Vedendola dal vivo la Fiorentina è un’ottima orchestra a cui per ora manca l’assolo finale, o l’acuto, se preferite.

Manca il gol, che è da sempre la merce più rara da trovare e infatti di solito gli attaccanti sono strapagati (prima ancora di più, ma la differenza resta ancora sensibile).

Siamo a scommettere su Cabral e Jovic perché è inutile perdersi troppo in elucubrazioni algebriche; tra Ikone, Saponara, Sottil, Gonzalez, Mandragora, Bonaventura, Duncan e Maleh sarebbe bellissimo se arrivassero tutti insieme a trenta gol, ma ho del forti dubbi.

Altri quattro cinque potrebbero (forse) arrivare dai difensori (una preghiera per la permanenza di Milenkovic…), ne rimarrebbero da fare venticinque per poter ambire all’Europa.

Nella scorsa stagione ne segnò 17 Vlahovic in metà campionato, qui siamo veramente a sperare che quei due vadano almeno in doppia cifra in tutte le 38 partite.

Se non succederà, l’ottimo spartito di Italiano diventerà una sinfonia tristemente sterile.