroristi in mezzo a questa carneficina? Quanti i bambini, le donne, i civili? E chi lo sa, intanto però si muore, nel silenzio più o meno generale

Fino a settanta giorni fa faceva notizia un attentato a Tel Aviv e la risposta israeliana con tre, quarto morti, ora si è perso il conto, bisognerebbe davvero riflettere almeno un minuto su dove siamo arrivati