Come intitolava Paolo Sorrentino in un suo libro godibilissimo: “Hanno tutti ragione”.

Ha ragione Commisso, che la Fiorentina l’ha comprata alla più che rispettabile cifra di 170 milioni (130 ai Della Valle, 35 per estinguere le varie pendenze e 5 di spese accessorie) e siccome per fortuna qui non siamo nella vecchia Unione Sovietica, e quindi la proprietà non è un furto, ma qualcosa che va difeso, lui con quello che è suo ci fa quello che gli pare, compreso mettere Barone centravanti e Pradè a fare il tornante al posto di Nico Gonzalez

Hanno ragione i tifosi viola, che sono 1.400.000 e che senza di loro la Fiorentina sarebbe una società normale che al massimo può aspirare alla serie C, ma solo quando le cose vanno bene e se compra un attaccante che segna più di Cabral e Jovic, obiettivo peraltro non impossibile da realizzare

Commisso pensa che i tifosi non debbano mettere bocca nelle cose sue, e meno che mai i molto poco simpatici giornalisti e opinionisti, perché nella Mediacom nessuno da fuori si è mai permesso di criticare la sua azienda e se per caso lo avessero fatto lui ha sempre difeso a spada tratta i suoi uomini a lui legati da un rapporto di fiducia così stretto che non hanno neanche un contratto firmato. Per lui i tifosi devono sostenere la squadra, punto e basta, perché tutto deve essere unito contro il mondo intero: bello, ma utopistico. E i giornalisti dovrebbero combattere una lotta intestina per scacciare le mele marce (che certamente esistono anche nella nostra categoria) quando scrivono cose false o, a suo modo di vedere, offensive

I tifosi pensano che, nonostante la non indifferente cifra sborsata da Rocco, lui abbia la Fiorentina solo in prestito, perché il colore viola è intriso di passione, emozione e storia e quindi è dovrebbe essere un piacere per questo affermato imprenditore americano occupare lo scranno presidenziale. Di più, Commisso deve essere riconoscente alla città che gli permette di avere questo grande onore. E tutti sono convinti di avere il diritto di dire la propria opinione perché la Fiorentina è cosa loro

Come se ne esce?

Sinceramente non lo so, ma filosoficamente questa è la pietra angolare della piccola guerra civile che stiamo vivendo e l’unica cosa che mi posso augurare è che ci sia buona volontà da parte di tutti per arrivare ad un minimo comune denominatore