O si svegliano quei due, uno fisicamente e l’altro capendo qualcosa in più del calcio italiano, o ci mangeremo le mani e altro in diverse partite.

Manca l’attaccante, non un fuoriclasse, ma uno che la sappia semplicemente mettere dentro, che è poi la cosa più difficile nel calcio.

Due gol in sei partite ufficiali sono una prova, non un giudizio definitivo, ma le sensazioni sono poco buone.

A Jovic diamo ancora un paio di settimane, poi ci dovrà spiegare perché non corre, perché è molle nei contrasti, perché tocca il primo pallone dopo 21 minuti: tutta colpa del gioco di Italiano?

Cabral fa più simpatia: si batte, ha la faccia da guerriero, corre il triplo del concorrente, ma no ha la sua tecnica e purtroppo si vede. Magari a fonderli viene fuori quello giusto, ma non si può.

E allora teniamoci il misero punticino di ieri, pur meritando di più contro una buona provinciale che rinuncia totalmente al gioco ma che pare punti lo stesso, misteriosamente, allo scudetto.